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Bloody sunday, primo arresto quarantaquattro anni dopo

Ex parà britannico arrestato a Belfast per la strage della Bloody sunday di Derry nel 1972. I soldati inglesi trucidarono 14 manifestanti pacifici, donne e bambini

di Francesco Ruggeri

Primo arresto a Belfast per la “Bloody sunday”, la domenica di sangue del 1972 in cui 14 manifestanti repubblicani furono trucidati a Derry (città che gli unionisti chiamano Londonderry) dalle truppe di sua maestà britannica che occupano ancora il nord dell’isola. L’arrestato è un ex parà di 66 anni. All’epoca era di stanza nell’Ulster e aveva 23 anni. Nelle carte degli inquirenti è identificato con il nome di ‘Soldato J’. Il 30 gennaio del 1972 avrebbe sparato e ucciso William Nash, Michael McDaid e John Young, di soli 15, 20 e 17 anni.

Tredici le persone morte sul posto e una quattordicesima in ospedale mesi dopo quel giorno che innescò la rivolta in Irlanda del Nord. Morti «ingiustificate e ingiustificabili» perché i manifestanti non aggredirono né minacciarono in alcun modo i militari britannici, come decretò qualche anno fa l’Inchiesta Saville. Durata 12 anni e costata 250 milioni di dollari la mega inchiesta non bastò ad individuare le responsabilità della strage. E nel 2012 il Legacy Investigation Branch dell’Irlanda del Nord, chiamato a indagare sulle vicende storiche del conflitto, aprì un’altra inchiesta.

John Lennon e Yoko Ono scrissero ‘Sunday Bloody Sunday’ a solo un mese della strage e con dieci anni di anticipo rispetto al controverso gruppo guidato da Bono.

 

L’arresto del parà britannico «segna una fase nuova dell’ indagine», secondo Ian Harrison, responsabile dell’inchiesta. L’accelerazione lo scorso giugno quando, dopo l’ennesimo appello delle famiglie che per principio da due anni rifiutano l’assegno da 50.000 sterline offerto dal ministero della Difesa britannico, la polizia nordirlandese annunciò di voler interrogare 100 soldati in qualità di testimoni. A settembre la svolta. Gli investigatori hanno deciso di restringere il campo a sette militari di Sua Maestà. Alla fine è arrivato il primo arresto. «Nessun soldato era mai stato arrestato prima. Abbiamo aspettato questo giorno per 44 anni», ha detto John Kelly, fratello di Michael.

2 COMMENTI

  1. da “BIANCO D’IRLANDA” racconto di Stefano Tassinari all’interno della raccolta “D’altri tempi”, 2011 ed. Alegre …
    “Trentotto anni fa. Un tempo infinito, la metà di una vita media, compresa la mia. Ora sono qui, per la prima volta a Derry, con un sacco di lustri sulle spalle, a fissare i nomi dei quattordici caduti di quella domenica, incisi sul monumento eretto alla loro memoria. Quel giorno avevo la stessa età di John, Hugh, Michael, Gerard e Kevin, e forse fu anche per questo che, appena arrivata la notizia del massacro con annesso l’elenco di quei morti quasi tutti ragazzini, non riuscii a trattenere un pianto più rabbioso che liberatorio. Identificazione, condivisione, o forse entrambi quegli stati d’animo. Capitava sempre così di fronte ai nostri morti, che fossero nazionalisti irlandesi o tupamaros uruguaiani, militanti palestinesi o sandinisti nicaraguensi … l’importante era sentirsi internazionalisti, parola della quale i nostri coetanei di adesso non capirebbero nemmeno il senso. Penso anche a questo divario, a questo vero e proprio abisso che ha inghiottito le speranze di milioni di giovani separando per sempre due generazioni, mentre guardo commosso signori coi capelli bianchi e signore con molte rughe lungo il viso appoggiare mazzi di fiori ai piedi di questa grande stele, proprio oggi, 30 gennaio 2010, giorno del trentottesimo anniversario. Saranno fratelli, sorelle, amici, fidanzate di allora o, chissà, solo gente che, cascasse il mondo, proprio non ne vuol sapere di dimenticare quei fatti così lontani per gli altri e così vicini per se stessi (..)”

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