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Homein fondo a sinistraIl memorandum spacca la sinistra. E spoglia la Grecia

Il memorandum spacca la sinistra. E spoglia la Grecia

La polemica nella sinistra ellenica a poche settimane dalle nuove elezioni. Lafazanis: abolire l’austerità. Tsipras: applico il piano della Troika ma cercherò di uscire

di Carlo Perigli


Lafazanis

Abolizione del Piano di salvataggio e di tutte le misure di austerità, questi i punti fondamentali del programma con cui Unità Popolare si presenterà alla prossima tornata elettorale. Una dichiarazione di intenti molto simile a quella promossa da Syriza alle passate elezioni di gennaio, naufragata però di fronte al dietrofront operato da buona parte dei parlamentari, Tsipras in testa, di fronte all’ultimatum dei creditori.

Apparentemente però, il Memorandum e l’austerità non piacciono né all’uno né all’altro, come ha avuto modo di ribadire l’ormai ex premier in un’intervista rilasciata alla tv greca.  “Non credo che gli accordi di salvataggio siano falliti perchè non sono stati applicati, ma perchè era una ricetta sbagliata. Sarebbe meglio se il Memorandum firmato non venisse attuato“. Tuttavia, ha aggiunto Tsipras, il governo lo applicherà perchè non ha scelta, ma cercherà comunque un modo per uscire dal regime dei Memorandum.

Uscire dai piani di salvataggio applicandone uno? Per Panagiotis Lafazanis non solo si tratta di una scelta contraria alle indicazioni manifestate dall’elettorato in due occasioni nell’arco di sette mesi, ma di un grave rischio per la già debole economia greca. “[Tsipras] ha accettato un accordo che richiede politiche distruttive – ha dichiarato nel corso di un’intervista alla Nbc – inclusi tagli alle pensioni e ai salari, che possono dare il colpo di grazia all’economia greca“. Un’azione che si scontra con i principi scanditi da Unità Popolare, basati sulla “fine della subordinazione […] e il bisogno di seguire una rotta indipendente, sovrana e progressista“, per la cui realizzazione – ha spiegato Lafazanis – non esiteremo a lasciare l’Eurozona e a ristabilire una moneta nazionale“.

Un’opzione, quest’ultima, che non ha trovato l’appoggio di Yanis Varoufakis, la cui posizione lo differenzia sia da Syriza che da Unità Popolare. Con Tsipras, ormai è più che noto, l’intesa politica è terminata con l’accettazione da parte della Grecia del terzo memorandum, uno strumento utile, secondo l’ex ministro delle finanze,  solamente a perpetuare il giogo imposto dai creditori. Tuttavia, nonostante le simpatie espresse per la nuova formazione politica guidata da Lafazanis,  l’ex ministro delle Finanze non condivide la scelta “isolazionista”, rappresentata da un eventuale ritorno alla dracma. Che Varoufakis abbia in mente la creazione di una nuova formazione politica? Ipotesi a quanto pare da scartare, smentita anche dal diretto interessato in un’intervista rilasciata questa mattina alla Abc. “Invece di impegnarmi in una campagna elettorale che a mio avviso è triste e inutile, rimarrò politicamente attivo, forse più attivo di quanto sia stato finora, a livello continentale, cercando di stabilire una rete europea”.

 

 

 

 

 

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