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Tutte le magagne di Immuni

Ho deciso di installare la app per il tracciamento dei possibili positivi al covid ma… C’è un ma… (Mauro Baldassarri)

Sono uno di quei cittadini che, in barba ai millenaristi di turno, agli strenui difensori della privacy (che però sono iscritti a tutti i social network), a quelli che “io non mi faccio controllare da nessuno” (ma usano carte di credito, bancomat, hanno un passaporto con microchip, vanno allo stadio, si abbonano a servizi online, usano google… and so on…) ha deciso di installare e utilizzare l’app “Immuni” per il tracciamento anonimo dei possibili contatti positivi al Covid 19.

Tutto OK, direte voi, è una tua libera scelta. Maledetto servo del sistema, diranno loro, contribuisci a fare di noi un popolo di automi inebetiti e schiavi dei “poteri forti”.

Ognuno la pensa come vuole, è giusto così. Ma…

C’è un ma. Il mio smartphone è marchiato Huawei, nota multinazionale cinese con cui gli USA (e quindi Google) hanno un contenzioso aperto non da poco (roba di spionaggio, violazione della privacy -aridaje!- etc etc). Quindi Big G non rilascia le API (application protocol interface) idonee a tutti i dispositivi il cui IMEI sia riconducibile a Huawei (e, apprendo ora, anche Honor).

Non è finita: Chi ha un iPhone deve aggiornare lo smartphone a iOS 13.5 (operazione alla portata di tutti). Peccato che i modelli meno recenti con quella release del SO diventino praticamente ingestibili.

Dunque: non so quali soluzioni si stiano elaborando per iOS, so che “si dice” che siano invece in cantiere i correttivi per Android, non basati sulle API di Google (per quanto capisco di queste cose, mi sa che devono scrivere un’altra app, e fare in modo che si interfacci con la prima).

Tutto questo per dire che: posto che lo scopo dell’App Immuni è raggiunto quando almeno il 60% dei possessori di smartphone la usa e la tiene attiva, e se i positivi al tampone/sierologico decidono di inserirsi nella lista (anonima) dei positivi;  se togliamo quelli che non la vogliono installare, quelli che hanno un iPhone troppo vecchio, quelli che hanno un device Huawei o Honor, quelli che non hanno uno smartphone, quelli che hanno meno di 14 anni (condizione richiesta), quelli che se ne fregano allegramente, quelli che non ci hanno capito una benemerita […], quelli che pensano di aver capito tutto e prendono spunto da questo “scivolone” per dire che allora è vero che è tutta una manovra del sistema volta a lobotomizzarci (come se non lo fossimo già), quelli che… e quelli che… (che siamo bravissimi a farci le peggio seghe mentali)… ce la facciamo ad arrivare al 60% ?

Ciò detto (fino a qui sono fatti, ora l’opinione personale) abbiamo le menti e le mani più creative del mondo, una capacità di adattamento che nemmeno negli zoo; possibile che non riusciamo a fare una cosa, una, che non sia il solito pasticcio all’italiana?

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