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Roma, al Quadraro storie di vita e pugilato

Nel Quartiere Quadraro di Roma, una palestra popolare toglie i ragazzi dalla strada e li fa diventare atleti
Nel Quartiere Quadraro di Roma, una palestra popolare toglie i ragazzi dalla strada e li fa diventare atleti

Premiata da due campioni italiani Juniores la Palestra Popolare Quadraro che nel quartiere romano insegna la “nobile arte” per insegnare la vita

[Sergio Braga]

Spesso è retorico affermare che lo sport insegna la vita. Non lo è certo nel caso della Palestra Popolare Quadraro – spazio di socializzazione e sport nell’omonimo quartiere romano – il cui impegno è stato premiato con corona di campioni per due pugilatori giovanissimi Giacomo Micheli e Armando Casamonica, allenati da Silvano Setaro. Soprannominato dagli occupanti nazisti “nido di vipere” per la fierezza operaia, ribelle ed antifascista del suo popolo che tanto diede, anche in termini di vittime e di deportati, alla resistenza nella capitale, e scelto da PPP come quinta per  “Mamma Roma”, il Quadraro è oggi un quartiere profondamente multiculturale, uno dei tanti melting pot romani, e, pur conservando la sua vocazione popolare, fa i conti con una crescente gentrificazione.

È in mezzo a queste contraddizioni sociali e culturali che nel 2009 inizia la storia di un gruppo di ragazzi che decide di riqualificare nel quartiere un parcheggio interrato abbandonato ed inutilizzato dagli anni ’60 e lo trasforma in un luogo d’impegno sociale e di sport. Nella palestra trova spazio, tra gli altri, anche uno sport duro, che insegna lealtà, passione, disciplina, autocontrollo, resistenza e sacrificio: il pugilato. Così, oggi, quello spazio, un tempo degradato, è divenuto la Palestra Popolare Quadraro. Un sogno che si è realizzato grazie solo all’impegno di chi non si è rassegnato alla mancanza di strutture e senza alcun fondo pubblico o euro privato, senza sponsor politici. Non  solo un impianto sportivo, ma anche uno spazio di socializzazione disposizione dei cittadini in un ottica di sport diritto di tutti.

Due campioni italiani nella stessa palestra

Nel corso di questi  anni questo laboratorio, grazie alla passione di chi l’ha sostenuto ed animato ha offerto a tanti giovani del quartiere una possibilità di divenire atleti grazie anche allenatori di talento che hanno voluto con dedizione concretizzare il sogno di diventare maestri. Il sogno si è realizzato la scorsa settimana con due giovanissimi atleti allenati – non sia modesto e me lo lasci dire – dal  “Maestro” Silvano Setaro, Giacomo Micheli e Armando Casamonica, rispettivamente 14 e 15 anni, che si sono laureati campioni italiani Juniores ai Campionati Italiani SchoolBoy/Junior che si sono svolti in Puglia,  a Gallipoli. Due campioni italiani nella stessa palestra, un risultato impossibile da immaginare e che nessuna delle società sportive in competizione ha raggiunto. Ancora più eclatante, poi, se si pensa che premia, a coronamento di un lavoro lungo e per lo più gratuito, quella che è probabilmente la più povera di tutte le società partecipanti al torneo.

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Il Quadraro in piazza per festeggiare isuoi campioni

Il riscatto dal peso del pregiudizio con un futuro da campioni

Non è solo una storia di sport, ma anche di possibilità riscatto dal pregiudizio. Christian Casamonica, il più giovane dei due campioni, viene infatti da una famiglia che a Roma è troppo spesso, e altrettanto superficialmente, associata solo a degrado, malaffare e criminalità. Questo ragazzo giovanissimo ha trovato una seconda casa proprio nella Palestra Popolare Quadraro, in Silvano Setaro un fratello maggiore e nel pugilato una scuola di vita. L’altro campione, Giacomo Micheli, nickname “Iron Jack” per la determinazione che dimostra sul ring, è invece stato già convocato il ritiro con la Nazionale di Pugilato, il Training Camp della Fip che si svolgerà a Roma dal 17 al 23 aprile.

“Aiutatemi a dare loro visibilità per aiutare la Palestra Popolare Quadraro a continuare la sua attività – invoca Silvano Lanaro – perché altri ragazzi come Giacomo e Armando possano realizzare il loro sogno, o più semplicemente perché uno spazio che offre una formazione sportiva di eccellenza aperta a tutte e a tutti, che offre un’occasione di socialità sana, è una risorsa preziosa che va protetta e sostenuta”. Un’invocazione che non può essere ignorata da chi crede e combatte, non solo con i pugni, per un mondo diverso dove tutti, come accade nello sport vero, abbiano le medesime opportunità di partenza, senza slealtà e senza pregiudizi.

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