Forenza: «Vediamoci subito senza rimpianti per il Brancaccio»

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Post-Brancaccio: fare subito quello che andava fatto mesi fa: costruire una proposta politica e sociale che unisca lotte, conflitti, mutualismo

di Eleonora Forenza

Illustrazione di Beppe Ciarallo

Avevamo detto per mesi che il Brancaccio avrebbe portato lì dove ha portato: a una perdita di tempo, energie, speranze. 
SI-MDP-POSSIBILE hanno chiuso un accordo, lo hanno portato da Grasso.
 E il Brancaccio è morto. I due garanti che con ogni evidenza non garantivano nulla. Anche se certo le vette della assemblea annullata e i post di Anna Falcone contro ‘i facinorosi’ ‘militonti’ superano ogni immaginazione. La sig.ra Falcone potrebbe risparmiarsi di insultare una comunità politica dopo essere andata da Grasso coinvolgendo solo alcune forze politiche in nome dell’unità. Un capolavoro. 
Ora occorre subito fare quello che andava fatto mesi fa: costruire una proposta politica e sociale che unisca lotte, conflitti, mutualismo. Che non abbia il superamento dello sbarramento come alfa e omega del proprio agire politico. Che tenga insieme le tante forme del fare politica oggi: partiti, movimenti, sindacati, centri sociali. Radicale, che fondi il consenso sulla capacità di conflitto e trasformazione del senso comune. Senza maestrin@ che si autoproclamano garanti, sentendosi superiori a chi ogni giorno fa militanza con sacrificio e passione. Anticapitalista, femminista, ecologista, libertaria. Di opposizione a questa UE e alternativa a socialisti europei e Pd. 

Vediamoci subito: con chi era in piazza l’11, con chi il 18 avrebbe voluto davvero partecipare a un processo diverso, con chi ha manifestato per il no sociale. con chi ha resistito. Con chi lotta.

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Checchino Antonini
Checchino Antonini quasi sociologo, giornalista e scrittore, classe 1962. Dagli anni Ottanta segue e racconta i movimenti sociali e la “malapolizia”. Ha scritto e trasmesso su Radio Città Futura, TeleAmbiente, Avvenimenti, Ultime Notizie, Liberazione, Micromega, Erre e Megafono quotidiano, InsideArt, Globalist, PostIt Roma, Retisolidali, Left, il manifesto, Diogene. Ha pubblicato, con Alessio Spataro, “Zona del silenzio”, graphic novel sul caso Aldrovandi. Con le edizioni Alegre ha scritto “Scuola Diaz vergogna di Stato” assieme a Dario Rossi e “Baro” Barilli. Il suo primo libro è Zona Gialla, le prospettive dei social forum (Fratelli Frilli, 2002). L'ultimo, per ora, è un'antologia di racconti di Gabriele Brundo che lui ha ideato e curato assieme a Rimaflow e Archivi della Resistenza: Cocktail Partigiani (ETS, Pisa)

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