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Homecronache socialiAntiziganismo, quel razzismo normale della Lega

Antiziganismo, quel razzismo normale della Lega

Intervista a Gennaro Spinelli (Ucri) durante un presidio contro l’ennesimo caso di hate speech a Firenze [Chiara Nencioni]

Firenze. Piazza della Signoria si è riempita, oltre che di turisti, di una colorata e variegata folla di persone riunite dallo slogan “io no ho paura” sotto una bandiera azzurra e verde nel cui centro spicca una ruota rossa -quella di Sinti, Rom e Camminanti -, per dire no ad ogni forma di odio e di razzismo.

Sotto Palazzo Vecchio un presidio antirazzista protesta su un grave caso di hate speech nei confronti di una donna rom, avvenuto pochi giorni fa nelle vie del capoluogo toscano.

Il presidio è stato convocato dalla Unione Comunità Romanès, (UCRI) con il supporto di ARCI, ANPI, CGIL, ARCIgay, Assopace Palestina, Comunità ebraica, Rete italiana antifascisti ed altri, per evitare che un episodio del genere passi sotto silenzio.

Ma veniamo al fatto.

E’ il 6 settembre quando il capogruppo della Lega al Quartiere 3 di Firenze, Alessio Di Giulio, registra e pubblica su Facebook un video, nel quale si vede lo stesso Di Giulio camminare in centro, sorpassare una donna rom e indicandola dire: «Il 25 settembre vota Lega, per non vederla mai più, in maniera che lei a Firenze non ci sia più».

Abbiamo intervistato Gennaro Spinelli, 30 anni, violinista e attivissimo Presidente dell’UCRI: «Questo video non è stato un incidente isolato – spiega a Popoff quotidiano – si tratta di un episodio grave, avvenuto in una città dove il centrodestra ha votato contro l’istituzione di un momento per ricordare il Porrajmos, lo sterminio nazifascista di Rom e Sinti.

Fare propaganda elettorale basandosi sull’odio e istigando al pregiudizio sociale non può essere ritenuto accettabile. Specialmente se si finisce per strizzare l’occhio alle pagine peggiori della storia europea, legate al fascismo».

Come valutate le parole e il video di Di Giulio?

Quello commesso da Di Giulio è un crimine d’odio, un atto razzista compiuto in pieno centro città, in pieno giorno ai danni di una donna anziana e ignara da parte di un amministratore comunale che dovrebbe rappresentare i cittadini e gli italiani. Eppure la donna ha risposto, e lo ha fatto nel modo migliore, dicendo: ‘Non dire così, io non ho paura’.

Il video su facebook è stato censurato e Sinistra Progetto Comune ha chiesto le dimissioni di Di Giulio, che non solo non ci pensa lontanamente a dimettersi ma si giustifica così, respingendo ogni accusa di razzismo: “Facebook ha censurato il video sorridente che ho postato ieri, dove mi auguravo di non vedere più l’accattonaggio a Firenze visto che la signora in questione ci ha seguito da piazza Signoria a metà via Calzaiuoli chiedendoci soldi in maniera insistente”. In realtà nel video di vede che è proprio il politico leghista ad avvicinarsi per primo alla donna e non lei a inseguire lui!

Non contento, Di Giulio il giorno dopo posta: “Chi la vuole buttare sul razzismo vuol dire che non mi conosce, vi mando un grande bacio e vado a lavorare visto che io pago le bollette e non me le paga il comune come al campo Rom”.

Come dire, benzina sul fuoco…

Le dichiarazioni della Lega tendono a sminuire la vicenda, mentre non c’è accattonaggio molesto che possa giustificare quell’atteggiamento. Nessuno si azzardi a parlare di strumentalizzazione. Qui la campagna elettorale l’ha fatta la Lega. Il resto sono patetici tentativi di non entrare nel merito della questione”.

Cosa chiede alle moltissime persone che hanno aderito all’appello antirazzista dell’UCRI?

Questo è il momento dell’unione, questo è il momento della solidarietà, quelle solidarietà che però troppo spesso si gira dall’altra parte quando si tratta di Sinti e Rom. E allora diffondiamo questo messaggio: noi non stiamo con il razzismo, noi non vogliamo il razzismo, non ci rappresenta.

L’antiziganismo è la forma di razzismo più diffusa in Italia, e per ignoranza e pregiudizio i Rom sono mortificati, perseguitati, discriminati. Iniziamo a conoscere la loro ricca e pacifica cultura, di cui siamo intrisi, per non sapendolo.

Ci salutiamo così, in lingua romanì: But baxt ta sastipè! “che voi possiate essere sani e fortunati”.

 

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