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L’assalto al TTIP fa slittare il voto di Strasburgo

Cento emendamenti e reti No Ttip mobilitate. Scricchiola l’accordo tra “socialisti” e popolari. Slitta a Strasburgo il voto sulla risoluzione Lange

di Mirna Cortese

StopTTIP

“E’ solo una tappa, ma importante per gli sviluppi di un negoziato che impatterà pesantemente su tutti i cittadini” scrive la Coalizione Stop TTIP Italia. Era previsto per domani il voto sulla Risoluzione Lange, il documento di indirizzo dell’Europarlamento che dovrebbe rivedere le linee guida del mandato negoziale per il TTIP, il Trattato transatlantico di liberalizzazione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Nel pomeriggio il rinvio a data da destinarsi. Lo ha deciso il presidente Schulz applicando l’articolo 175 del regolamento del Parlamento Europeo dopo essersi consultato con il presidente della Commissione Commercio Internazionale (INTA).  Il motivo? I 200 emendamenti presentati e la richiesta di voti separati e con chiamata nominale. Toccherà  probabilmente di nuovo a INTA decidere sugli emendamenti e le proposte presentate in plenaria.‎Sembra evidente che nel  gruppo dei Socialisti & Democratici la questione dell’ISDS stia diventando esplosiva e che gli accordi con i Popolari non siano poi così solidi. La mobilitazione di questi giorni di cittadini e reti di movimento, grazie ai due milioni di firme raccolte e alla pressione diretta della società civile sui Parlamentari Europei,  ha certamente giocato un ruolo fondamentale nel rafforzare queste spaccature. Dunque, le criticità sollevate durante questo periodo dalla Campagna Stop TTIP non erano vaneggiamenti privi di basi, bensì riguardavano pericoli concreti di mutamenti irreversibili dell’ordinamento democratico europeo e nazionale. La richiesta resta perciò immutata: nessun accordo è meglio di un pessimo accordo.

Adesso  è necessario aumentare il controllo democratico della societa’ civile sulla prossima riunione della Commissione Commercio Internazionale, per evitare che ancora una volta si assista all’ennesimo furto della democrazia a vantaggio dei forti interessi commerciali.

Oltre cento, dunque, gli emendamenti, molti dei quali decisamente orientati a rivedere nel profondo la natura del Trattato, inserendo vere e proprie “linee rosse invalicabili” al tentativo di liberalizzazione spinta e di revisione di normative e standard di qualità che favorirebbero il commercio internazionale, ma avrebbero impatti non indifferenti sulla piccola economia europea e statunitense e sulle normative di tutela dei diritti, dell’ambiente e della salute.

Dopo l’appello di numerosi esperti delle Nazioni Unite, che ha sottolineato il forte rischio che un trattato come il TTIP possa impattare pesantemente sui diritti umani, ora è la volta di Pierre Degraigne, Direttore Onorario della Commissione Europea, già Assistent Director alla Commissione Commercio dell’UE, professore di Scienze Politiche all’Università di Lovaine e a Parigi che, in un intervento al Parlamento belga del 25 maggio scorso, ha chiarito come l’impatto del TTIP su crescita e occupazione sia tutt’altro che certo, che potrebbe creare forti asimmetrie interne all’Unione europea e che metterebbe a rischio Piccole e Medie Imprese e occupazione. Oltre che, chiaramente, avere un forte impatto negativo sul modello sociale europeo e sull’agricoltura europea.

“Dopo Stiglitz e Krugman e la Senatrice democratica Warren negli Stati Uniti, anche in Europa aumentano le voci critiche per un trattato negoziato a uso e consumo degli interessi economici che contano” dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia aggiungendo che: “I parlamentari europei che sono chiamati a votare la Risoluzione Lange a Strasburgo non possono più ignorare le molte voci critiche a un trattato che si stanno alzando, nonostante il tentativo di tenere bassa la discussione e il confronto, soprattutto in Italia. E il superamento di quota due milioni di firme Stop TTIP raccolte firme in Europa testimoniano che l’attenzione è alta”.

Monica Di Sisto, tra i portavoce di Stop TTIP Italia, sottolinea che “La nostra Campagna, in collaborazione stretta con le reti europee, ha chiesto ai Parlamentari europei di presentare diversi emendamenti chiave che per noi sono linee invalicabili, tra cui l’esclusione chiara e scritta dei servizi pubblici dal negoziato nei documenti ufficiali come è esplicitato per i servizi audiovisivi, nessun arbitrato internazionale sugli investimenti né pubblico né privato, esclusione dell’agricoltura dal TTIP, no all’organismo tecnico di Cooperazione regolatoria che opererebbe, a negoziato concluso, senza il dovuto controllo degli organi democraticamente eletti. Per noi è solo un primo passo per tamponare gli effetti peggiori e mettere forti paletti alla discrezionalità della Commissione europea, che negozia in autonomia e con competenza esclusiva per tutti i Paesi membri. Ma la nostra idea di fondo è che il TTIP è lo strumento sbagliato per affrontare la crisi europea, come anche le dichiarazioni di Pierre Degraigne confermano”.

2 COMMENTI

  1. Noi agli americani (e non solo a loro) gli dobbiamo dichiarare guerra perchè loro ci stanno attaccando da tempo e voi forse non ve ne siete resi conto, ma per esempio oltre alle cose che tutti sappiamo….guerre, basi, bombe, TTIP etc.etc. ci bombardano con le loro trasmissioni televisive di merda e multietniche, prime fra tutte quelle che si occupano di cibo, e alla lunga stanno facendo chiudere le piccole aziende italiane, e al loro posto aprono i ristoranti giapppnesi, i fastfodd all’americana e questo in quanto la Tv dopo mesi di propaganda e trasmissioni trash che sicuramente guardano pure voi di Popoff, è riuscita a far credere agli italiani e sopratutto ai giovani, che per essere fighi bisogna mangiare multietnico. Gli americani se ne devono andare affanculo e basta.

  2. Poi vogliamo parlare di tutte quelle trasmissioni di merda sempre americane sull’edilizia e le costruzioni in genere? Parliamone e diciamo anche loro sono responsabili e stanno favorendo il caos, in quanto sponsorizzano un hobby che nelle città non è sostenibile e sono quasi le 21 e da me c’è ancora qualcuno che ogni tanto da qualche botta de trapano e frullino.

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