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Gilet gialli, come si capisce dove va un movimento?

Gilet gialli, un criterio infallibile per capire se un movimento rappresenta un pericolo per le classi dominanti

di Antonio Moscato

Un criterio per capire da che parte va un movimento, e se rappresenta un pericolo per le classi dominanti, è spesso fornito dall’atteggiamento dei grandi organi di intossicazione di massa: se in una prima fase scelgono di non parlarne o di ridurlo a folclore, poi entrano in scena gli specialisti che cominciano a ingigantirne la dialettica interna per ricondurla ai più diversi burattinai. Lo scopo è ovviamente quello di screditarlo per impedire che raccolga consensi.

Un capolavoro del genere è l’articolo apparso oggi sulla “Stampa” di Torino che riesce già nel titolo a mettere insieme i gilet gialli, Grillo, Bannon e i russi, la Brexit e l’uscita dalla Nato, per poi costruire un articolo imperniato su una bufala di Trump, che vede nella protesta francese una protesta contro l’accordo sul clima, e fantastica su manifestanti che a Parigi avrebbero gridato: «vogliamo Trump». Lo stesso autore del ridicolo articolo, Jacopo Iacoboni, deve ammettere tra le righe che “è dubbio peraltro che davvero qualcuno in piazza gridasse: «vogliamo Trump»”, come sostiene un esponente di un’organizzazione di destra statunitense. Tuttavia ciò non impedisce alla redazione di corredare la pagina di foto di Trump, Grillo, Bannon, e perfino dell’ideologo russo Dugin, mentre lo stesso Iacoboni fa un’antologia di citazioni di esponenti di destra che hanno rilasciato generiche dichiarazioni di appoggio alle proteste.

Per avvalorare la tesi dell’esistenza di una “internazionale della protesta” dietro le manifestazioni, si citano due militanti francesi pro Putin che avrebbero portato in piazza una bandiera della repubblica filorussa del Donbass, Fabrice Sorlin e Xavier Moreau, “uno dei quali ha in giro anche una fotografia a un evento con Marion Maréchal, la nipote di Marine Lepen”. Che “prova” schiacciante!

Il movimento dei gilet gialli in quattro settimane ha arricchito la sua piattaforma rivendicativa rendendo più difficile un’appropriazione da parte della destra, e ha resistito ai molti tentativi di criminalizzazione, finalizzati a scoraggiare una larga partecipazione e a ridurre l’ampio consenso che risulta da tutti i sondaggi.

Se la destra riuscirà a cavalcarlo e a deviarlo si dovrà prima di tutto alla viltà delle grandi confederazioni sindacali e della quasi totalità della sinistra, spaventata dalla radicalità della protesta e abituata ad abboccare alle mistificazioni del governo, e terrorizzata dall’idea che si costruiscano legami di solidarietà al di sopra dei confini.

Sull’atteggiamento di settori di sinistra oltre che del NPA vedi sul mio sito FRANCIA – “Gilet gialli”: la posta in gioco della mobilitazione popolare e Francia : Appello unitario per la mobilitazione di oggi e anche le riflessioni di Alain Bihr sul sito di Sinistra Anticapitalista.

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