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Iglesias, Mélenchon e Martins: «Europa mai così disuguale»

I leader della sinistra alternativa: Salvini e Macron sono complementari, non rivali. «Noi all’opposizione di questa Europa»

di Pablo Iglesias / Catarina Martins / Jean-Luc Mélenchon/ Søren Søndergaard

Questa settimana si svolgerà a Bruxelles il Consiglio europeo. Sarà il primo da quando il governo austriaco, guidato da Sebastian Kurz, ha assunto la presidenza. Lo spettro politico europeo si sta muovendo verso l’estrema destra, con la formazione del governo italiano di 5 Stelle e Lega e la svolta autoritaria in paesi, come l’Ungheria o la Polonia, che hanno voltato le spalle apertamente, tra le altre cose, al diritto internazionale dei rifugiati .
All’attuale livello di polarizzazione, le posizioni di Salvini e Macron, piuttosto che rivali, si rivelano totalmente complementari. E’ proprio la mancanza di solidarietà europea che, combinata con le politiche di austerità, ha alimentato la xenofobia in Europa negli ultimi decenni e ora permette a Salvini di scagliarsi contro gli immigrati in Italia. La presidenza Kurz segna un approfondimento delle tendenze reazionarie dello spettro politico europeo, alimentando il mantra della scarsità di risorse per aumentare la concorrenza tra i popoli oppressi. Questo mantra, creato e nutrito dal neoliberismo, unifica le forze reazionarie dal “centro estremo” di Macron all’estrema destra di Salvini.
Come forze progressiste progressiste, ci opponiamo alle soluzioni di un’Unione europea che soffre di una grave mancanza di solidarietà e rispetto dei diritti umani. Le presunte soluzioni degli ultimi mesi per distribuire i migranti salvati nel Mediterraneo in alcuni paesi non sono sufficienti se non si basano su una politica di accoglienza reale e duratura. Alla luce di questi elementi, diciamo forte e chiaro che ci opponiamo alla politica delle frontiere dell’UE gestita da Frontex, condannando a morte migliaia di persone nel Mediterraneo e che ha permesso di crescere a voci autoritarie come quelle di Salvini. Siamo anche fortemente contrari alla politica della Fortezza Europa, alla esternalizzazione delle frontiere, che viola la sovranità di paesi terzi e rende l’Ue responsabile di morti, stupri e torture che si verificano contro i e le richiedenti asilo in Libia e in tutta l’Africa, mentre spiana la strada alle mafie. Questo disprezzo per i diritti umani e i principi dei regolamenti per l’accesso alla protezione umanitaria rappresentano una seria minaccia per i diritti degli stessi cittadini europei.
L’Unione europea ha enormi responsabilità che sono all’origine di questi movimenti migratori, a causa delle esportazioni di armi, del saccheggio delle risorse naturali, delle politiche di espropriazione della ricchezza da parte delle multinazionali o di accordi di libero scambio che aprono la strada alla corruzione. Tuttavia, concentrando il dibattito esclusivamente sulla migrazione, Macron e Salvini stanno cercando di mascherare i problemi reali della popolazione in Europa.
All’interno della stessa UE rifiutiamo l’inevitabilità dell’esilio forzato di centinaia di migliaia di giovani europei (in particolare dal sud), che sono costretti a lasciare i loro paesi devastati dalla disoccupazione causata dalle politiche di austerità. Allo stesso modo, non possiamo rassegnarci all’impotenza di fronte alle crescenti tensioni internazionali e alla moltiplicazione dei conflitti armati che portano alla migrazione forzata. Né possiamo abbandonare la lotta per una profonda trasformazione ecologica del sistema produttivo ed energetico: interi territori del nostro pianeta stanno diventando inabitabili, e questa non è un’evoluzione naturale, ma piuttosto è il risultato del riscaldamento globale generato dai nostri attuali modelli di produzione e di consumo.
Difendiamo una politica di accoglienza e di difesa dei diritti fondamentali per un’Unione europea che non si sottragga alle sue responsabilità. Come abbiamo dichiarato lo scorso giugno, l’Europa non è mai stata così prospera e, allo stesso tempo, così ineguale. L’applicazione delle politiche di austerità non ha risolto nessuno dei problemi strutturali che hanno portato alla crisi. Dobbiamo abbandonare la politica di salvataggio alle banche che scaricano i costi alla popolazione.
La riunione del Consiglio di questa settimana sarà la messa in scena di come l’estrema destra proverà a prendere il controllo del futuro dell’Europa. Macron e i suoi amici liberali faranno finta di opporvisi mentre continuano a organizzare l’esternalizzazione delle frontiere e l’aumento delle espulsioni. La nostra soluzione deve essere basata sia sui diritti sociali e sui diritti dei lavoratori sia sulla difesa delle nostre istituzioni democratiche e sui principi femministi, LGTBI e antirazzisti. Difendiamo una politica di accoglienza genuina, dignitosa e decente, coordinata tra tutti i paesi europei, nonché una politica di cooperazione internazionale, anziché gli attuali accordi di libero scambio. Se ci dicono che non si può, che non è possibile un’alternativa all’interno delle istituzioni e dei trattati europei, risponderemo che la reazione all’ingiustizia e alla volontà democratica e organizzata del popolo è sempre stata il motore che ha fatto cambiare le cose. Questa è la nostra priorità oggi: costruire un’alleanza internazionale che metta la solidarietà e i diritti sociali al centro della politica e soprattutto.
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Pablo Iglesias, segretario generale di Podemos
Catarina Martins, coordinatrice del Blocco di Esquerda (Portogallo)
Jean-Luc Mélenchon, presidente del gruppo parlamentare di France Insoumise all’Assemblea nazionale (Francia)
Søren Søndergaard, Deputato di Enhedslisten – Red-Green Alliance (Danimarca)

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