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Puglia, Emiliano passa l’acqua ai comuni. Privatizzarla sarà più facile

La Puglia sperimenta una nuova modalità per provatizzare l’acqua: cedendo Aqp ai comuni strozzati dal patto di stabilità

di Francesco Ruggeri

acquedottopugliese

«Aqp va ai Comuni così non diranno che voglio svendere ai privati»: quando è comparsa questa dichiarazione del governatore Emiliano, il comitato pugliese “Acqua Bene Comune” s’è detto profondamente «indignato». «In primis perché il Presidente Emiliano cerca – spiega un comunicato – di attribuire al Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” le origini di una sua scelta che, invece, va nel senso opposto rispetto alle richieste del Comitato e della maggioranza dei pugliesi che, nel referendum 2011, si sono espressi per abrogare l’obbligo di gestione attraverso società di diritto privato, a scopo di lucro, qual è, per l’appunto, AQP SpA. In secondo luogo perché cedere le azioni di Aqp ai Comuni, non solo non cambierebbe nulla dal punto di vista della forma giuridica, che rimarrebbe privatistica ma, anzi, faciliterebbe una potenziale accelerazione di un processo di privatizzazione definitiva, dal momento che sarebbe più facile la compravendita di azioni di Aqp dai Comuni-azionisti, che magari, strozzati dal Patto di Stabilità e impossibilitati a fornire i servizi più basilari ai propri cittadini, sarebbero costretti a venderle per un po’ di “ossigeno” sul piano economico. E in questo senso, ogni patto parasociale inteso a vietare la compravendita di azioni a privati sarebbe nullo (fatto confermato da illustri giuristi come il prof. Alberto Lucarelli). Inoltre, c’è un altro aspetto piuttosto deludente: la sensazione è che cedere oggi le azioni di Aqp ai Comuni, sia un buon modo da parte del Presidente Emiliano e dell’amministrazione regionale per lavarsi le mani rispetto alla scadenza dell’attuale gestione di Aqp nel 2018, passando la patata bollente ad altri».

Va ricordato che l’AQP SpA non è una “azienda pubblica” come continua a dichiarare il Presidente ai giornalisti sulla scia del suo illustre predecessore Vendola. Come sa bene ogni studente di diritto oltre che ogni cittadino che abbia aperto il codice civile, AQP è una società per azioni che, in quanto tale (e a prescindere dal fatto che sia a capitale pubblico), ha come scopo il conseguimento dell’utile senza alcun meccanismo di partecipazione alla gestione da parte della cittadinanza. La “confusione” apparente della Regione, agevola le manovre di “investitori” privati per impossessarsi dell’Acquedotto in una fase in cui l’assedio di multiutility e multinazionali è sempre più asfissiante in tutta Italia. Una recente inchiesta di Popoff e Left ha rivelato in particolare che intorno ad Aqp si sta giocando la partita inquietante di una grande multiutility del Sud. A una domanda diretta, lo stesso Emiliano ha detto di non vedere altra forma che quella di una spa, con buona pace del referendum e delle sue promesse elettorali (le stesse disattese per un decennio da Vendola). «L’AQP deve invece restare nostro, gestito da noi, bene comune al servizio di tutti gli abitanti della Puglia», insiste il Comitato tornando a chiedere con determinazione l’istituzione del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione di Aqp (così come approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale del 3 agosto scorso) entro il mese di gennaio (così come assicurato nel Consiglio regionale di dicembre). Domenica 29 gennaio alle ore 16.30 presso “Bread and Roses” (Via Amendola, 189/A) si terrà un’assemblea popolare.

1 COMMENTO

  1. un altro referendum inatteso…..sono decine……..presto ritorneranno i savoia e ci chiederanno i danni……….HLVS

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