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Cile, come siamo arrivati al ballottaggio Boric-Kast

Presidenziali in Cile. Intervista a David Munoz Gutierrez, collaboratore di Allende, esule dal ’73 [Chiara Nencioni]

Domenica 21 novembre è arrivato l’atteso momento delle elezioni presidenziali in Cile. Abbiamo continuato a seguire la politica del “lungo petalo di mare” con il compagno esule David Munoz Gutierrez.

Così, a caldo, come giudica la politica del suo paese?

Il Cile è un paese molto speciale…

Cosa intende?

Per la sua storia politica. Partiamo da lontano. Nel 1958 le previsioni dicevano che Allende poteva vincere. Cosa hanno fatto i destrosi? Hanno fatto candidare un prete “il cura de catapilto” il quale ha preso tanti voti come quelli che mancarono ad Allende per vincere…

Poi nel 1964 gli Stati Uniti decisero di sostenere il candidato democristiano Eduardo Frei che proponeva la “revolución en libertad” ma per garantire la vittoria costrinsero il candidato della destra, Julio Durán, a non far praticamente campagna elettorale dirottando i voti verso Frei che vinse largamente su Allende…

Nel 1970 c’erano tre candidati: Allende, Tomic – democristiano che presentava un programma molto simile a quello di Allende- e Alessandri della destra. Tomic non è stato convinto a diminuire l’intensità della sua campagna e quindi i tre candidati se la sono giocata fino all’ ultimo. Vinto Allende col 36%, la destra cercò in tutti i modi di evitare che il Parlamento confermasse il voto popolare e le pressioni della destra sulla DC fecero in modo che essa chiedesse ad Allende il “patto di garanzie costituzionali”  per confermare nel parlamento il voto popolare. Questo patto costituì un grosso problema durante i tre anni di Allende.

Perché?

Il settore progressista della DC perse la direzione del partito eleggendo Patricio Aylwin che si alleò con la destra per lavorare a rovesciare Allende.

Ma sappiamo che questo non è bastato!

Eh sì, nonostante tutto nel marzo 1973  alle elezioni politiche Allende e la Unidad Popular  presero il 44,7%. Questo avanzamento ha fatto sì che la D. C. e la destra si concentrassero sull’ obiettivo di coinvolgere le Forze Armate.

Lo scopo è chiaro, ma con quali mezzi cercarono ed ottennero tale coinvolgimento?

Approvarono nel parlamento la legge sul “controllo delle armi” dando uno strumento straordinario alle Forze Armate, che visto potevano andare a controllare se c’erano armi nei campi, nelle scuole, nelle fabbriche senza ordine della magistratura… Strana la politica nel mio paese…

E durante gli anni bui della dittatura quali sono state le voci di dissenso?

Durante tutta la dittatura i principali oppositori che se la giocarono molto sono stati gli studenti e le associazioni di difesa dei diritti umani, lasciati spesso soli.

E nel 2019  chi inizia le proteste?

Ancora gli studenti, con la differenza che 11 giorni dopo, il 18 ottobre, si sommano all’ “estallido social” molti altri settori sociali. Il movimento cresce e si allargano le richieste. Una di queste dice che i partiti tradizionali ed il Parlamento non erano rappresentativi di ciò che stava succedendo.

E che succede dopo?

Succede che governo e partiti e parlamento prendono in mano la situazione e propongono un percorso istituzionale che possa portare a raccogliere l’altra importante rivendicazione: cambiare la costituzione.

E il movimento del “estallido social” come reagisce? Che ruolo gioca in questo?

Si divide in tanti gruppi di opinione e così si arriva alla votazione Apruebo vs Rechazo. Vince Apruebo, ma una buona parte del corpo elettorale non si reca alle urne.

E così si giunge alle elezioni per la “convención constituyente” lo scorso maggio…

Sì, si vota per eleggere i membri della “convención constituyente” e si vince ancora sulle richieste popolari, ma ivotanti sono ancora una volta pochi.

E cosa ci dice sulle elezioni presidenziali di domenica scorsa?

Le elezione a presidente sono state dominate comunque da una parte dei partiti tradizionali. Quattro candidati sono apertamente di destra e hanno partecipato alla politica dalla fine di Pinochet in poi, Meo non conta nulla. Se al ballottaggio vincerà Boric, sarà comunque condizionato dall’aperto appoggio di democristiani, socialisti e PPD, che sono partiti tradizionali che giocarono un ruolo nella sostituzione di Pinochet e governarono per 30 anni.

Noto una vena di sfiducia sull’esito del ballottaggio e sulla politica cilena.

Sì, era difficile la politica nel mio paese ed è ancora molto difficile.

Certo che se vince Kast torneremo indietro di una sessantina di anni… vedremo.

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