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Il caso Bifolco, le scarpe delle guardie lontane dal cuore

Ma perché le guardie inciampano sempre? L’omicidio Bifolco visto da Ascanio Celestini. Il 10 e 11 giugno alle ore 19 al Castel Sant’Elmo di Napoli

Il 10 e 11 giugno alle ore 19 al Castel Sant’Elmo, Ascanio Celestini porta in scena un monologo ispirato alla storia tragica di Davide Bifolco (e non solo). “Il NOSTRO DOMANI – dedicato a Napoli “

Per aprire una riflessione pubblica “sul nostro domani”; con l’attenzione e la consueta sensibilità dedicate ai temi socialmente più delicati, Ascanio Celestini riparte proprio da lì, dalla morte di Davide Bifolco, 16 anni, ragazzo. Ucciso dalla pallottola di un carabiniere dopo essere stato inseguito e speronato “per un errore di persona” mentre andava in giro sul suo motorino per il rione Traiano, “senza casco e senza assicurazione”. Nemmeno sulla vita. Era la notte del 5 settembre 2014.
Nei giorni successivi si costruì sulla vicenda di Davide una narrazione mediatica che non seppe o non volle evitare stereotipi e orientalismi. L’immagine che ne venne fuori fu più il processo al “ghetto” in cui davide era vissuto che alle responsabilità di chi l’aveva ucciso. Si parlò molto di più della sua famiglia e dei suoi amici e delle sue abitudini che di una legge come la legge Reale, dalla cui approvazione molto più spesso di prima si è sparato “accidentalmente” a un posto di blocco o presunto tale.
Nelle scorse settimane è cominciato in udienza preliminare il processo al carabiniere che ha sparato. Neanche imputato il suo collega che ha speronato un motorino su cui viaggiavano tre ragazzi colpevoli di nulla. Un procedimento complesso, dal momento che il bossolo del proiettile non è stato mai ritrovato e la scena del delitto è stata ampiamente manomessa dai carabinieri prima che arrivasse la scientifica. Il comitato verità e giustizia per davide spera che il contributo di riflessione di Ascanio Celestini possa almeno aiutarci a ragionare sul nostro futuro, sugli effetti piu perversi delle retoriche securitarie, sulle nostre periferie che non sono un luogo di guerra, ma aspettano interventi di tutt’altra natura

1 COMMENTO

  1. La Beretta è a prova di idiota, punto non spara se si inciampa, secondo nel paese delle cinque polizie è malafede affidare le indagini ai CC, benito, si quello anarchico a Lugano, quando qualcuno propose di accorpare i CC e i PS non accettò, preferiva che si controllassero a vicenda…..sempre grande Ascanio Celestini. No pasaran.

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