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Un comboniano contro il nuovo razzismo

Il nuovo libro del missionario comboniano Alex Zanotelli edito da Chiare lettere: “Prima che gridino le pietre. Manifesto contro il nuovo razzismo”

di Enrico Baldin

Andare oltre la narrazione delle migrazioni per stereotipi. Affrontare un fenomeno complesso alla radice, evitando superficialità e senza fare sconti a nessuno. E’ questo che riesce a padre Alex Zanotelli nel suo libro recentemente uscito Prima che gridino le pietre. Manifesto contro il nuovo razzismo, edito da Chiarelettere.

Il ministro della propaganda nazista diceva che una bugia ripetuta mille volte diventa una verità. Questo, in tempi di tweet virali e followers, è quello che pare essere accaduto al tema dell’immigrazione. Con una aggravante: il dibattito pubblico si è avvitato su quelle bugie ripetute mille volte fino a divenire vittima di un inarrestabile vortice che ha un ché di antidemocratico e che ha inquinato pesantemente l’ideario comune e non solo. Sull’immigrazione si sono fatte campagne elettorali e le bufale le hanno influenzate e non poco.

Alex Zanotelli, missionario comboniano, in passato direttore della rivista Nigrizia, con focus sull’Africa, ha tentato di destrutturare bufale e messaggi distorti che hanno avvelenato il discorso sull’immigrazione. Lo ha fatto con la semplicità che lo contraddistingue, e con quella schiettezza che gli ha fatto guadagnare il rispetto di molti. Zanotelli non risparmia rilievi e critiche a nessuno. Non le ha risparmiate al mondo dell’informazione, a certi settori sonnolenti della chiesa; neppure alle politiche sicuritarie dell’attuale governo, né a quelle dei governi targati PD che coniarono, di comune accordo col governo provvisorio libico, i campi-lager per migranti in Libia, preconizzando le politiche di Salvini che si sono protratte più in là, fino alle chiusure dei porti.

Eppure di che cosa stiamo parlando? Di un fenomeno che, numeri alla mano, è effettivamente mastodontico: secondo l’ONU nel mondo i rifugiati sono 65 milioni, l’86% dei quali è ospitato in paesi poveri. Solo il restante 14% risiede nei paesi del ricco Occidente che invece si sente invaso. Ma soprattutto: che vuol dire rifugiati? Da che cosa ci si rifugia? Perché si migra? Queste sono le domande completamente assenti dal dibattito pubblico italiano.

Il libro di Zanotelli ha il merito di sviluppare le risposte a quelle domande, partendo dai paesi di provenienza degli immigrati, dalle situazioni politiche e sociali complesse se non drammatiche che vivono i paesi del centrafrica lacerati da guerre civili interminabili, prosciugati dalla povertà, minacciati dall’estremismo islamico e – tutt’altro che di rado – condizionati dalle politiche neocolonialiste dei paesi Occidentali che su quella povertà speculano. Speculano quando si assicurano il cacao, il coltan ed i diamanti, speculano quando vendono armi.

Di fronte ad un mondo che non si assume responsabilità e che mette a profitto l’immigrazione per fini elettorali, però, c’è anche una parte di società che non ci sta. Dal sindaco di Riace che crea il suo modello di accoglienza ai braccianti schiavizzati che scioperano contro caporali e sfruttatori, fino alla chiesa che si fa carico della responsabilità del messaggio cristiano. Tweet virali e bufale non intaccano quella comunità antirazzista ed impegnata che ha deciso di essere un’altra diversa storia politica in questo Paese.

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