Drammatica decisione a Bruxelles: un programma di riforme per lo stato islamico. In Europa ha funzionato dappertutto, tranne in Grecia. Ma in Libia nessun rischio, neanche si vota
di Fabrizio Marcucci
Come rispondere all’offensiva dell’Isis arrivato ormai a pochi chilometri dall’Italia? Se ne è parlato all’ultimo Eurogruppo, che si è aperto con l’approvazione – al termine di un durissimo scontro tra il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble e il suo omologo lituano – di un ferreo programma di dieta per i due cani da compagnia del primo ministro della repubblica ex socialista, il cui smodato consumo di cibo, secondo il governo tedesco, potrebbe mettere in pericolo i conti dell’Unione.
Dopo il chiarimento ottenuto dal ministro dell’Economia bulgaro – cui è stato spiegato che la ripetizione Is-is viene adoperata per non discriminare Alfano, che in genere alla prima volta non capisce mai – si è passati al vaglio delle proposte.
Bocciata l’idea di far volare sopra le zone della Libia occupate dai miliziani dello stato islamico, aerei per distribuire volantini con la traduzione in arabo degli insulti che Gasparri indirizza a chi lo contraddice su Twitter. «Mi risulta che ci ridano già gli utenti italiani – ha detto un funzionario francese – figuratevi voi i tagliagole dell’Isis». Anche la delegazione tedesca si è schierata per il «no» alla proposta dopo aver sottolineato comunque che la Grecia resta sotto osservazione.
È stata apprezzata, ma giudicata di difficile applicazione, la proposta di schierare al largo della Sicilia un sistema di amplificazione che sparasse a tutto volume e in loop una canzone dei Modà a caso. «Un respingente di sicura efficacia, ma una provocazione troppo grande», l’ha definita Schäuble, indicando il rischio che in quel caso i terroristi potrebbero rispondere con le bombe e ribadendo che secondo fonti dell’intelligence tedesca, Tsipras da ragazzo fosse solito cibarsi di bambini.
Sono stati analizzati anche i pro e i contro di inviare Brunetta come mediatore. Dalla sua il capogruppo dei deputati di Forza Italia ha la tenacia con cui difende le posizioni: è stato ricordato di quando in gioventù fu visto per ore nei pressi di un palo della luce tentando di convincere il manufatto che se ci fosse stato il comunismo avremmo ancora utilizzato le candele e per i lampioni non ci sarebbe stato un futuro. Di Brunetta sono però note anche le asperità del carattere, che non ne fanno un buon mediatore: da piccolo ad esempio si era creato un amico immaginario solo allo scopo di litigarci. E poi, ha aggiunto un alto funzionario del ministero delle Finanze tedesco, «Atene deve comunque rispettare gli impegni».
È stato poi chiesto alla delegazione italiana se il premier Renzi fosse disponibile a creare un hashtag beneaugurante, sul tipo di #enricostaisereno, da rivolgere agli islamici. La proposta è stata bocciata a maggioranza dopo che il ministro rumeno ha fatto notare il danno d’immagine nel caso in cui gli islamici, che non sono creduloni come gli italiani, rispondessero #vifacciamounculocosì. «E poi secondo me Varoufakis è frocio», ha sentenziato un cugino acquisito di Angela Merkel che si era imbucato alla riunione.
Non è passata neanche l’idea di bombardare la Libia mediante le tv via satellite con la diretta no stop dell’“Isola dei famosi”. «Anche se le immagini sono eloquenti – ha fatto notare il primo ministro irlandese – c’è il problema della lingua, gli islamici non capirebbero mai il livello di abiezione che siamo in grado di raggiungere». «Già. E comunque sul programma di riforme della Grecia non cederemo», ha concluso il cognato di Schäuble che si trovava a passare da Bruxelles.
La riunione era arrivata a un punto di stallo quando dal cilindro è uscito finalmente il coniglio che un autista della delegazione spagnola, dimagrito di venticinque chili in seguito al programma di austerità approvato da Lisbona, stava per azzannare, non avendo capito la metafora. «Mandiamo in Libia gli emissari della Troika – ha detto il ministro Padoan imbeccato da Renzi via Skype – e sottoponiamo lo stato islamico a un programma di riforme per abbattere il debito pubblico. Siamo 28 Paesi in Europa e da noi ha funzionato dappertutto, tranne in Grecia. Ma lì neanche si vota, quindi non corriamo neanche quel rischio». L’approvazione è stata all’unanimità. «Li ridurremo come i portoghesi e gli italiani», ha concluso Franz Sturmundrang, lavapiatti della delegazione tedesca con contratto a progetto.