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Alluvioni, in sette milioni a rischio

Maltempo e alluvioni. Situazione drammatica soprattutto in Piemonte. Legambiente: “In Italia 7 milioni i cittadini esposti quotidianamente al pericolo”

di Francesco Ruggeri

Garessio, esondazione del Tanaro
Garessio, esondazione del Tanaro

«Mentre Renzi invece di governare va in giro a terrorizzare il paese sui disastri che produrrebbe la vittoria del NO – cioè il mantenimento della più bella Costituzione del mondo – il disastro in Italia lo fa la pioggia! Perchè il governo Renzi si rifiuta pervicacemente di fare un piano di riassetto idrogeologico del territorio che affronti la principale emergenza del paese e cioè la sua fragilità nei confronti di pioggia e terremoti? Renzi pensa solo al mantenimento del suo potere, non al bene del paese, questa è la verità!». Così Paolo Ferrero, segretario del Prc di fronte alle scene di interi paesi isolati, fiumi esondati, cittadini evacuati. Torna violentissima l’emergenza maltempo in Italia con situazioni già pesantissime in Piemonte, dove oggi è esondato il Tanaro, ma anche in Liguria, o a Licata (Ag) nei giorni scorsi.

Ma sono ben 7 milioni i cittadini che si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni nel nostro Paese. Dei 1.444 comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente “Ecosistema Rischio”,in ben 1.074 comuni (il 77% del totale) troviamo abitazioni costruite in aree a rischio. Nel 31% troviamo addirittura interi quartieri e nel 51% dei casi anche impianti industriali.

Nel 18% dei Comuni coinvolti dall’indagine, nelle aree golenali o a rischio frana sono presenti strutture sensibili come scuole o ospedali e nel 25% strutture commerciali. E nonostante gli allarmi e i drammi del passato, l’urbanizzazione nelle zone pericolose continua, tanto che nel 10% dei Comuni intervistati sono stati realizzati edifici in aree a rischio anche nell’ultimo decennio e solo il 4% delle amministrazioni ha intrapreso interventi di delocalizzazione di edifici abitativi e l’1% di insediamenti industriali.

Solo nel 2015 frane alluvioni hanno causato nel nostro Paese 18 vittime, 1 disperso e 25 feriti con 3.694 persone evacuate o rimaste senzatetto in 19 regioni, 56 province, 115 comuni e 133 località. Secondo l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr, nel periodo 2010-2014 le vittime sono state 145 con 44.528 persone evacuate o senzatetto, con eventi che si sono verificati in tutte le regioni italiane, nella quasi totalità delle province (97) e in 625 comuni per un totale di 880 località colpite.  

“Sembra assurdo doverne riparlare oggi in piena emergenza – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni -, ma ancora oggi manca una seria politica di riduzione del rischio che sappia tutelare il suolo e i corsi d’acqua, e ridurre i pericoli a cui sono quotidianamente esposti i cittadini. Nonostante si sia cominciato a destinare risorse per far partire interventi prioritari di messa in sicurezza, l’avvio di una politica di prevenzione complessiva stenta a decollare. Il tema della fragilità del territorio della nostra Penisola deve diventare centrale nella riflessione comune a tutti i livelli di governo del territorio, insieme a quello della prevenzione che permetterebbe di far risparmiare migliaia di soldi spesi per riparare i danni causati dal maltempo e da eventi calamitosi. Occorre fermare il consumo di suoloprogrammare azioni che favoriscano l’adattamento ai mutamenti climatici e operare per la diffusione di una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza presso i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze”.

“I Comuni hanno un ruolo determinante sulla pianificazione urbanistica, negli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati, nell’adeguamento alle norme di salvaguardia e nella corretta manutenzione del territorio – ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Eppure ancora troppi Sindaci sembrano non esserne consapevoli, nonostante siano chiamati ad aggiornare i propri piani urbanistici anche alla luce delle nuove mappe del rischio e dell’approvazione del Piano di gestione del Rischio Alluvioni da parte della Regione Piemonte e dell’Autorità di Bacino del Po. Ci auguriamo che nei prossimi mesi venga seguito l’esempio di quelle poche amministrazioni che con coraggio stanno rivedendo i propri piani urbanistici, riducendo le aree edificabili, dando così in modo tangibile un contributo alla salvaguardia del suolo e alla sicurezza collettiva”.

In Piemonte sono 1131 su 1206 i comuni con aree a rischio frana o alluvione, pari al 93% del totale, con più di 87 mila residenti in aree a pericolosità idraulica elevata e più di 220 mila in aree a pericolosità media.

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