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I potenti e bugiardi amici dell’apartheid al tempo di Netanyahu

Alla Sapienza di Roma non si può parlare male dell’Israele ai tempi di Netanyahu. Per gli studenti che osano farlo accuse infamanti di antiseitismo dalla lobby filo-israeliana 

di Claire Lacombe

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In questi giorni stanno avendo luogo all’Università la Sapienza di Roma, presso la facoltà di economia e commercio, una serie di iniziative proPalestina, alcune delle quali incentrate sull’acronimo Boycott Divestment and Sanctions, rivolto vero Israele. I ragazzi dei collettivi universitari sono gli organizzatori. Mentre le campagne di Boycott nei confronti delle merci israeliane prodotte nei territori palestinesi è vastamente diffusa worldwide e trova spazio ormai anche nelle norme europee (e questo è un fatto innegabile), per ciò che concerne il Boycott dei prodotti israeliani tout court la questione è più controversa; molti sostengono tra l’altro che sarebbe il caso di prendere in considerazione congiuntamente, se non soprattutto altri paesi a vocazione autoritaria spinta, per esempio il Nord Corea, il Sudan, la Turchia, il Turkmenistan. Comunque organizzare con metodi pacifici una campagna di Boycott contro una nazione non di per sé è un atto di razzismo xenofobico, ma piuttosto una espressione di ostilità verso l’andazzo dominante all’interno di una nazione.

L’iniziativa universitaria proPalestina ha scatenato un putiferio di polemiche e di avversità di livello inusitato. Prima ha aperto le danze un articolo de Il Foglio; a ruota sono arrivati alcuni blog ebraici italiani che chiedevano al Rettore della Sapienza e al Preside di facoltà il misconoscimento dell’iniziativa in quanto odiosamente antisemita. Prendiamo ad esempio le parole del blog progettodreyfus: “I metodi del BDS sono subdoli fin dalla sua fondazione. Il suo fine è chiaro: ridurre i cittadini israeliani alla fame, creare miseria e disperazione facendo ricorso a un’arma, quella del boicottaggio, ma viene dissimulata attraverso la parvenza di “protesta pacifica” . Oggi il boicottaggio, modus operandi caro ai nazisti, è, per una strana simmetria del destino, divenuto un cavallo di battaglia dell’estrema sinistra filoislamica. Dando spazio al BDS, i luoghi di cultura e condivisione diventano così centri di propagazione dell’antisemitismo travestito da antisionismo. Le voci e i volti proposti per gli incontri che si terranno il 2 Marzo presso la Facoltà di Economia sono quelli degli odiatori di Israele. Ci sarà l’onnipresente Bassam Saleh, rappresentante di Fatah in Italia. Da oltre dieci anni, Saleh è il prezzemolino degli incontri anti-israeliani organizzati da collettivi di sinistra e associazioni per la “pace”. Ovviamente, nessuno osa mai domandargli che fine abbiano fatto i 6 miliardi di euro, pagati anche dai contribuenti italiani, con cui l’UE ha rimpinguato le casse de l’Autorità Palestinese e dell’OLP fra 2007 e 2012. Invece di utilizzarli per interventi economici strutturali o costruzione di scuole e strade, i vertici di Fatah ne hanno intascato e nascosto buona parte, seguendo l’esempio del defunto Arafat, che aveva occultato un patrimonio personale superiore al miliardo di euro .” 

L’asse portante di progettodreyfus è che l’iniziativa della Sapienza sembra antisionista ma è invece antisemita. Il ragionamento che il boycott BDS passi come antisionista ma sia in realtà antisemita non è assolutamente suffragato da nulla se non dalla deduzione che  il boicottaggio “è un modus operandi caro ai nazisti”. Questo passaggio è semplicemente inconsistente e assurdo, non foss’altro ricordando il boicottaggio contro il Sudafrica razzista, cavallo di battaglia jadis della sinistra, dei marxisti e dei liberal di tutto il mondo, mentre i nazisti avevano fatto della zona sudafricana una delle loro terre di elezione. Anche la domanda a Saleh sui destini dei fondi UE finiti a OLP e Autorità Palestinese è senza senso: Saleh è un rappresentante palestinese in Italia, non è un tesoriere… la domanda è perciò solo retorica. Progettodreyfus attacca inoltre Arafat perché avrebbe distratto fondi a suo favore: mah, noi sappiamo piuttosto che l’ex primo ministro israeliano Olmert è stato condannato al carcere, dove attualmente è ospite, per avere intascato una mazzetta da 150000 euro: e questo è un fatto non una vox populi o una deduzione.

Ma lasciamo stare i blog e occupiamoci della questione più propriamente. Israele attualmente è governato dall’alleanza tra il partito di destra Netanyahu e alcune formazione religiose ancora più a destra ed integraliste. A noi né le destre né i bigotti dovunque siano al potere sono di gradimento, anzi sono nostri avversari. Il governo di Gerusalemme dimostra ostilità concreta e continua verso tutto ciò che sa di Palestina: Hamas, Fatah, Hezbollah, FPLP, Autorità palestinese. Il fine è evidente: tenere il popolo israeliano unito in una prospettiva di guerra permanente, che renda silenti i contrasti di classe interni (a proposito, Netanyahu da bravo iperliberista sta facendo a pezzi il welfare costruito per anni dal laburismo), in un collante che si porta ossessivamente dietro tutti nell’avversione bestiale alla pace e al ritiro dai territori occupati. Benjamin Netanyahu è colui il quale in una recente clamorosa operazione negazionista e revisionista contro l’orrore nazista ha cercato di attenuare le responsabilità di Hitler verso la Shoà addossando la responsabilità dei lager sul Gran Muftì di Gerusalemme, sicuramente di simpatie nazifasciste, che avrebbe con le sue idee eva così influenzato Hitler! D’altronde Benjamin è figlio di Benzon Netanyahu, allievo del noto fascista ebraico Abba Ahimeir. I seguaci di Ahimer hanno poi fondato le leghe di difesa ebraiche in Francia e Stati Uniti; la Jewish defense League, JDL, si è macchiata di gravi reati negli USA, dove è stata messa all’indice dall’FBI. Appartenenti alla JDL spesso hanno spesso pesantemente intimorito o picchiato ebrei liberal o leftist degli Stati Uniti. La branca francese della JDL ha stretto grande amicizia con la Le Pen; giovani comunisti francesi sono stati recentemente pesantemente bastonati: e anche questi sono fatti.

Cosa farà il Rettore della Sapienza? Inibirà la continuazione dell’iniziativa proPalestina? D’altronde il Rettore ha le sue gatte da pelare per la vicenda Kcube attende sviluppi. In due parole, Kcube in un quantomeno anomalo accordo con la Sapienza, si è presa i diritti, a basso costo, sui brevetti pharma e biotech che si svilupperanno in quell’Università. Attendiamo sviluppi sulle circostanze delle autorizzazioni a Kcube da parte della Sapienza. Kcube srl è presieduta da Carrai, l’astro nascente di Renzi; questa srl ha un cda con rinviati a giudizio e persone coinvolte con patteggiamento nello scandalo Sanitopoli dell’allora Ministro della Sanità de Lorenzo. Quel Carrai che nell’agosto del 2015 accolse, non si sa a che titolo, Netanyahu a Firenze nella sua kermesse/viaggio di stato in Italia (laddove in molti altri paesi occidentali Netanyahu non è assolutamente invitato per visite di stato, a causa dell’oltranzismo della sua linea antipalestinese); quel Carrai, molto amico del complesso militarindustriale proprio vicino a Netanyahu. Il caso si dirà, ma il caso ci assomiglia, diceva Bernanos!

3 COMMENTS

  1. A parte che il sabotaggio è una sciocchezza perchè colpisce israeliani e palestinesi indiscriminatamente, il ritorno dei ‘profughi’ palestinesi è un’arma a doppio taglio. Nel 1948, stima ONU, da Israele fuggirono circa 600 mila arabi. Negli stessi giorni, dai paesi arabi furono cacciati oltre 800 mila ebrei. Inoltre, chi deve tornare in Israele? quei 600 mila profughi, o i loro discendenti, che si stimano in oltre 2.500.000? Siamo concreti: Due Popoli Due Stati. Gli arabi si decidano e diano il via libera alla costituzione dello Stato di Palestina nei territori oggi abitati dai palestinesi. Riconoscano lo Stato d’Israele. Diano vita alla deliberazione ONU del 1948.

  2. Giovedi scorso a Torino si e’ tenuta una conferenza dal titolo “Boicottiamo il Technion!”.
    Da parte degli organizzatori e’ stato espresso l’ordine di non intervenire per difendere il Technion.
    Mi ero preparato un intervento ma non l’ho potuto fare.
    Questo e’ il testo dell’intervento, vediamo se siete abbastanza democratici da lasciarlo linkato:
    https://www.facebook.com/notes/gabriele-levy/boicotta-chi-lettera-a-168-accademici/10154539543398761

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