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Digos, così ti traccio il pensionato

Chi e perché spia due pensionati modenesi? La denuncia del Comitato Verità e Giustizia per i Morti di Sant’Anna

Ecco una storia che il comitato che si batte per la verità nella strage in carcere al tempo del lockdown del 2020 ha raccontato ad Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa. E’ un inquietante spaccato del modus operandi dei servizi di intelligence o della polizia politica, comunque dell’apparato repressivo, contro attivisti pacifici e pratiche di movimento che agiscono alla luce del sole. Una vicenda che viene alla luce rivelando anche un lato comico: stavolta a ribaltare la cosiddetta emergenza sicurezza sono le reti di controllo del vicinato, evocate spesso proprio da chi ha voluto che la paura fosse l’unico collante sociale in un tessuto scompaginato da crisi, disuguaglianze e violenza di sistema (cosa c’è di più violento della precarizzazione e della mercificazione di ogni aspetto della vita?). 

BREVE INTERMEZZO SU DISPOSITIVI DI TRACCIAMENTO E OPERAZIONI TORBIDE
Esterno giorno, un venerdì di inizio marzo ore 15:30 circa, tranquillo quartiere residenziale in località alle porte di Modena, dell’inizio di provincia ben collegato e comodo lontano dal caos del centro, pochi giovani molte famiglie che si godono la pensione fra piccole villette a schiera.
il signor Sergio (tutti i nomi sono di invenzione il resto no), è seduto al gabinetto. quando gli cade l’occhio in strada dove nota due uomini ben vestiti che scendono da una Punto grigia parcheggiata all’imbocco della strada. Si avvicinano al camper di proprietà dei vicini, uno dei due si accovaccia e armeggia sotto il parafango anteriore, il secondo si guarda in giro, meno di un minuto e i due tornano all’auto e ripartono.
I rapporti di vicinato sono ottimi, in quella zona basta un’auto in passo carrabile per più di pochi minuti che tutti gli smartphone, dalla casa del benzinaio fino allo spaccio del caseificio, iniziano febbrilmente a vibrare.
– Marta ma state vendendo il camper?
-No, perché?
-Boh, cerano due tizi che armeggiavano dal vostro camper…
La coppia scende a controllare e rinviene l’aggeggio in foto.
Cos’è sta roba?
Se hai fatto l’ingegnere per 40 anni due domande e due conferme a qualche collega possono spiegare molto.
E un tracker che trasmette in banda “tal dei tali”, funziona così e colà…


Chi può tracciare il camper di una coppia di pensionati modenesi in un venerdì di marzo?
Questura? Carabinieri? il Ris? gli alieni? il Comune che prende posizione con toni terrorizzanti rispetto alla mobilitazione?
L’esatta risposta richiederà tempo e approfondimento.
Una probabilità può essere il fatto che il camper in questione sta per partire, preso in prestito dal Comitato verità e giustizia per i morti del carcere di Sant’Anna che dal 2020 promuove iniziative di approfondimento e critica al nostro sistema carcerario, e che nel weekend ha indetto due giorni di mobilitazione che vogliono contestare anche il regime del 41 bis raccogliendo e sostenendo l’iniziativa di sciopero della fame di Alfredo Cospito.
Il pericolosissimo mezzo di lì a poche ore partirà per una losca e rischiosa operazione, prendere la Brennero e riportare a Modena un’installazione smontabile che riproduce una cella di regime 41 bis in modo da mostrarla in piazza nel presidio comunicativo previsto per il sabato pomeriggio. Installazione artistica già utilizzata in numerosi presidi in diverse città d’Italia in questi mesi.

Ma veniamo al giorno del corteo: le stesse finissime menti tornano sul luogo del delitto, forse per recuperare l’oggetto, che però ora è gelosamente custodito dal proprietario del camper come fosse il tesoro di Gollum. Nel fare questo, però, sfidano di nuovo il potentissimo controllo di vicinato che questa volta si fa trovare pronto e riesce a recuperare l’intera targa della Punto grigia sulla quale agiscono i nostri sveglissimi angeli in divisa: la macchina risulta di proprietà di ALD AUTOMOTIVE ITALIA, società di leasing che noleggia i mezzi al Ministero dell’interno. Quindi sì, pare troppo anche per noi, ma costoro hanno messo in piedi un finissimo sistema di spionaggio per seguire una persona che aveva dichiarato apertamente dove stesse andando.
Forse questa la motivazione di tanto maldestro interesse.
Le conclusioni le lasciamo a chi legge per ora, intanto nonostante la gravità dell’episodio la mobilitazione coi suoi diversi appuntamenti prosegue senza intimidazioni.

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