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Crisi: 10 anni bastano, lo spiega Attac

La presentazione dell’Università popolare di Attac Italia.  14-16 settembre 2018, New Camping “Le Tamerici” Cecina Mare (Li) 

 

Qualche scricchiolio si era già sentito a fine 2007, ma fu nel marzo 2008 che Bear Stearn, una delle “big five”, le cinque banche più grandi degli Usa, dichiarò fallimento, in seguito all’esplosione della bolla immobiliare legata ai mutui subprime.

Nei mesi successivi, toccò a Fannie Mae e Freddie Mac, e mentre in Europa il governo inglese era costretto a nazionalizzare Northern Rock, a settembre crollò Lehman Brother, dando il fischio ufficiale d’inizio alla grande crisi, che dagli Usa è rimbalzata in tutto il pianeta, investendo in particolar modo il continente europeo.

Naturalmente, è difficile astrarre un periodo dal contesto processuale che lo determina e senz’altro possiamo affermare come nel 2008 giungano al pettine i nodi di una crisi che ha le proprie radici addiritttura negli anni ’70 del secolo scorso, quando si afferma la dottrina liberista e i processi di finanziarizzazione dell’economia divengono progressivamente la cifra della società capitalistica contemporanea.

E’ una crisi profonda, più strutturale che ciclica, tant’è che le politiche di risposta messe in campo dall’establishment economico-finanziario e dall’elite politiche non comportano, forse per la prima volta, alcuna discontinuità, bensì la spinta ad un ulteriore approfondimento delle stesse.

Ciò che cambia davvero in questi dieci anni sono le condizioni di vita delle popolazioni, con un accentramento della ricchezza e una diseguaglianza sociale che non ha precedenti.

E mentre la contraddizione ecologica assume i connotati di una drammatica realtà con cui fare i conti per i prossimi decenni, la vita delle persone si va sempre più configurando all’insegna della precarietà: del lavoro, della coesione sociale, del futuro individuale e collettivo.

Muta profondamente anche il segno della democrazia, con i diritti trasformati in variabili dipendenti dai profitti e le istituzioni in sedi di ratifica di decisioni prese in luoghi “altri” dalle stesse.

Si afferma la teologia dei mercati, entità impersonali che dominano e determinano la vita delle persone e della società, mentre lo shock del debito diviene l’indiscussa narrazione dominante. E, come finta risposta alla stessa, si affermano sovranismi nazionalistici, che fanno del razzismo la propria cifra identitaria.

Siamo dunque costretti dentro un percorso immodificabile e dentro un orizzonte di rassegnazione sociale?

Noi crediamo di no e pensiamo che un’analisi approfondita di questo ultimo decennio possa contribuire a costruire una narrazione differente, sia sulle cause che hanno prodotto la crisi, sia soprattutto sulle possibili risposte da dare alla stessa.

E per poter davvero dire e praticare “Crisi: 10 anni bastano”, abbiamo deciso di proporvi un’università estiva che entri nel merito.

Il primo seminario “Com’è cambiata l’economia” proverà a riflettere esattamente sulla narrazione dominante, data per oggettiva, e a confutarne gli assiomi. Saranno con noi Emiliano Brancaccio, docente di Economia all’Università del Sannio,Nicoletta Dentico di Banca Etica e della Fondazione Lelio Basso e Matteo Bortolon, esperto di trattati di libero scambio.

Nel secondo seminario “L’insuperabile contraddizione ecologica”, proveremo ad affrontare la questione ambientale non come effetto collaterale di un determinato sistema economico-sociale, bensì come elemento strutturale dello stesso e come fulcro di una possibile inversione di rotta. Lo faremo con Rita Cantalino dell’associazione Asud e con Guido Viale,giornalista e saggista.

Com’è cambiata la società” sarà l’argomento del terzo seminario, che proveremo ad affrontare da diversi punti di vista: la diseguaglianza sociale e il welfare, con l’apporto di Michele Cangiani, docente di Sociologia all’Università di Venezia; la politica fiscale, con il contributo di Antonio De Lellis, attivista di Attac e di Cadtm (Comitato per l’annullamento dei debiti illegittimi); la politica verso la migrazione come disciplinamento sociale, con Roberto Guaglianone, attivista di Attac e giornalista esperto di migrazioni.

Il quarto seminario “Com’è cambiato il lavoro” affronterà sia i profondi mutamenti avvenuti con l’avvento della precarizzazione, grazie al contributo di Marta Fana, ricercatrice a Sciense Po di Parigi, sia le prospettive determinate dalla rivoluzione dell’automazione in atto, grazie all’intervento di Marco Schiaffino, attivista di Attac e giornalista esperto di ‘industria 4.0’.

Com’è cambiata le democrazia” sarà il tema del quinto seminario, dove con l’aiuto di Fausto Gianelli dei Giuristi Democratici e di Stefano Risso di Attac, proveremo ad affrontare l’attualissima relazione fra Stato e mercato e fra democrazia e oligarchia.

Dopo la presentazione del libro “Dieci anni dopo la crisi, riprendiamo il controllo della finanza” a cura di Attac France e della Rete europea di Attac , concluderà l’università la tavola rotonda finale “I movimenti sociali fra crisi e alternative”, nella quale proveremo a riflettere, a partire dalle attuali difficoltà dei movimenti sociali, sui percorsi di alternativa possibile allo stato di cose presente. Lo faremo con Salvatore Cannavò, giornalista e saggista, Ciccio Auletta della Rete delle Città in Comune, Tatiana Montella di Non Una di Meno e Marco Bersani di Attac.

Un percorso che crediamo interessante e a cui speriamo vogliate partecipare.

Intanto, benvenuti!

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