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Te recuerdo Joan

E’ morta, a 96 anni, l’attivista e artista Joan Turner. Era la vedova di Victor Jara e non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia

Un altro pezzo del Cile resistente e democratico se ne è andato: domenica 12, nel pomeriggio, è morta, a 96 anni, l’attivista per i diritti umani e ballerina Joan Turner , meglio conosciuta come Joan Jara, la vedova di Víctor Jara.

L’informazione è stata diffusa dalla Fondazione Víctor Jara: “Siamo spiacenti di informarvi che la nostra cara e amata Joan Jara, all’età di 96 anni, è morta oggi, 12 novembre, alle 17,30”.

È sopravvissuta 50 anni a Víctor, il marito, l’attivista, drammaturgo e cantautore, sequestrato subito dopo il golpe militare in Cile guidato dal generale Augusto Pinochet l’ 11 settembre 1973. Dopo essere stato torturato,  Víctor viene ucciso,  insieme ad altre centinaia di cileni sostenitori del governo socialista di Salvador Allende, cinque giorni dopo, nello stadio di Santiago che adesso porta il suo nome.

Joan ha fatto appena in tempo a sapere della condanna di Pedro Barrientos, il criminale, tenente dell’esercito in pensione, responsabile dell’ omicidio del marito. Barrientos, infatti , è  stato arrestato ad inizio ottobre negli Stati Uniti dopo aver trascorso diversi anni in fuga. È uno dei sette ex soldati condannati dalla Corte Suprema lo scorso agosto nell’ambito di questo caso.Non ha fatto invece in tempo – per poco – a vedere la sua estradizione in Cile prevista per il 28 novembre.

Erano due decenni che chiedeva giustizia per l’omicidio del marito, anche se i tribunali cileni le avevano le spalle in un paio di occasioni. Ha dovuto aspettare fino al 2016 perché Pedro Barrientos fosse riconosciuto come l’autore dell’omicidio.

Ma chi era Joan Turner Jara? Non certo una donna vissuta all’ ombra del marito né solamente la curatrice della sua memoria.

Donna straordinaria, Joan, combattente instancabile per la giustizia. Nata a Londra nel 1927, intraprende la carriera di ballerina in Europa fino ad arrivare in Cile a metà degli anni ’50 come moglie del coreografo Patricio Bunster. Nel paese lavora come insegnante presso l’Università del Cile ed entra a fare parte del  Balletto Nazionale Cileno.

Negli anni ’60, e dopo lo scioglimento del suo matrimonio, sposa Víctor Jara. Dopo l’omicidio dell’artista, Joan è stata costretta all’ esilio nella sua nativa Gran Bretagna. Ma il Cile le resterà nel cuore. Ci torna a metà degli anni ’80 per fondare lo Spiral Dance Center.

All’inizio degli anni ’90 fonda la Víctor Jara Foundation, un’istituzione dedicata a preservare l’eredità del cantautore.

Solo nel 2009 ha ricevuto per grazia la nazionalità cilena e nel 2021 le è stato assegnato il Premio Nazionale per le Arti dello Spettacolo e dell’Audiovisivo del Cile.

Ieri, una volta saputo della sua morte, il governo cileno ha dichiarato in rete che “il mondo della cultura è in lutto” per la sua scomparsa.

“Una donna esuberante, una creatrice essenziale e Premio Nazionale delle Arti dello Spettacolo. Un profondo abbraccio e condoglianze alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi”, si legge nella pubblicazione.

Il presidente Gabriel Boric ha poi postato “ Joan, una donna che ha combattuto mezzo secolo per la giustizia e che ci lascia un’eredità duratura nelle arti e nella difesa dei diritti umani”, e ha promesso che “continueremo su questa strada”.

Speriamo che il Cile glielo conceda, votando la nuova costituzione (dopo lo sconcertante rifiuto di quella veramente democratica il 4 settembre del 2022) il prossimo 13 dicembre.

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