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Resistenza. Il Grand tour dei luoghi della memoria

Parte dalla Casa della Memoria di Milano, Un altro viaggio in Italia, una mostra sui luoghi della II guerra mondiale [Chiara Nencioni]

A Milano, presso la Casa della Memoria, è stata inaugurata il 21 Aprile la mostra Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia.

Le date di permanenza della mostra nel capoluogo lombardo sono significative perché a cavallo del 25 Aprile, la nostra liberazione, e l’8 Maggio, capitolazione della Germania nazista.

Il titolo della mostra richiama l’Italienische Reise (Viaggio in Italia) di Goethe, resoconto del celebre Grand Tour compiuto dall’autore in Italia tra il settembre 1786 e il giugno 1788.

La suggestione del Grand Tour è stata colta per proporre al pubblico europeo un altro (e diverso) viaggio nella penisola, i cui protagonisti sono un giovane visitatore tedesco, Jan, ed una sua coetanea italiana, Laura, che dialogano viaggiando oggi sui luoghi della memoria in Italia della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza. Jan, incuriosito, si lascia guidare dalle spiegazioni e dalle osservazioni di Laura, instaurando con lei un dialogo volto a superare i reciproci pregiudizi.

“Abbiamo giocato – afferma il Professor Pezzino, presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri – sui luoghi comuni e sugli stereotipi ancora diffusi nell’opinione pubblica, ad esempio per la nostra nazione quello per il quale i Tedeschi sono cattivi e gli Italiani buoni e per la Germania quello per il quale gli Italiani sono traditori, al fine di decostruirli”.

“L’obiettivo della mostra è divulgativo, non accademico: il fatto che siano due giovani ad interrogarsi su ciò che è successo nel biennio 1943-45 visitando quei luoghi della memoria, partendo dal fascismo”, dice Daniele Borioli – presidente di Paesaggi della Memoria – è finalizzato a rendere la mostra fruibile ad un pubblico anche giovane”.

Si tratta di una mostra fisica, composta da 17 pannelli autoportanti e bifacciali, che, tramite QR code, rinviano al portale collegato che fornisce utili approfondimenti. Infatti, accanto alla mostra, c’è un sito internet con fotografie, cronologia, testi e molto materiale sulla storia dei luoghi citati.

Il percorso espositivo si snoda su dieci questioni centrali per comprendere la guerra in Italia: – Fascismo e antifascismo, Guerre fasciste, Italia divisa, Occupazione tedesca, Antisemitismo e Shoah, Deportazioni e internamenti, Guerra Tedesca, Guerra alleata, Resistenze (volutamente al plurale, perché la Resistenza ha tante anime), Dopoguerra.

Per ciascun è stato individuato un luogo simbolo e altri otto particolarmente significativi. Collegandoli è costruito un itinerario che tocca tutta la penisola, trattando le tematiche indicate.

A volte il luogo simbolico è spiazzante. Alcuni esempi: per Guerra Tedesca la spiaggia di Rimini, ora meta vacanziera di molti Tedeschi ma che a cavallo della guerra era stato per loro un grosso campo di prigionia o per Fascismo e antifascismo Lipari luogo di confino in epoca fascista e luogo di vacanza oggi. Se passasse di qui Berlusconi (adynaton!) ribadirebbe che il Regime mandava gli oppositori in villeggiatura! Altri luoghi sono poco conosciuti ma significativi per l’ambiguità della memoria storica in Italia, come per Guerre fasciste il Monumento ai caduti d’Africa a Siracusa o il Sacrario militare dei caduti d’Oltremare a Bari. Altri luoghi rimandano ad una duplice memoria, come per Resistenze Piazzale Loreto, dove furono fucilati il 10 agosto ’44 15 antifascisti partigiani i cui cadaveri rimasero esposti a monito e dove (memoria che ha soppiantato quella dei martiri) dopo il 25 Aprile ’45 furono appesi per i piedi i corpi di Mussolini, la Petacci e altri gerarchi. Altri luoghi ancora presentano analogie fra Italia e Germania, come per Dopoguerra Piazza Transalpina a Gorizia divisa dal muro nella Guerra Fredda come Berlino.

I luoghi sono al centro del dialogo tra i due giovani accompagnatori, ma vengono raccontati anche attraverso testi storici, citazioni memoriali, fotografie, cronologie, infografiche, mappe originali.

La mostra è trilingue (italiano, tedesco, inglese) perché anch’essa compirà il suo viaggio in 5 città in Italia (Prato, Bologna, Vicenza, Alessandria, Roma) e altrettante in Germania.

La mostra, è stata realizzata grazie al finanziamento del Fondo italo-tedesco per il futuro, progetto quadriennale gestito dal Ministero degli Esteri tedesco. All’inaugurazione, infatti, è presente la Console Generale Aggiunta della Repubblica federale di Germania, Tatjana Schenke-Olivieri, interessata e competente: “ci porterò i miei figli – dice – e anche studenti tedeschi”.

Accadrà mai che l’Italia finanzi un progetto per i paesi nel quale ha compiuto crimini di guerra? Vedremo mai un nostro politico o diplomatico a Domenikon o a Debre Libanos?

Dubito: d’altra parte gli Italiani sono brava gente, Mussolini ha fatto anche cose buone, e la nostra dittatura era maccheronica, un regime da operetta, no?

Al di là delle polemiche, cogliete questa opportunità per celebrare il 25 Aprile: visitate la mostra che vi accompagnerà in un viaggio nello spazio e nel tempo, fornendovi non solo un quadro storico ma anche e soprattutto una riflessione su ciò che è stata la guerra per gli Italiani; su come l’hanno vissuta e ricordata; sul perché oggi, quando ormai i protagonisti diretti stanno scomparendo, i luoghi possono diventare a loro volta testimoni, se interrogati con le giuste domande.

 

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