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Cristo, Renzi non vuol fermare Ebola!

I tagli alla Sanità del virus Renzi moltiplicano il rischio di casi di virus Ebola. Ecco una lista di spese insopprimibili

di Uriel

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Di pazzie ideologiche neoliberiste negli ultimi anni ne abbiamo viste e subite tante in Italia, ma quelle di queste ore ondeggiano tra la sindrome bipolare e la paranoia schizoide. Forse in questi casi è opportuno richiamare alcuni aspetti ancestrali del cosiddetto inconscio collettivo e rifarsi al mito di Crono che era solito divorare i propri stessi figli.

Ci riferiamo in particolare al taglio massiccio dei trasferimenti alle Regioni proposte in queste ore dalla coppia di ferro Renzi/Padoan: questo vuol dire soprattutto tagli ulteriori alla Sanità!

Il governo Renzi, non contento di aver imposto e fatto digerire col Fernet il Patto per la Salute , un taglio consistente alla sanità delle regioni italiane, ma almeno sulla base di alcune linee di comportamento razionali, oggi si rimangia spudoratamente l’accordo: pacta sunt servanda dicevano i latini, oggi con arguzia fiorentina di bassa lega s’impone piuttosto la legge del Menga.

Eppure anche con la vigenza della Legge del Menga si evidenzia un ragionamento: i ricchi, i fratelli di loggia e di congrega accedono facilmente alla sanità privata ma quando avviene, au coeur de la nuit, un’emergenza anche i loro figliolini politraumatizzati, craniolesi o quant’altro devono ricorrere a un ospedale pubblico, dove gli anestesisti, i chirurghi d’urgenza scarseggiano o non ci sono… e allora muoiono come il figlio, politraumatizzato in corsia, di un qualsiasi Esposito Gennaro, il netturbino, come avrebbe detto un frammassone d’antan più saggio assai degli attuali, il principe di Bisanzio AntonioDe Curtis.

Ma oltre la devastazione in pejus della situazione sanitaria attuale italiana c’è un Convitato di pietra in questi giorni di cui il Governo Renzi non ascolta la voce stentorea: il virus Ebola!

Solo il Signore conosce quanto la virosi di Ebola inciderà più o meno pesantemente nell’economia e nel welfare nei paesi europei. Ci sono però delle certezze: bisogna investire cifre importanti in logistica e attrezzature sanitarie, da ampliare in maniera modulare a livelli enormi se l’epidemia dovesse crescere. Eppure Renzi sembra partecipare, dicono i giornali, a conferenze video coi leader di mezzo mondo compreso il presidente USA Obama: mah!

Elenchiamo alcune spese insopprimibili:

–         aumento dei centri ospedalieri specializzati, attualmente solo due, dove si possono ricoverare i pazienti di Ebola con relativa attrezzatura di sicurezza;

–         ristrutturazione di centri di infettivologia da rendere idonei in alcuni ospedali militari, oggi in stato di desuetudine;

–         aumento di mezzi aerei e di ambulanze idonee al trasporto dei pazienti con Ebola conclamato o sospetto;

–         riorganizzazione della logistica e del personale, civile e militare, idoneo alla terapia dei pazienti con patologia da Ebola: deve essere completamento rivista la formazione del personale, la disponibilità di attrezzatura adeguata, la turnazione di lavoro che deve essere assai inferiore a otto ore sia per il personale medico che per quello paramedico (pena la commissione di gravi errori da stress), la videosorveglianza totale. Assunzione e richiamo in servizio di personale medico e paramedico civile e militare, anche in deroga alle norme sui congedi e sul pensionamento si pensi a infettivologi, anestesisti e internisti tra i medici e a personale paramedico specializzato;

–         invio di consistente personale medico e paramedico in Africa, dotato di attrezzature idoneee, adeguatamente pagato e motivato per combattere in loco l’espansione della patologia di Ebola;

–         incremento e adeguamento del personale medico di stanza negli aeroporti e nei porti di navi RO RO;

–         creazione di unità di crisi mobili per gestire anche le psicosi collettive laddove si creino degli outbreaks di Ebola italiani;

–         creazione di una unità nazionale nell’ambito dell’Istituto Superiore di Sanità, sul modello del CDC, con compito di supporto ma anche di comando in caso di emergenze sanitarie, chiamando anche unità esterne alla Pubblica Amministrazione.

Ora come si possa gestire una tale emergenza mondiale, con spese nazionali prevedibilmente alte, e forse enormi nella loro modulazione, è fuori senso nell’ambito del rigorismo cieco del fiscal compact. Si impone perciò un cambio di paradigma copernicano: le spese e gli investimenti per la gestione sanitaria nazionale e sovrazionale della crisi Ebola devono esser al di fuori dei vincoli europei. Senza se e senza ma.

Gli uomini e le donne di buon senso e di buona volontà dovunque siano fermino queste pazzie, potenzialmente in grado di destrutturare l’umanità.

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