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Lemnos, tra Sofocle e i colonnelli. Mito e risonanze sul presente

Lemnos, risultato di una ricerca condotta da Giorgina Pi, Bluemotion e Massimo Fusillo, in scena a Genova e poi a Torino

Ci sono luoghi cui la Storia – quella con la S maiuscola – sembra affezionata con particolare accanimento. Luoghi che, a dispetto della loro collocazione appartata e periferica, sembrano condannati a dover contenere una grande quantità di sofferenza. Come l’isola greca di Lemnos nel Mar Egeo. Già teatro del mito, luogo in cui viene abbandonato, ferito e solo, l’eroe greco Filottete nell’omonima tragedia di Sofocle, Lemnos ha conosciuto una nuova, lunga, parentesi tragica a metà del secolo scorso, sullo sfondo della guerra civile scoppiata subito dopo la Seconda guerra mondiale, a seguito dell’intromissione nella vita politica greca dell’Impero britannico. Quando, tra 1946 e il 1974, vi furono confinati i dissidenti greci. Reclusi in sistemazioni di fortuna in tende dell’esercito, venivano sottoposti a vessazioni e torture per estorcere loro una dichiarazione di abiura della loro appartenenza politica.

Una vicenda storica dimenticata, portata in prima nazionale sulle scene della Sala Mercato del teatro Modena di Sampierdarena fino al 20 novembre in una coproduzione  tra Teatro Nazionale di Genova, ERT Emilia- Romagna Teatri e TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa. Successivamente in scena a Torino al Teatro Astra dal 22 al 27 novembre, lo spettacolo ha la regia di Giorgina Pi, che di abusi e violenze di Stato si era già occupata con Sherpa, il suo contributo al G8 Project, maratona teatrale no-stop del TNG in occasione del ventennale del G8 di Genova del 2001. Tanto per parlare di un altro momento storico di verità abbagliante sulla natura di un potere capace di passare come un caterpillar sui corpi di chi si trovava a passare nel luogo sbagliato nel momento sbagliato.

La tragedia di Sofocle narra che Ulisse e il giovane Neottolemo tornino a Lemnos da Filottete per sottrargli con l’inganno l’arco donatogli da Eracle, senza il quale la guerra di Troia non può essere vinta. Lo spettacolo scorre così su un doppio binario, raccontando il cambiamento interiore di Neottolemo, che salverà Filottete, e dall’altra portando in scena le testimonianze degli uomini e le donne durante la guerra civile greca e successivamente sotto la dittatura dei colonnelli. Terza tappa di un progetto sulla Grecia che ha visto la Compagnia Bluemotion già dare vita agli spettacoli Tiresias e Guida Immaginaria, Lemnos è il risultato di una ricerca letteraria, storica e antropologica condotta da Giorgina Pi insieme ai membri di Bluemotion e al drammaturgo Massimo Fusillo.  E accoglie scoperte e risonanze col presente: sullo sfondo del palcoscenico alle spalle degli attori scorrono le immagini di un video girato di recente in cui capre e pecore sono ormai le sole padrone di strutture in muratura e strade dell’isola che non portano più a niente. E poi le riscritture del mito di Ghiannis Ritsos, delle poetesse femministe Adrienne Rich e Hélène Cixous, del Nobel Derek Walcott, le musiche originali composte dal Collettivo Angelo Mai e quelle del compositore greco Manos Hadjidakis.

Assieme alla regista gli interpreti Gaia Insenga, Giampiero Judica, Aurora Peres, Gabriele Portoghese e l’attrice greca Alexia Sarantopoulou restituiscono vita a una storia di cultura e teatro come resistenza estrema in condizioni estreme: Il poeta Ghiannis Ritsos – confinato più volte – e con lui molti uomini e donne della letteratura e del teatro greco, vissero l’esperienza della tortura, ma contemporaneamente riuscirono in quel confino a fare teatro, riscrivendo proprio delle tragedie. Negli anni Sessanta, quando in Europa la riscrittura del mito diventava un gesto politico e di rivolta per un nuovo teatro nascente, qualcuno faceva altrettanto in mezzo al Mar Egeo.

Un viaggio nel tempo e nei luoghi che si conclude con la distribuzione agli spettatori di una cartolina ricordo da Lemnos e l’invito di scrivervi dieci sole righe. Le stesse che gli internati del campo potevano scrivere ai loro familiari.

 

Info e biglietti www.teatronazionalegenova.it.

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