Un documentario di Marina Piccone denuncia le condizioni di lavoro dei giornalisti freelance. Il 16 la presentazione al Cesv di Roma
Non c’è freedom a fare il freelance. Sono invisibili, sottopagati, ricattabili. Eppure mandano avanti i giornali e, a volte, rischiano anche la pelle. Così racconta Zeropotere – Voci e storie di giornalisti freelance, documentario realizzato da Marina Piccone (riprese e montaggio di Cristiano Piattoni e Valeria Valli) sui giornalisti freelance, una categoria di lavoratori invisibili che svolgono un lavoro prezioso di cui tutti i giornali si avvalgono ma che, al contempo, non viene riconosciuto. Attraverso le storie di alcuni giornalisti, il documentario racconta una realtà che pochi conoscono e, inevitabilmente, il mondo dell’informazione italiana.
I giornalisti freelance vengono pagati a cottimo, con compensi ridicoli quando non indecenti, non hanno rimborsi spese, non hanno un’assicurazione, non hanno ferie, non hanno malattia, non hanno potere contrattuale. Eppure, spesso, si occupano di inchieste scomode, di reportage in zone di guerra, dove rischiano anche la vita. Articoli che riempiono le pagine di quotidiani e settimanali ma non le tasche di chi li redige. A risentire dello stato delle cose non sono solo i diretti interessati ma anche la qualità dell’informazione. Come essere sicuri, infatti, che una persona che riceve 1, 3, 5 euro a pezzo, dovendone fare decine al giorno per sbarcare il lunario, controlli adeguatamente le fonti e faccia le dovute verifiche? Le testimonianze dei giornalisti freelance si intersecano le une con le altre in un discorso unico in cui si fanno nomi e cognomi, si svelano retroscena sorprendenti, si fanno confronti con giornali e giornalisti di altri paesi, si sollevano dubbi e si avanzano proposte.
Saranno presenti la regista e alcuni protagonisti del documentario. Simona Fossati, portavoce dell’Usgf (Unione Sindacale Giornalisti Freelance), modererà il dibattito.
Appuntamento il 16 dicembre 2014, alle 17 presso il Cesv (Centro Servizi Volontariato) di Via Liberiana, 17 (Zona S. Maria Maggiore) Roma