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15 ottobre, chiesto maxi risarcimento per ingiusta detenzione

Scontri a Roma del 15 ottobre 2011, per 2 anni ai domiciliari è assolto e chiede maxi risarcimento. Confermata condanna per Davide Rosci

di  NewsTown

Scontri a Roma, per 2 anni ai domiciliari è assolto e chiede maxi risarcimento

Arrestato, processato, condannato a sei anni ma assolto in Appello e in Cassazione. Si può riassumere così il travagliato percorso di Mirco Tomassetti, 35 anni di Mosciano Sant’Angelo (Teramo), in relazione al processo sugli scontri avvenuti a Roma durante la manifestazione del 15 ottobre 2011.

Tomassetti, rimasto per ben 653 giorni (quasi due anni) di arresti domiciliari, ha deciso di riprendersi dallo Stato quello che gli è stato tolto, e ha avviato la pratica di risarcimento, chiedendo 360mila euro per ingiusta detenzione. La richiesta è stata depositata la scorsa settimana, si attende una risposta nei prossimi mesi.

Negli ultimi anni, a causa dell’arresto, il giovane ha perso il lavoro in un’impresa di sistemi d’allarme per la quale lavorava, che l’ha licenziato dopo i fatti di Roma. Ad oggi, come migliaia di suoi coetanei,è ancora in attesa di un’occupazione stabile.

Il suo legale, Nello Di Sabatino, nell’istanza, riportata stamane sulle pagine de Il Centro insiste molto anche sui danni fisici e psicologici del suo assistito. “A causa del forte stato di ansia e stress – scrive l’avvocato – Tomassetti si è sottoposto a continue cure sia durante il periodo di detenzione agli arresti domiciliari che successivamente. I medici gli hanno diagnosticato un disturbo d’ansia scaturito dall’evento traumatico subito”.

Tomassetti è l’unico assolto in Appello, tra i quattro giovani abruzzesi arrestati dopo gli scontri di Piazza San Giovanni. A Davide Rosci, che si trova nel carcere di Castrogno (Teramo), è stata confermata la condanna a 6 anni di reclusione. Confermati 4 anni e 8 mesi anche a Cristian Quadraccioni, anch’egli di Mosciano, mentre è stata annullata la condanna in secondo grado a 5 anni di carcere perMarco Moscardelli. Il processo, in questo caso, dovrò tornare in Corte d’Appello. (m. fo.)

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