Alberto Palladino, dirigente di Casapound condannato per aggressione ad alcuni militanti del Pd, è il nuovo inviato de Il Giornale nel Donbass. Dove Casapound sta con tutti
di Nicola Della Lena

Andrea Palmeri, fascista andato a combattere nel Donbass, dove si è anche fatto promotore di un fondo di solidarietà a favore della popolazione, è tornato qualche tempo fa alla ribalta delle cronache nazionali. Intervistato prima dalle Iene, che hanno presentato Palmeri come un importante esponente del fronte filo-russo, dimenticandosi di raccontare che la resistenza antifascista russofila in Donbass è cosa ben più grande del supporto di qualche squadrista confuso, qualche giorno fa è stato il turno de Il Giornale di Alessandro Sallusti. Tv e stampa al soldo del medesimo editore: Silvio Berlusconi.
Un’attivista per il Donbass racconda del suo incontro con Palmeri e le Iene in Ucraina: questo il video delle iene su Mediaset
L’ineguagliabile capolavoro de Il Giornale è consistito, però, nella scelta del “corrispondente di guerra” (chiediamo scusa ai giornalisti di guerra veri) a cui affidare il servizio: Alberto Palladino, detto Zippo, leader romano di Casa pound.
Dirigente di Casapound, arrestato a fine 2011 e condannato in primo grado per aver aggredito a sprangate alcuni esponenti del Pd, Palladino deve essere piaciuto a Sallusti per essere un grande esperto di estero, in particolare di sud-est asiatico e Birmania, Paese dal quale era appena tornato quando è stato tratto in arresto e in cui è attiva la onlus di Casapound Sol.Id (Solidarité Identités), protagonista di iniziative filantropiche in solidarietà con la lotta armata indipendentista della minoranza Karen, K.N.L.A (Karen National Liberation Army, Esercito nazionale di liberazione Karen) organizzate spesso (come riportato anche da L’Espresso) in collaborazione con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco Nerozzi. Colui che, secondo la Procura di Verona, utilizzava la realizzazione di ospedali da campo in villaggi Karen come copertura filantropica per nascondere la creazione di campi addestramento per volontari da utilizzare in un golpe armato nelle isole Comore.

Arrestato con l’accusa terrorismo internazionale, dopo un anno e 10 mesi Nerozzi se n’è tornato in Birmania. Magari lì c’è ancora bisogno di “ospedali da campo” e di collaborazioni con i camerati di Casapound. Speriamo almeno che Sallusti non lo venga a sapere, altrimenti Palladino non farà solo il corrispondente di guerra dal Donbass, ma anche l’inviato che ci racconterà le mirabolanti gesta del popolo Karen.
Certo, in Birmania la situazione per Casapound è senza dubbio più agevole che sul fronte euro-orientale. Se nel sud-est asiatico i fascisti del terzo millennio sanno infatti con esattezza da che parte stare, in Ucraina la questione è assai diversa. Qui Casapound sostiene infatti sia i criminali di Pravyi Sektor – Settore destro – gli squadristi separatisti di Kiev responsabili del massacro di Odessa nel maggio 2014 che hanno trasformato l’Ucraina in un protettorato euro-americano, sia gli italiani (rigorosamente fascisti anche loro) arrivati in Donbass per combattere contro i battaglioni di Kiev. Uno strano caso di “bipolarismo” in cui l’organizzazione di estrema destra sta da entrambe le parti. Confusione ai massimi termini o sottile manovra politica?
