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Caruso docente universitario, il Coisp «non capisce»

Il bellicoso sindacatino di polizia non digerisce la nomima di un “sovversivo” a docente di sociologia. Un’idea nemmeno tanto originale: già nel 1931…

di Checchino Antonini

carus

 

Mentre a Parigi e nel mondo milioni di persone manifestano per la difesa della libertà d’espressione il COISP contesta l’affidamento di un incarico di insegnamento in una università e lo fa con argomenti che danno l’idea di quanto i suoi dirigenti ignorino i principi della nostra Costituzione.

Un altro capitolo, meno cruento del consueto, della saga con cui il sindacatino di polizia cerca di accreditarsi come il più truce della categoria.

Si scatena a Catanzaro la polemica per la decisione dell’Università Magna Grecia di affidare all’ex parlamentare di Rifondazione comunista ed ex esponente no global, Francesco Caruso, una cattedra in Sociologia dell’ambiente e del territorio. A quanti polemizzano sulla decisione dell’Ateneo ha replicato l’ex deputato il quale ha evidenziato che la scelta dell’Università si è basata sul suo curriculum.

Il primo ad aver sollevato il caso è stato il presidente del consiglio comunale di Catanzaro, Ivan Cardamone (Forza Italia). Questo correligionario di un ex premier pluripregiudicato aveva osservato che «l’università di Catanzaro è statale e allora mi sembra normale sollevare un problema di opportunità morale ora che è stato affidato un incarico a Francesco Caruso. Non voglio entrare nel merito delle valutazioni effettuate dalla commissione, il mio dubbio infatti è sull’opportunità di affidare la formazione di studenti ventenni, a chi si è reso protagonista di fatti controversi e le cui idee politiche sono quantomeno discutibili».

Tanto per la cronaca, l’ispiratore di Cardamone, Berlusconi, era il capo del governo che gestì la sanguinosa pagina del G8, un festival insuperato di abusi di polizia. E Caruso era tra le vittime di quelle violenze così gravi da spingere Amnesty a definirle la più grave sospensione dei diritti dopo la II guerra mondiale.

Ma ecco a bucare gli schermi il segretario del sindacato di polizia Coisp della Calabria, Giuseppe Brugnano, un altro che stenta a capire la «nomina francamente inspiegabile che ci indigna e ci preoccupa per la ricaduta che potrebbe avere sugli studenti. A parlare chiaro è il curriculum del signor Caruso, noto alle cronache per essere stato uno dei principali artefici della rete no-global del G8 di Genova, per aver seminato marijuana nei cortili della Camera dei Deputati».

«Agenti di polizia che pretendono di decidere chi possa insegnare o meno all’università: faranno un picchetto fuori l’ateneo per impedirmi di andare a lavorare? – si domanda Francesco Caruso -Secondo il Coisp nell’affidamento delle cattedre dovrebbero intervenire motivi “etici” (e non solo “accademici”) e, per di più, questa eticità la deve stabilire un sindacato di polizia. Il sogno perverso di questo stato di polizia non è del tutto originale: già nel 1931 il ministro Balbino Giuliano introdusse per legge il giuramento di fedeltà al regime fascista per tutti i docenti universitari».

«Guardiamo all’aspetto positivo – continua Caruso – e cioè che esiste nel capoluogo calabrese un’istituzione di un certo rilievo, come l’università Magna Grecia, dove puoi insegnare anche senza avere padrini, padroni e padreterni alle spalle. Pur senza conoscere nessuno, mandi il curriculum e vieni valutato per quello che sei: dovrebbe essere la normalità, e invece già questo rappresenta un atto quasi ‘rivoluzionario’ in un ambiente come quello dell’accademia in Italia ancora soffocato da baronati e nepotismo».

In favore di Caruso si sono schierati Paolo Ferrero e Maurizio Acerbo della segreteria di Rifondazione: «Desideriamo esprimere la nostra solidarietà a Francesco Caruso oggetto di una campagna intimidatoria da parte del COISP, il sindacato di polizia già tristemente noto per le sue inquietanti prese di posizione e iniziative che spesso hanno suscitato lo sconcerto dell’opinione pubblica democratica (ripetute le provocazioni del suo segretario generale ai danni delle famiglie Giuliani, Cucchi e Aldrovandi, ndr). L’impegno di Francesco Caruso nei movimenti sociali, di recente tra l’altro incoraggiati persino dal Papa, viene stigmatizzato richiedendo sostanzialmente la messa al bando di un ricercatore sulla base della sua biografia politica. Secondo il dirigente del Coisp, in quanto “sovversivo” a Francesco Caruso vanno chiuse le porte dell’insegnamento universitario.

Ricordiamo che Francesco Caruso ha già subito un’inchiesta giudiziaria (Sud Ribelle, il teorema montato dal Ros, ndr) che lo portò in carcere insieme ad altri compagni del movimento che si basava sulla folle imputazione di voler stravolgere l’ordinamento economico. Caruso ha già vinto nelle aule giudiziarie e semmai avrebbe diritto a un risarcimento per quello che ha dovuto passare. Troviamo tra l’altro assai grave anche il tono con cui questi esponenti della polizia, pagati dai cittadini e dipendenti dello Stato, definiscono un ex parlamentare della Repubblica. E’ ancor più grave che si annuncino manifestazioni di poliziotti presso i locali della facoltà interessata». Per il segretario della Cgil della Calabria, Michele Gravano, gli attacchi di cui è stato oggetto Francesco Caruso «manifestano chiusura culturale e concezioni di destra e illiberali».

 

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