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Caso Consip, perché il cambio delle guardie?

Esautorati i carabinieri del Noe di Napoli, la palla passa alla polizia. L’ombra di una strana norma. Il caso Consip, una storia più fetida di quanto non appaia. Un caravanserraglio di interessi e di relazioni oscure

di Uriele

La vicenda della corruttela in CONSIP è una melassa vischiosa e putrida indice di un degrado da basso impero in decadenza. I protagonisti erano già vitali già da parecchi anni ma è come se negli ultimissimi anni della cosiddetta toscanizzazione dell’Italia abbiano trovato finalmente il loro humus vitale congegnale.

La capacità di suasion, di sinapsi e di attrazione per vie illecite ovvero per vie quasi lecite era in grado di raggiungere molti ambienti e persone. Avevamo già scritto della vicenda Romeo/Consip un mese fa, quando, tranne Il Fatto, nessun organo di stampa se ne voleva occupare perché l’indagine cominciava a lambire Tiziano, il padre di Matteo, Renzi, il ministro Lotti, il Comandante Generale dei Carabinieri Del Sette: “Si tratta di una inchiesta relativa al più grande appalto d’Europa di 2.7 milioni di € sotto l’egida di CONSIP per il cosiddetto facility management, nell’indagine sono implicati pure il renziano di ferro Lotti e il Comandante Generale dei Carabinieri”.

In queste ultime due settimane si è letto e sentito di tutto e di più, forse anche in un eccesso di dettagli e di informazioni piuttosto frastornanti in relazione a questa storia ignobile.

Eppure rimangono sotto traccia delle circostanze e dei fatti piuttosto gravi ma confusi, forse volutamente confusi. Durante le indagini condotte inizialmente da Woodcock della Procura di Napoli sembra altamente probabile, dalle successive risultanze investigative, che gli indagati sapessero dettagli sulla propria indagine: da questo punto di vista sono indagati i due generali dei CC Del Sette e Saltalamacchia. Ma Saltalamacchia è proprio quel generale che Renzi con tutto se stesso cercò di far nominare a capo dei Servizi Segreti malgrado non ne avesse in alcun modo le caratteristiche curriculari (se a questo si aggiunge che il ministro Lotti è stato in predicato nel governo Gentiloni per diventare il delegato a coprire il ruolo di coordinamento dei Servizi Segreti, si ha una idea del livello di contorsione anomala che si è raggiunto!).

Ma non è certo finita qui. Circa una settimana fa alcuni degli indagati dell’affaire Romeo/Consip si sono lamentati di fughe di notizie apparse sui giornali che in qualche modo danneggiavano la loro immagine e la loro difesa: la Procura di Roma, ora titolare per competenza territoriale di gran parte delle indagini, esautora dall’inchiesta come PG, con tanto di comunicato stampa immediato, il NOE dei CC di Napoli, polizia giudiziaria di cui Woodcock si è sempre fidato. L’esautorazione con la sciabola di una forza di polizia nel corso di una indagine è fatto piuttosto raro, si preferisce piuttosto il fioretto dell’affiancamento con affievolimento crescente delle deleghe di PG ad altra forza di polizia. Delle rivelazioni penetranti sulle indagini a favore degli indagati si parla oggi poco: il NOE di Napoli sembra essere diventato di colpo il corpo dei “cattivi”. Su tutto ciò grava l’aere pestilenziale del recentissimo DLGS n. 177 del 19 agosto 2016 che impone l’assorbimento della Forestale nell’Arma dei carabinieri, una norma agostana che obbliga gli ufficiali di polizia giudiziaria a riferire ai loro superiori i contenuti delle indagini segrete. Il quinto comma dell’articolo 18 prevede che “il capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza e i vertici delle altre Forze di polizia adottano apposite istruzioni attraverso cui i responsabili di ciascun presidio di polizia interessato, trasmettono alla propria scala gerarchica le notizie relative all’inoltro delle informative di reato all’autorità giudiziaria, indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale”. Una normativa simile in qualche misura esisteva già per i carabinieri, ma il DLGS 177 lo rafforza per i CC e ne estende l’obbligo anche alla Guardia di Finanza e alla Polizia: in sostanza Del Sette potrebbe venire a sapere delle indagini che lo riguardano: cose da Zimbabwe! Ma andiamo oltre.

Scrive il Fatto il 5 marzo: “ Ma tra le carte pubblicate dai quotidiani ora emerge un nuovo elemento. Durante una grigliata tra amici in casa Renzi senior alla fine di ottobre 2016, scrive il quotidiano La Verità, il generale Saltalamacchia avrebbe dato un consiglio preciso al padrone di casa. Tra un piatto e l’altro, davanti alla tavola imbandita cui sedevano diversi notabili del luogo (Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano, Andrea Conticini, genero di Renzi senior indagato a Firenze per riciclaggio, e Massimo Mattei, ex assessore del Comune di Firenze) e a portata delle microspie piazzate dai carabinieri del Noe, Saltalamacchia avrebbe suggerito a Tiziano: “Non parlare con Alfredo Romeo“. Un’indicazione che apre una serie di scenari e fa nascere nuovi interrogativi, anche in relazione a un altro episodio che emerge dagli atti e che ha come protagonista il padre dell’ex presidente del Consiglio. Il 7 dicembre, infatti, Roberto Bargilli, autista del camper sul quale Matteo Renzi girava l’Italia al tempo delle primarie del Pd, chiama Carlo Russo, il faccendiere di Scandicci protagonista dell’inchiesta, e lo avvisa: “Scusami, ti telefonavo per conto di babbo – dice, intercettato – mi ha detto di dirti di non chiamarlo e di non mandargli messaggi”. “Babbo” Renzi, quindi, sa di essere intercettato e le operazioni sul suo telefono erano state disposte solo due giorni prima, il 5 dicembre. Il primo quesito: da chi viene avvisato Tiziano Renzi? A pagina 675 dell’informativa inviata ai pm e pubblicata sempre da La Verità, gli inquirenti annotano: “La domanda più ovvia da farsi è quella relativa ai motivi per cui una persona come Renzi Tiziano venga avvisato di essere intercettato ma la risposta, altrettanto scontata, appare solo una, ovvero che il figlio Matteo Renzi, presidente del Consiglio pro tempore, abbia messo in campo tutte le risorse disponibili per tutelare la sua famiglia e quindi anche il padre che, da una ricerca su fonti aperte sul web, è da considerarsi sicuramente un personaggio con diversi trascorsi singolari“.

Allegre tavolate quindi con babbo Renzi e il generale CC Saltalamacchia. Inoltre stando alle agenzie di stampa Italo Bocchino, ex parlamentare plurindagato, per AN nel Copasir, l’organismo di controllo parlamentare sui servizi segreti, e grande frequentatore di Palazzi romani era il grande consulente facilitatore di Romeo; grazie anche alla sua qualità di ex membro del Copasir vantava ottime conoscenze nei servizi segreti italiani. Comunque La Stampa e il sito Affari italiani fanno un paio di nomi di questo Circus, il generale CC Frascati (o Frastanesi) e un certo Ferragina, cognome raro e di ascendenza calabrese. Ma nessuno sa chi sia o e se esista il Generale Frascati o Frastenesi che dir si voglia? Intanto Romeo sembrava aver contattato pure la Marina Militare USA per una importante commessa di global service: tutto ciò nell’inconsapevolezza della DIA e della NSA?

De Magistris da PM indagò su un Circo Barnum e una melassa impastricciata simili e passò per pazzo visionario, ora che la melassa allorda dappertutto chi è il nuovo Male da additare: il NOE, il complotto demoplutogiudaico, il fantomatico partito dei PM, le potenze estere, il Diavolo?

 

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