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Memorial Cucchi: ecco il bozzetto di ZeroCalcare

Il 15 ottobre 2009 veniva arrestato Stefano Cucchi. Morrà  nel repartino penitenziario di Rebibbia all’alba del 22. ZeroCalcare ha disegnato il manifesto del Memorial podistico dedicato a Cucchi

di Checchino Antonini

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Ecco i bozzetti di ZeroCalcare per le iniziative del sesto anniversario della morte di Stefano Cucchi. Proseguono rapidamente i preparativi per il primo Memorial dedicato al giovane geometra romano rimasto ucciso dopo i pestaggi e i maltrattamenti avvenuti nelle fasi dell’arresto, della detenzione e del ricovero, sei giorni di calvario sui quali ancora la Procura sta facendo luce dopo una prima indagine che, escludendo a priori i carabinieri dall’inchiesta – molti osservatori ricordano una sorta di diktat dell’allora ministro della Difesa La Russa – era riuscita a scoprire i pestaggi ma non gli autori. Un anno fa, la sentenza d’Appello aveva mandato assolti medici, infermieri e guardie carcerarie intimando, però, la riapertura dell’inchiesta che, proprio a ridosso del sesto anniversario – Cucchi fu arrestato la sera del 15 ottobre 2009 e morì all’alba del 22 nel repartino penitenziario del Pertini – vede l’iscrizione di cinque carabinieri sul registro degli indagati.

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Sabato 31 ottobre, dal Parco degli Acquedotti, dove avvenne l’arresto per droga del ragazzo, partirà una corsa podistica, aperta a tutti, 8 chilometri la competizione, 4 km la corsa non competitiva, promossa dai familiari della vittima di un cocktail micidiale: malapolizia, proibizionismo, opacità del carcere e malasanità.

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Una corsa per accarezzare la terra chiedendo verità e giustizia per Stefano e per tutti, perché non accada mai più. Anche Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa, collabora alla realizzazione e alla piena riuscita dell’iniziativa.

Scrive Ilaria Cucchi nella chiamata per il Memorial: “Da sei anni io ed i miei genitori portiamo avanti quella che è divenuta una vera e propria battaglia, per l’assoluta incapacità dello Stato di assumersi le proprie responsabilità e di ammettere che in quei sei giorni nelle sue maglie qualcosa non ha funzionato e che quel qualcosa è costato la vita ad un essere umano. È stata una battaglia lunga e dolorosa ma siamo andati avanti nonostante tutto, i miei genitori ed io. Ed oggi abbiamo la speranza che sulla morte di Stefano si possa finalmente far chiarezza. Quello che mi piacerebbe, per questa ricorrenza, è avere accanto tutti coloro, tantissimi, uomini e donne di tutto il Paese, che come noi in questi sei anni non hanno mai smesso di crederci, che spesso hanno provato a non lasciarci soli”.

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1 COMMENTO

  1. “nelle maglie dello stato qualcosa non ha funzionato?!!!!!”eufemismi………..un black out durato sei giorni? vendetta………..no pasaran

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