Un poliziotto in borghese, infiltrato per provocare un corteo di lavoratori in sciopero a Parigi, viene riconosciuto e allontanato. Lui non ci sta e punta la pistola verso i manifestanti
I francesi si interrogano sugli scatti del fotografo professionista Cyril Zannettacci, che mostrano un poliziotto in borghese che estrae la pistola e la punta contro manifestanti.
Il poliziotto in borghese insieme al suo collega col casco, era stato riconosciuto all’interno della manifestazione di giovedì a Parigi contro il Job Act ed espulso dal corteo con qualche spinta e urla. Indietreggiando ha messo mano alla pistola minacciando i manifestanti.
La prefettura di Parigi, ha ammesso l’episodio, ma l’ha giustificato come legittima difesa, di fronte a una quindicina di manifestanti che secondo il comunicato governativo stavano tirandogli sbarre di ferro, bastoni e bottiglie.
Episodio negato dal fotografo e da un altro giornalista presente che parlano di qualche spinta iniziale, e poi slogan e urla quali “Vattene sporco poliziotto, ti abbiamo riconosciuto”, “provocatore vattene via”. Ha dichiarato che chi lo ha allontanato erano lavoratori normali, a viso scoperto.
Intanto il quotidiano Liberation, ha suscitato grande dibattito, dando la parola ai “Casseurs” e alle loro motivazioni. In particolare ha pubblicato interviste che sostengono la legittimità dell’uso della violenza contro le cose simbolo del potere economico, e il diritto a difendersi dalle aggressioni e dalla violenza della polizia.
La repressione continua a colpire: un liceale diciottenne di Parigi è stato condannato per aver tirato un uovo contro gli scudi dei poliziotti, e soprattutto 19 operai della fabbrica automobilistica PSA di Valenciennes, sono stati trascinati in tribunale dalla direzione della fabbrica con procedura d’urgenza per il picchetto del riuscito sciopero di giovedì scorso, e chiede la condanna per violenza e il loro licenziamento immediato.
Da giovedì sera le sedi del Partito Socialista sono fatte oggetto di scritte, murales, imbrattanti fatti anche da artisti, che ne denunciano il ruolo e soprattutto la perdita di consenso.
Cosa che preoccupa anche il giornale Le Monde che nell’editoriale di ieri paventa che il crollo di consensi per il governo e il presidente, gli impediscano di utilizzare la forza legge per impedire la paralisi del paese.
Cose che succedevano già in Italia negli anni 70 (testimonianza personale) e che succedono ancora. L’agente infiltrato lo inventò Cossiga.