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Il ciliegio

Vado a vedere la pianta di ciliegio, quando posso passo sempre una mezz’ora con lei e mi faccio raccontare i suoi segreti: come resiste al freddo dell’inverno; come fa a sbocciare per prima subito dopo il gelo

di Carmelo Albanese

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Oggi mi ha fermato una vicina. Scendevo con la tuta e le scarpe da ginnastica per andare al parco. Mi ha salutato in modo un po’ sommesso. Si vedeva che aveva piacere di parlare con me.

– Signora, mi vuole dire qualcosa? –

– Oh sì, grazie. Sa, mio figlio… –

Poi silenzio e sguardo basso.

– Suo figlio cosa? –

Così inizia. Tutta d’un fiato.

– Non vuole più studiare e non lavora, va in giro a vuoto, lui dice che sta bene, ma non può andare avanti così, lei capisce? Ha ventisei anni, questo è il momento di agire, invece tergiversa, aspetta, non si capisce cosa. Io so che lei ha insegnato anche all’università e poi mi ha detto che la stima; non è che potrebbe fare una chiacchierata con lui, magari gli fa capire che sarebbe importante portarla a termine l’università, ha già fatto tutti gli esami, gli manca solo la tesi, ma non si decide a farla. Diventerebbe avvocato, così magari con un pezzo di carta potrebbe fare qualcosa di più, capisce? Ha bisogno di una voce che non sia la mia, di cui si fida, di un po’ di concretezza –

Finalmente smette di parlare.

– Certo signora! Per così poco! Non so se gli sarà utile, ma ci parlerò volentieri, tanto ci incrociamo spesso. Ora scappo che vado al parco – – La vedo che ogni tanto prende e si va a fare una passeggiata al parco, va a correre?-

– No signora, vado a vedere la pianta di ciliegio, quando posso passo sempre una mezz’ora con lei e mi faccio raccontare i suoi segreti: come resiste al freddo dell’inverno; come fa a sbocciare per prima subito dopo il gelo e ascoltandola cerco di imitarla; di starmene tranquillo, fermo, senza fare niente, raccogliendo le energie per poter fiorire quando è tempo, proprio come fa lei. Ora la saluto che la vado a trovare, sennò si fa buio…mi saluti suo figlio! –

La vedo perplessa, anzi, sbigottita. Poi mi giro per andarmene e la sento esclamare:

– Andiamo bene! –

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