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Cara Cgil, perché lasci che la polizia spezzi un corteo?

Lettera aperta alla Cgil dopo le violenze della polizia contro il corteo del Primo Maggio. «Qual è il problema? Che in piazza entri qualcuno per fischiare qualche oratore?»

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Come ogni anno Sinistra Anticapitalista ha partecipato attivamente alla manifestazione sindacale del Primo Maggio. Le nostre compagne e i nostri compagni sono stati presenti sia nella prima parte della manifestazione cioè negli spezzoni sindacali di categoria, sia nella seconda parte nel quadrato della nostra organizzazione, insieme ad altre forze politiche della sinistra.

Solo che una parte consistente del corteo non è riuscita a entrare in piazza, tra cui molti iscritti CGIL. Per essere più precisi, ha potuto farlo solo a manifestazione conclusa.

Crediamo debba essere considerato preoccupante per tutti e in particolare per un’organizzazione sindacale come la CGIL che sia la Questura a decidere le modalità di una manifestazione sindacale e stabilire chi può e chi non può parteciparvi.

Crediamo che tutti dobbiamo essere preoccupati che qualcuno dall’esterno, la polizia, decida di dividere le lavoratrici e i lavoratori, proprio nella giornata simbolo dell’unità del movimento operaio.

Le organizzazioni dei lavoratori devono attivare propri strumenti se vi è necessità di preservare l’integrità della manifestazione, ma lo svolgersi del corteo era del tutto pacifico e tranquillo.

Per questo siamo stati molti colpiti dal fatto che la CGIL abbia siglato ieri un comunicato con CISL e UIL che sembra scritto da qualcuno non presente al corteo, o manifestamente interessato a raccontare una storia antitetica alla realtà.

Ecco uno stralcio dell’indecente comunicato:

Anche quest’anno le forze dell’ordine sono intervenute per permettere lo svolgimento del corteo e degli interventi. I mezzi di informazione descrivono gli scontri tra le frange della contestazione e la polizia, che, puntualmente, vengono ripresi dai notiziari nazionali e soppiantano qualsiasi altro contenuto del primo maggio torinese. Quest’anno abbiamo assistito a un salto di qualità, con le dichiarazioni improvvide di qualche consigliere comunale, che pensa di risolvere il problema vietando le piazze ai sindacati: pericolosa concezione della democrazia e ignoranza delle tradizioni della città che dovrebbe rappresentare.

Il problema non sarebbero le cariche quanto il fatto che la spettacolarità degli scontri oscuri le parole dei burocrati

Il corteo infatti ha subito ben 4 cariche provocando vari feriti, tra cui un nostro compagno (che è anche militante e dirigente della CGIL), che ha subito la rottura di una mano ed è stato colpito duramente alla testa mentre, nella concitazione cercava di aiutare chi era caduto a terra.

Gli interventi repressivi nei confronti delle lotte operaie e dei conflitti sociali si sono moltiplicati da parte della polizia, tanto che, nei giorni scorsi, utilizzando il decreto Minniti-Orlando, è arrivata ad impedire alcune manifestazioni di lavoratori. Di tutto questo dobbiamo essere preoccupati come anche delle aggressioni fisiche ai picchetti di lavoratori in sciopero che sono diventate sempre più frequenti.

Per tutte queste ragioni e per la storia passata e recente della vostra organizzazione pensiamo che sia dovere della Cgil non accettare il clima che si sta affermando passo dopo passo.

Siamo anche preoccupati che la segretaria nazionale della Cisl, Furlan, di fronte al voto della maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici di Alitalia dichiari che è bene non far esprimere le lavoratrici e i lavoratori con il voto, se il risultato rischia di non essere quello atteso dai vertici.

Tutta la storia del movimento operaio e sindacale è stata proprio caratterizzata da un forte confronto democratico, qualche volta anche aspro, da dissensi, da discussioni di fronte alla complessità dei problemi da affrontare.

Qual è il problema? Che in piazza entri qualcuno per fischiare qualche oratore?

L’eventuale dissenso nelle piazze sindacali è forse divenuto intollerabile?

Crediamo che la direzione della CGIL non possa essere accondiscendente con l’operato della Questura di Torino. Crediamo che debba affermare ad alta voce che tutte le lavoratrici e i lavoratori abbiano il diritto di partecipare alle manifestazioni sindacali, compresi quei settori che possono dissentire dalle scelte dei gruppi dirigenti.

Anche perché sarebbe del tutto illogico che ad avere diritto ad essere in piazza sia solo il partito di maggioranza che attraverso l’azione di governo ha varato il Jobs Act, demolito lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori riconsegnando ai padroni la libertà di licenziare, tutte misure contestate giustamente dalla vostra organizzazione sindacale e i cui effetti negativi sono testimoniati dal licenziamento di numerosi rappresentanti sindacali, tra cui molti della CGIL.

Tanto più è necessaria questa presa di posizione di fronte a soggetti padronali ed esponenti politici che chiedono di non concedere più le piazze ai sindacati e a tutti coloro che vorrebbero restringere l’agibilità delle lotte e l’azione dei sindacati che le organizzano.

La nostra impressione è che si vogliano introdurre anche in Italia modalità di intervento sempre più repressive che abbiamo visto operare in questi stessi giorni in paesi che non sono proprio un esempio di democrazia.

Tutte le forze sindacali e tutte le forze di sinistra e democratiche debbono contrastare risolutamente i disegni e le misure volte a restringere o impedire la libertà di manifestare oggi; domani qualcuno potrebbe voler negare direttamente il diritto di sciopero.

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