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L’italiano non piace al Pd della Toscana

La Regione Toscana taglia i fondi all’Accademia della Crusca, ma non alla fondazione di Bini Smaghi. La cultura evidentemente costa solo se è pubblica e a vantaggio di tutti

di Marco Vulcano

cruscaAl Pd piace twitter. Pochi caratteri, concetti semplici, una notevole povertà lessicale e, soprattutto, la fine di tutte quelle odiosissime regole che disciplinano l’utilizzo di maiuscole e punteggiatura, con le  “h” libere di sgusciare in ogni dove. È il nuovo che avanza, bellezza. O almeno questo è quello che tutti pensavano fino a pochi giorni fa. Già, perché la necessità di un nuovo stile comunicativo che accantonasse le formali regole della lingua colta, da rottamare insieme a tutto quello che appartenesse alle epoche a.R. (avanti Renzi), sembrava essere una peculiarità del Renzismo. E invece no. Bisogna riconoscere che, quanto a disprezzo per la cultura e la lingua italiana, l’ossimorica e inconsistente sinistra del partito risulta vincente su tutta la linea. Della serie Pd che vai, disastro che trovi.

Il merito è del bersaniano DOC Enrico Rossi, il Presidente della regione Toscana, che ha da poco deciso di azzerare il finanziamento regionale di 200.000 euro all’Accademia della Crusca; il più importante istituto culturale addetto alla valorizzazione della lingua italiana.

A renderlo noto, in un comunicato, è la stessa Accademia, che ora rischia di dover licenziare una buona parte del personale – al momento la Crusca ha un organico ridotto all’osso, composto da 6 dipendenti e circa 39 collaboratori – e di bloccare quasi tutti i progetti. Già non è stato rinnovato il contratto a un collaboratore, mentre non saranno rinnovate le borse di studio.

Il finanziamento statale di 600.000 euro, che da solo non basta a coprire le spese dell’istituto, è tuttavia rimasto inalterato. Un fatto che mostra adeguatamente come la cosiddetta sinistra Pd riesca a essere persino più di destra di Renzi e del suo Governo. E non è di certo un compito facile.

Al peggio però non c’è mai fine, e il bersaniano Rossi deve averlo saputo.

I fondi pubblici della Toscana non diminuiscono infatti per tutti. Così, se per l’Accademia della Crusca vengono drasticamente meno le risorse, la fondazione Palazzo Strozzi continuerà a beneficiare di cospicue elargizioni dalla Regione. Il motivo di questa disparità non è dato sapersi. Tuttavia è interessante notare che se l’Accademia della Crusca è interamente pubblica, la fondazione Strozzi no ed è presieduta, dal 2006, da Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea in forza alla Banca Morgan Stanley.

Il candidato alla presidenza della Regione per la lista “Toscana a sinistra”, Tommaso Fattori, chiede ironicamente sul suo profilo Facebook: « Quindi Enrico Rossi azzera i fondi all’Accademia della Crusca mentre decide di dare una valanga di soldi alla Fondazione Palazzo Strozzi, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi?». La risposta è semplice: sì.

Probabilmente il Presidente Rossi ha intenzione di rispolverare un periodo storico che ha rappresentato molto per Firenze: quello dei mecenati. Già immaginiamo il prossimo slogan della sinistra Pd, di cui Rossi fa parte, nella sua inutile e infruttuosa lotta contro Renzi per la conquista del partito: Dopo la Rottamazione, la Restaurazione.

 

 

 

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