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Predatori e predati nel caso Carige

Predatori della banca perduta, un libro spiega il sistema Carige a pochi giorni dalla sentenza in favore della banca e a danno dei piccoli azionisti [Mauro Baldassarri]

Non solo le storie di 26.000 piccoli azionisti e risparmiatori che hanno visto volatilizzare i loro risparmi, ma anche e soprattutto una disamina accurata e straordinariamente ben documentata del siastema bancario italiano e mondiale.

Sono questi i contenuti di Predatori della Banca Perduta – Autopsia del sistema finanziario italiano e globale , un volume di strettissima attualità, a pochi giorni dalla sentenza sulla vicenda CaRiGe con la quale il Tribunale di Genova si è espresso in favore della banca e a danno dei piccoli azionisti (che di certo daranno battaglia). Il libro di Franco Corti ed Enrico Cirone ripercorre le storie dei piccoli azionisti che hanno creduto nel “sistema CaRiGe” ma sono caduti vittime delle più ciniche manovre messe in atto dai finanzieri nazionali e internazionali. Franco Corti (Milano 1949): da operaio orafo a consigliere delegato. Autodidatta, sviluppa un istinto di analisi finanziaria che lo porterà a intravedere in CaRiGe un’opportunità economica di valore. E’ rimasto intrappolato nel caso CaRiGe perché l’intermediario non ha rispettato le regole. Il volume, edito da Officina di Hank (è il nuovo marchio di Chinaski), allarga lo sguardo anche su un sistema che per troppo tempo è stato considerato ricolmo di solide certezze, ma che invece si è rivelato (e forse si rivelerà ancora), pieno di crude e spiacevoli sorprese.

Risale al 1483 l’inizio della storia della banca che da sempre è il simbolo del risparmio e degli investimenti dei genovesi, la Banca CaRiGe, uno degli istituti di credito più antichi del mondo. Nata come “Monte di pietà di Genova”, nel 1846 viene assorbita nella neonata “Cassa di risparmio di Genova”. Cinque secoli di storia che vengono spazzati via nel febbraio 2017, quando l’ex presidente Giovanni Berneschi è condannato dal tribunale di Genova a 8 anni e 2 mesi di reclusione per aver fatto acquistare, dal ramo assicurativo della banca, immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati (grazie a perizie artefatte) e per aver poi trasferito le plusvalenze investite in Svizzera o in Lussemburgo.

Le sorti di quella che era stata una delle pietre angolari dell’economia ligure, e non solo, sono però più che compromesse. A farne le spese saranno soprattutto gli azionisti, grandi e soprattutto piccoli; coloro i quali hanno creduto, investendo, nella funzionalità del “sistema” CaRiGe e soprattutto nella trasparenza (rivelatasi poi ben poco cristallina) dei suoi intermediari.

Il modello di cultura finanziaria fondato sulla relazione con l’ambiente circostante, (una banca del territorio e sul territorio) e la capacità di sapersi radicare, nel tempo, così in profondità nel tessuto socioeconomico ligure, sono stati il “cavallo di Troia” per superare la diffidenza dei risparmiatori verso le operazioni finanziarie basate sulla negoziazione di derivati e non su quella di primari.

Il commissariamento che fu ufficializzato il 2 gennaio 2019, – spiega Franco Corti, uno degli autori – l’inconsistenza delle dichiarazioni con cui si cercava di giustificarlo e la constatazione che tutti gli amministratori avevano fatto promesse mai mantenute, mentre gli azionisti le credevano affidabili e avevano versato denaro prelevato dai propri risparmi, fidandosi di quelle dichiarazioni, m’indussero a profonde riflessioni.

Da quelle riflessioni, e da un accurato lavoro di ricerca e di analisi, è nato questo libro

Franco mi contattò all’inizio di aprile 2020, mentre eravamo compressi nella bolla della chiusura totale a causa del malefico virus – racconta Marco Porsia , l’editore – Dal marzo del 2019 Franco pubblicava sul suo sito articoli che raccontavano di come gli amministratori della banca stavano mettendo in atto un vero e proprio esproprio nei confronti di migliaia di azionisti, al solo scopo di favorire intrecci per nulla limpidi di finanza italiana e internazionale.

Con la sentenza del novembre 2021 vengono ulteriormente respinte le istanze risarcitorie degli azionisti, ai quali era stato negato il diritto di opzione su un aumento di capitale del 2019, mettendoli di fatto in secondo piano rispetto ad altri investitori.

Predatori della Banca Perduta” ripercorre analiticamente le vicende che hanno portato a uno dei processi più importanti nella storia recente della Città di Genova (insieme alla dolorosa vicenda del Ponte Morandi, della quale è una sorta di “specchio”). Nello stesso tempo risponde in maniera obiettiva a interrogativi sulla trasparenza del nostro sistema finanziario, e di quello mondiale. Lo fa senza rivendicare nulla, se non la verità. Lo fa senza aggressività, senza giudicare aprioristicamente. Snocciola dati, fatti, numeri, vicende. Tutto materiale, di fatto, pubblico. Che però nessuno, fino ad oggi, si era ancora “preso la briga” di mettere insieme.

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