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HomeculturePaolo per Claudio (Capodacqua per Lolli)

Paolo per Claudio (Capodacqua per Lolli)

Paolo Capodacqua, chansonnier e musicista, ricorda in versi Claudio Lolli, scomparso quattro anni fa

[]17 agosto 2018 – 17 agosto 2022, foto di Mario Dondero, disegno di Enzo De Giorgi]
Ci accompagnò la scala blue
Della malinconia
E il riso in due piegato
Della sguaiatezza
Lo chiamavano
“Never ending tour”
E davvero sembrava
Non finire mai
Eppure viaggiavamo leggeri
In dignitoso aplomb
E sempre sempre
Senza sgomitare
Che io ai buffet
Rimango indietro
Con il piatto vuoto
in mano
E tu
(lo so)
Passi direttamente
Al tavolo dei vini
Vedessi oggi la scena
Quante risate
Ti faresti
E quanta pena
Immagina un
Pellizza da Volpedo
Sgomitante
Che s’avanza
Tra furor di popolo
Ostentato
Ravanar di lingua
E rumor de panza
Ci sono si vagoni pieni
In contraria
E ostinata
Direzione
Però viene da chiedersi
Chi cazzo viaggia più
In direzione
Indicata da FFSS
Fosse stato allora
Ai nostri tempi
Che bellezza!
Avremmo trovato
posti liberi “à gogo”
Su quei trenini nostri
Sempre pieni
Che c’hanno scarrozzato
In largo e in lungo
A guardar mutare lo Stivale
Di male in peggio
Di peggio in male
A parlar di noi
Di mogli e figli
E di bollette da pagare
E di quali cantare questa sera
E poi di come
tornare domattina
Che si tornava sempre
(stavolta si)
In contraria direzione:
Quella degli orari Veltro
Per intenderci
Che consultavamo conciliando
Occhi, occhiali e presbiopia
Assonnati
Ma cazzoni sempre
Perché a quell’ora del mattino
Si sa
Guai a proclamare
Amenità
In salsa intellettuale
O pseudo tale
Non so se
Un po’ di Storia la facemmo
Lasciammo certamente
Un po’ d’amore
Com’è certo che
Tutto muore e tutto vive
Come muore e vive
La tua voce
Però di notte spesso
Ci incontriamo
Su un palco senza nome
Nel sogno di un concerto
E sullo stesso pezzo
sempre
(Chissà perché?)
Analfabetizzazione
Quello che
nella scaletta scritta
Era semplicemente
“Analfa”
E poi parliamo
Svanito il palco
Come un tempo
Parlavamo
Che mi chiedi dei cuccioli
E se
come da promessa
Te li guardo
E si, tranquillo,
te li guardo
E col guardo li accarezzo
Come se li guardassi tu
E ora che dell’intera scala
È rimasta solo la nota blue
Mi resta in testa
Quella citazione da Clouseau
Fatta all’inizio
dei vent’anni e rotti in giro
Con la “erre” tremolante
alla francese
E quindi
sto qui a chiedermi
Con l’aria simulata
Dello scemo:
“Mon ami, chissà quando
Chissà quondo…Ci rivedremo?”

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