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Roma, il Rialto si riprende il Rialto

Liberato il Rialto S.Ambrogio, lo stabile nel centro di Roma dove ha sede il movimento per l’acqua, il circolo Bosio, Attac e altri soggetti di movimento

di Checchino Antonini

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“Oggi abbiamo riaperto il Rialto, uno spazio di democrazia e cultura indipendente”, annunciano i movimenti per l’acqua pubblica, Attac, il Cadtm e gli altri soggetti che hanno sede nella palazzina del Ghetto, al Portico d’Ottavia, sequestrata con un blitz della polizia municipale una settimana fa. Tra gli altri è presente Eleonora Forenza, eurodeputata del Gue-Altra Europa: “Fondamentale difendere e liberare gli spazi a Roma, contro la politica dei sigilli che hanno imposto con il silenzio e la connivenza del Campidoglio a luoghi come questo, il Teatro dell’Orologio, Ararat dove ha sede la rappresentanza diplomatica del popolo curdo e decine di spazi in tutta la Capitale”.

Dopo l’arrivo di carabinieri, polizia e vigili, si materializza sotto il Palazzo,  l’assessore al Patrimonio, Mazzillo accompagnato da un consigliere capitolino grillino Calabrese. Tra i presidianti ci sono attivisti di vari spazi occupati, di DecideRoma, passano Paolo Ferrero di Rifondazione, Fassina di Si. Mazzillo ha spiegato che, in assenza di regolamento della delibera 140 (quella che mette a valore le proprietà comunali), il commissario Tronca ha dato l’avvio alle procedure di sgombero e alla pretesa dell’indennità di occupazione, per ciascuna realtà, calcolata sulla base del valore di mercato. Per fare un esempio, Attac! una delle associazioni ospitate in 12 mq al Rialto, s’è vista arrivare una richiesta di 94mila euro di arretrati per 540 euro di affitto mensile.

Un riassunto delle puntate precedenti, da parte dell’assessore, che serve a poco nell’interlocuzione con i cittadini, piuttosto esperti di questioni concernenti le occupazioni, ma funziona da preludio al più classico dei “purtroppo, le procedure di riacquisizione vanno avanti”. Non fa mistero, il titolare del Patrimonio, di desiderare che questa piccola folla sparisca dai suoi occhi in nome della legalità astratta che la Giunta sbandiera. Ma dal suo lungo eloquio non è difficile intendere che il Campidoglio non ha fatto nulla o quasi a otto mesi dall’insediamento della Giunta. “Dobbiamo fare un censimento e poi costruire bandi”. Tutto da fare, anche le “eventuali esenzioni o agevolazioni” per le realtà che svolgono servizi di pubblica utilità. Gli attivisti gli hanno proposto una soluzione politica transitoria: trasformare il Rialto – proprietà comunale – nella sede del tavolo partecipato che compili il nuovo regolamento così da garantire la continuità (in attesa di una sede alternativa visto che il palazzo interessa alla sovrintendenza capitolina per trasferire uffici comunali che oggi pagano l’affitto ai provati) del lavoro del comitato per l’acqua e di quanti avevano trovato sede nello stabile. Ma la Giunta Raggi, probabilmente, non passerà alla storia per le proprie capacità di iniziativa politica, piuttosto per il suo desiderio di delegare la politica a polizia e magistratura.

Il confronto proseguirà nel tardo pomeriggio in Campidoglio con il tavolo che si riunirà nuovamente lunedì 27 alle ore 10.00 presso il Dipartimento stesso con l’obiettivo di individuare nell’immediato una soluzione per garantire la continuità delle attività che hanno animato il Rialto in questi ultimi anni. Attività che sono già ripartite da questa mattina e che proseguiranno nei locali liberati fino a quando non sarà individuata una soluzione alternativa.

«Una vittoria di tutta la città e non solo, dato che da questo spazio partono battaglie nazionali come quella per l’acqua pubblica, per la difesa della costituzione e per la cultura indipendente. Una vittoria di tutte e tutti coloro che oggi hanno condiviso una lunga giornata di lotta e democrazia».

Ancora dal comunicato:

“Questa mattina abbiamo deciso di riaprire il Rialto e di ridare alla città uno spazio che deve continuare ad essere un laboratorio di democrazia, incontro e produzione di cultura indipendente. Non ci vogliamo rassegnare al fatto che il Rialto, dopo lo sgombero subito il 16 febbraio, sia di nuovo consegnato al degrado e all’abbandono come centinaia di altri edifici nella nostra città. Non ci vogliamo rassegnare al fatto che Roma continui ad essere governata secondo logiche che puntano solo alla mercificazione dei beni comuni e alla messa a valore del patrimonio pubblico. Per questo, numerose realtà sociali, culturali e politiche hanno deciso di dare un segnale forte restituendo questo luogo alle attività che lo hanno attraversato negli ultimi quindici anni.

Siamo consapevoli che questa non è una vicenda isolata, ma che analoghi provvedimenti stanno colpendo altri spazi sociali della capitale. Intendiamo, così, ribadire che la democrazia e la cultura indipendente non si sgomberano e che non possono essere vincolati al mero fattore economico. Siamo consapevoli che il patrimonio pubblico può e deve svolgere un ruolo strategico per sviluppare e valorizzare veramente le tante e diffuse realtà socio-culturali che da sempre arricchiscono questa città svolgendo anche un ruolo di supplenza ai compiti dell’amministrazione comunale.

Per questo pensiamo sia tempo di rivedere la materia che disciplina le concessioni pubbliche coinvolgendo tutta la città e ribaltando la logica di mercato che è alla base della delibera 140/2015 in funzione di una visione fondata su principi di solidarietà, cultura e partecipazione fondamentali per la tenuta democratica di questa città. Visto che la Giunta ha appena approvato una delibera con cui intende frenare la logica degli sgomberi che sta mettendo a rischio oltre 800 spazi in tutto il territorio cittadino, chiediamo all’Amministrazione capitolina, in quanto proprietaria formale dell’immobile, e in primis alla Sindaca Raggi e all’Ass.re Mazzillo, di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché il Rialto sia tutelato al fine di “evitare che venga compromessa l’esistenza di associazioni che svolgono funzioni di interesse pubblico”così come dichiarato dallo stesso Ass.re al Patrimonio. Chiediamo alla maggioranza, alla Giunta e a tutti i consiglieri comunali e municipali, per una volta, di non restare a guardare e di prendere una posizione chiara e netta. Chiediamo a tutte e tutti di sostenere questa lotta.

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