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S.Giuliano Terme, dove il sociale diventa una questione di polizia

Nel pisano, un’associazione chiede lumi sull’erogazione dei buoni spesa a una giunta di sinistra ma viene convocata dalla municipale. Una microstoria non edificante  

«… chiedo dei buoni spesa / mi pare normale… ma poi chi ti risponde è la municipale…». A tempo di rap non si perde un briciolo della notizia: succede in Provincia di Pisa, alcuni cittadini chiedono conto all’amministrazione comunale dello stato dell’erogazione dei buoni spesa e vengono convocati al comando della polizia municipale. E’ la versione di S.Giuliano Terme dell’emergenza. Il sociale è una questione di polizia. «… glielo ha chiesto il comune/ Democrazia?/ Si sa ora è sospesa siamo in pandemia…», continua il rap diffuso sui social da Scuola Mondo, un’associazione che cura un doposcuola autogestito per minori svantaggiati. E i cui attiviste e attiviste ora chiedono chi è il mandante, «nomi e dimissioni».

«Il Covid-19 è ormai un fatto totale, capace di ridisegnare profondamente ogni aspetto della nostra vita, privata e pubblica. In questo stato di eccezione, è più che mai necessario vigilare sull’operato degli enti pubblici e delle autorità competenti, preposti a accompagnare le cittadine e i cittadini in questo periodo di emergenza. La nostra associazione è stata recentemente vittima di questo meccanismo di deroga. In tempi di Covid-19 può l’amministrazione comunale accanirsi contro un gruppo di volontarie che provano a lavorare in sinergie con le istituzioni affinché, veramente, nessuno resti indietro? A quanto pare, sì», spiega a Popoff una delle volontarie a fianco di minori e famiglie svantaggiate, «per le quali accedere ai servizi del territorio è spesso una vera e propria impresa, a maggior ragione adesso, con disposizioni di difficile interpretazione per chiunque e che cambiano di settimana in settimana». Per questo, durante il lockdown Scuola Mondo s’è data fa fare supportando le famiglie più bisognose nella compilazione delle domande per i buoni spesa. Alla fine dei tempi di attesa previsti, quelle famiglie si sono viste inizialmente escluse dalla lista dei buoni spesa e alla legittima richiesta di chiarimento è iniziato un susseguirsi di comunicazioni «lacunose e intermittenti da parte del Comune». Per la cronaca la giunta è Pd più sinistra radicale.


Insomma i volontari si sarebbero sentiti rispondere tutto e il suo contrario: «Le domande non sono correttamente compilate». «Le domande non sono mai arrivate». «Scuola Mondo comunica erroneamente le modalità di compilazione delle richieste, per questo le famiglie sono rimaste senza i buoni». «I buoni spesa sono già stati consegnati, le famiglie ne vorrebbero di più». Ce n’è abbastanza, secondo Scuola Mondo, per lamentare la mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione. Apriti cielo! «La nostra presidentessa – continua il racconto – è stata convocata al comando dei vigili urbani di per conto di un ignoto rappresentante/dirigente del comune, per far luce sulle nostre posizioni in merito all’erogazione dei buoni spesa, dicendo che su un gruppo whatsapp sarebbe girato un nostro messaggio in cui avremmo lasciato intendere che il comune non stesse facendo adeguatamente il proprio dovere.
In breve, il comune di San Giuliano Terme ha utilizzato senza scrupoli la forza pubblica per redimere una questione non di ordine pubblico, ma eminentemente politica. Di più, il comune di San Giuliano Terme si è letteralmente celato dietro le forze dell’ordine, che non ci hanno comunicato chi fosse la mente dietro quella convocazione. Ancora, alla nostra presidentessa è stata chiesta una smentita di quanto affermato sull’operato del comune non a partire da prove concrete, ma da un fantomatico messaggio whatsapp, che non abbiamo capito quale reato possa prefigurare».

Che sia una «micro-storia» sono i primi a dirlo proprio quelli di Scuola Mondo, «ma ci parla di modalità di gestione della cosa pubblica che potrebbero diventare la norma, in nome ora dell’emergenza, della crisi domani. Crediamo che si tratti di un’intimidazione e di uno scarico di responsabilità in piena regola, inaccettabili, che mettono a repentaglio la possibilità di esercitare il diritto di espressione e di parola, anche in maniera critica rispetto alle autorità pubbliche».


La lettera che viaggia sui social è stata protocollata e inviata ufficialmente a sindaco e giunta «nella speranza di ottenere una risposta ufficiale e riaprire un’interlocuzione». Che non c’è stata per cui, a tempo di rap, gli attivisti di Scuola Mondo ora chiedono i nomi delle persone che hanno permesso questo atto intimidatorio, vorrebbero sapere pubblicamente dal sindaco e alla giunta cosa pensino di questa vicenda. «E per il mandante politico di quest’azione nei nostri confronti chiediamo dimissioni immediate, affinché nelle dirigenze non sieda più una persona incapace di operare nei contorni del dettato costituzionale, che innanzi all’emergenza sanitaria e sociale preferisce esacerbare i conflitti piuttosto che dialogare e migliorare le condizioni di vita di chi sta peggio».

 

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