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Viterbo, stupro di gruppo. Il branco è Casapound

Viterbo, come i mostri del Circeo. Arrestati per stupro due di Casapound, uno è consigliere comunale a Vallerano. Hanno filmato la violenza con gli smartphone

Sono entrambi di CasaPound i due giovani, ventenni, arrestati a Viterbo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 36enne. Secondo quanto si apprende si tratta di Francesco Chiricozzi, consigliere comunale di per Casapound a Vallerano (18% alle comunali del 2018), un paese della provincia di Viterbo, e di un militante viterbese sempre di CasaPound.  La Polizia di Stato di Viterbo ha eseguito le due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il reato si è consumato all’interno di un circolo privato di Viterbo, di cui gli autori del reato avevano in quel momento l’uso esclusivo. Si tratta dell’Old Manners, vicino alla centralissima piazza della Rocca, che compare nell’elenco delle sedi ufficiali di CasaPound ma è bazzicato anche da cani sciolti dell’estrema destra.

I fatti risalgono al 12 aprile scorso. Secondo le ricostruzioni, i due arrestati avevano somministrato bevande alcoliche alla donna, per poi iniziare approcci di tipo sessuale. Di fronte alla sua resistenza, i due ragazzi hanno iniziato a colpirla con pugni in pieno volto, procurandole la perdita di coscienza, approfittandone poi per stuprarla. La violenza sessuale è stata filmata con gli smartphone sequestrati dalla polizia. Chiricozzi, per intenderci, è quel genere di persone che su Instagram pubblicano manifesti del Ventennio e omaggi ai repubblichini, compresi manifesti razzisti d’epoca come quello in cui un soldato “negro” violenta una donna bianca: “Difendila, potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia”, recitava la propaganda fascista di ieri e di oggi.

E poi Chiricozzi commenta: “La prossima Pamela, la prossima Desirèe potrebbe essere tua figlia, tua moglie o tua sorella. SVEGLIA”. Ancora: “Trova l’intruso…” scriveva Chiricozzi su Facebook, dove ha un profilo chiuso per coloro che non sono tra gli amici, postando un selfie che ritrae l’interno di un pullman alludendo a una donna straniera che siede dietro di lui. In un altro post: “Chi è a favore dello IUS SOLI odia la propria razza, odia la propria cultura, odia la propria identità. Essere a favore di questa legge suicida equivale a pisciare sulla tomba di tutti quegli eroi che con il proprio sangue hanno tracciato e difeso i confini della nostra nazione. Orneremo i nostri lampioni con i vostri corpi penzolanti, traditori”. E ancora, “Belli, compatti e Fascisti. Blocco studentesco per mille anni”.

Non è certo il primo episodio di squadrismo violento nel viterbese che vede protagonista il partitino di estrema destra molto coccolato in alcuni ambienti del Viminale e che, nella vicina Capitale, è protagonista delle violenze contro immigrati e rom legittimi assegnatari di case popolari a Torre Maura e Casalbruciato. In questo contesto di cronache nerissime va letta la scomunica di rito da parte di uno dei capi di Cpi, Simone Di Stefano: «la persona in questione è stata immediatamente espulsa da CasaPound ed ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale. Qualora risultasse colpevole auspico una pena durissima. Come per ogni altro infame stupratore». L’11 febbraio 2017 a un giovane di Vignanello è stato spaccato il naso per un post satirico su Facebook. Quando sono arrivate le condanne di primo grado a 2 anni e 8 mesi per Jacopo Polidori, presidente della sezione ‘Cimini’, e Michele Santini, militante poco più che maggiorenne, i fascisti del III millennio avevano strepitato: «Sentenza fuori dalla storia, le lesioni non sono gravi». In quella storiaccia, ricordata ora dal sindaco di Vallerano, c’era anche un Chiricozzi, all’epoca minorenne. Il 14 luglio 2012, a Viterbo si stava per concludere l’edizione estiva di Caffeina festival il cui direttore artistico, Filippo Rossi, intorno all’1 di notte, era ancora nel centro storico con alcuni volontari della manifestazione letteraria. Proprio nella segreteria organizzativa del festival, in piazza San Pellegrino, Iannone il carismatico conducator degli squadristi terzomillenaristi gli si scagliò contro. E il giorno seguente rivendicò con forza: lo «schiaffone futurista» come quello di Umberto Boccioni a Ardengo Soffici. Il gruppo di militanti che ha preso parte al raid era composto da una quindicina di giovani e tutti indossavano un maglietta nera con il logo dell’organizzazione. Per il leader di CasaPound, è stata «una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, che più volte è venuto a CasaPound a parlare, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento in maniera del tutto pretestuosa. Uno schiaffone può far male, ma un occhio nero passa in fretta. A Rossi voglio dire che altrettanto male possono fare la penna e le parole, ma gli effetti delle ingiurie durano più a lungo».

Il 16 novembre 2014, una squadraccia di energumeni fece irruzione sugli spalti del piccolo campo di gioco di Magliano Romano e cominciò a pestare i sostenitori dell’Ardita San Paolo che di lì avrebbe dovuto giocare la sua partita di terza categoria con la Virtus Magliano. L’Ardita era una squadra romana nota per la sua identità antifascista e antirazzista, oltre che per il suo impegno a favore dello sport popolare.  Un’aggressione pianificata scientificamente da chi arrivò a bordo di cinque auto le cui targhe erano state coperte. In ogni macchina rimase l’autista con il motore acceso mentre si consumava l’aggressione squadrista mubito dopo il raid 9 aggressori, 6 di Viterbo e 3 di Roma, vengono bloccati dai carabinieri al casello di Civita Castellana. In macchina i caschi e i passamontagna e alcuni guanti da motociclista, oltre a manici di picconi ed altri oggetti usati per l’aggressione ai tifosi dell’Ardita. 4 anni di reclusione in primo grado per Ervin Di Maulo, tre anni  a Diego Gaglini, Jacopo Magnani ed Edoardo Fanti. Gaglini è noto per essere stato candidato a sindaco di Viterbo per Casapound, ed anche gli altri condannati ruotano attorno all’organizzazione neofascista.

E ora, altri membri di quella che ai piani alti del Viminale viene considerata una confraternita di placidi filantropi, hanno interrotto il tranquillo tran tran di post contro il 25 aprile, di omaggi ai soldati di Salò e di retorica sovranista, di violenza contro immigrati, rom, attivisti di sinistra con questo terribile episodio di violenza sulle donne che ricorda il massacro del Circeo, anche allora ad opera di tre neofascisti romani che, la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 rapirono e stuprarono due giovani amiche, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, che furono attirate con l’inganno da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira in una villa di proprietà della famiglia di quest’ultimo, col pretesto di una festa, e qui torturate fino a provocare la morte di una di loro, Rosaria Lopez.

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