24.7 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
24.7 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
Homepadrini & padroniChi vuole questa riforma?

Chi vuole questa riforma?

Chi vuole questa riforma? Un’accozzaglia di politici, imprenditori, multiutility, multinazionali, banche

di Cristina Quintavalla

Renzi a porto turistico Salerno con De Luca

La Confindustria, perchè dal governo ha avuto l’abolizione dello Statuto dei lavoratori, dell’art. 18, la licenziabilità dei lavoratori; il regalo di 20 miliardi di incentivi, in cambio del crollo dell’occupazione stabile del 33,7%; il lavoro precarizzato, senza garanzie e tutele.
La vuole la grande finanza, dalla J.P.Morgan, alla BCE, a Bankitalia, a Blackrock, alle assicurazioni, ai petrolieri, alle multiutility, che grazie allo Sblocca Italia, le politiche energetiche, il consumo di suolo, le grandi opere – Tav, trivellazioni, gasdotti, inceneritori, autostrade, Tibre, Cispadana, ponte sullo Stretto, acqua, energia, rifiuti, trasporti – possono mettere le mani sui beni comuni e lucrare sui bisogni delle persone.
Questo è il senso della Riforma del Titolo V. Non di garantire un eguale accesso ai diritti, ma di consentire al governo, in forza della legislazione esclusiva su tutela della salute, politiche sociali, energetiche, del lavoro, infrastrutture strategiche, grandi reti di trasporto, istruzione, beni culturali, governo del territorio, nonchè della “clausola di supremazia”, di approvare, senza alcun ostacolo da parte di Regioni e Comuni, speculazioni, cementificazioni, aggressioni all’ambiente; di depotenziare la sanità pubblica, per favorire forme di sanità integrativa privata, offerta dalle compagnie di assicurazioni.
La riforma è stata approvata dalla maggioranza della Camera dei deputati, grazie al voto di deputati non eletti, ma nominati per effetto del premio di maggioranza dato dal Porcellum: sta infatti spaccando in due il paese, rendendo nemici tra loro persino i componenti più autorevoli dello stesso PD.
Qualunque esito verrà dalle urne, questo governo ne uscirà delegittimato, poiché responsabile di una avventuristica prova di forza che da 33 mesi sta tenendo in ostaggio il paese, chiamato ad un plebiscito.
La riforma si regge su un sofisma: poiché le cose non vanno, dobbiamo cambiare la Costituzione. Ma non è sua la colpa della corruzione, della malapolitica, della negazione dei diritti, bensì del ceto politico, che da 70 anni ha fatto di tutto pur di non applicarla.

La fiducia monocamerale, l’istituzione di ben dieci diversi iter legislativi, il voto su disegni di legge governativi a data certa, la non eleggibilità del Senato (una specie di “ufo”, senza funzione chiara), la riduzione della Camera dei Deputati ad espressione della maggioranza di governo (per effetto del premio di maggioranza del 54% dell’Italicum), nonché dell’autonomia degli organi di garanzia, dimostrano che siamo in presenza di una pericolosa trasformazione dei processi decisionali, che dal Parlamento vengono trasferiti all’esecutivo, che deciderà senza controlli e limiti. Se il potere non controlla e limita il potere, questo fa quello che vuole.
La riforma Renzi-Boschi sferra un grave attacco alla sovranità popolare, sottraendo ai cittadini il diritto/dovere di votare i componenti del Senato, che verrà trasferito ai partiti. Vengono indeboliti i processi partecipativi, aggravata la crisi dei partiti, minacciato il pluralismo politico.
Ci stiamo avviando verso la perdita dello spazio politico come luogo di interazione di cittadini liberi, uguali e sovrani.

Cristina Quintavalla è attiva nel Comitato per il NO di Parma

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Una cinepresa puntata sulle banlieue in rivolta

La guerra civile che avanza. L'arte per leggere le eterotopie delle banlieu parigine [Luca Cangianti]

Dietro lo stallo del Nuovo Fronte Popolare, due strategie opposte

Francia, la sinistra è lacerata su un governo destinato a durare poco. I socialisti stanno inviando segnali di apertura al campo macronista [Mathieu Dejean]

E’ sbagliato tifare per la Nazionale? Noi compagni e il calcio

Europei: football, politica e società. Uno sguardo con gli occhi di un socialista inglese [Dave Kellaway]

Francia, la gauche in stallo, cresce l’impazienza popolare

Duello Ps-LFI per chi guiderà il governo del NFP. Ma intanto Macron punta a dividerlo. Se resisterà sarà solo per la pressione dei movimenti

Il passepartout del sionismo

L'accusa di antisemitismo e altre sfumature retoriche per negare le responsabilità di Israele nel massacro di Gaza