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Omicidio Bifolco, dimezzata la pena al carabiniere

Bifolco: da 4 anni e 4 mesi a due anni di condanna per il carabiniere che uccise un diciassettenne nel quartiere Traiano

Giustizia di fine stagione per Davide Bifolco, pena dimezzata da 4 anni e 4 mesi a 2 anni – in Appello per il carabiniere Gianni Macchiarolo. Fu lui ad ammazzare un ragazzino di 17enne del rione Traiano di Napoli. Davide Bifolco fu ucciso da un colpo di pistola nelle concitate fasi di un inseguimento. I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno ridotto oggi la condanna disposta in primo grado. Erano le due del mattino del 5 settembre del 2014 quando una pattuglia dei carabinieri si lanciò all’inseguimento di tre ragazzini, tutti in sella allo stesso scooter e senza casco, che non si fermarono all’alt. Macchiarolo riuscì a bloccare due ragazzi, tra cui Davide. Ma nelle fasi del fermo dalla pistola d’ordinanza del carabiniere partì il proiettile che uccise Davide. Già in primo grado è stato stabilito che il colpo partì per errore: il carabiniere inciampò e nel perdere l’equilibrio partì il proiettile. Il militare non aveva inserito la sicura.

«Due anni, solo due anni, neanche se fosse stato ucciso un cane». Tensioni davanti l’aula 312 del tribunale di Napoli, dopo la sentenza d’appello. La madre di Davide, quando ha appreso l’esito della sentenza, è stata colta da un malore. Sorretta dai parenti si è poi avviata verso l’uscita. Davanti l’ingresso del tribunale di piazza Cenni, un gruppo di amici e attivisti contro gli abusi in divisa si è radunato, dopo un corteo, in attesa della sentenza. «Il giudice che ha emesso questa sentenza non è una madre» hanno gridato I parenti di Davide, mentre si avviavano verso l’uscita.

Diversi attivisti di Acad, da tutta Italia, hanno preso parte all’udienza e al presidio di solidarietà. E’ stata una mossa a sorpresa del legale del carabiniere quella di chiedere il patteggiamento in appello, il cosiddetto concordato, possibile in caso di rito abbreviato in primo grado. «Oltre allo sconto colossale di pena Macchiarolo non farà un’ora di galera e ricomincerà a fare il carabiniere visto che sono state revocate le pene accessorie» spiega Gaia Tessitore, legale di Acad. Il maxi sconto è un colpo anche per l’impianto accusatorio. «Per quello che era il compendio investigativo, sul quale mi sono espresso in maniera estremamente critica, è andata molto bene, disse a Popoff, Fabio Anselmo, legale all’epoca della famiglia di Davide Bifolco e anche di altre famiglie vittime di malapolizia (da Aldrovandi a Cucchi, da Budroni a Magherini ecc…). E’ una pena «più grave ancora di quella chiesta dallo stesso pm, vicina al massimo in regime di rito abbreviato – disse Anselmo – somiglia molto a una pena più per delitto volontario che colposo». Per Anselmo però, per quanto riguarda le indagini, «si poteva e si doveva fare di più. Migliori indagini avrebbero fugato ogni dubbio. I rilievi di quella notte non danno conto di nulla».

Mentre i giornali per bene erano alle prese con la costruzione della criminalizzazione della vittima tipica di ogni caso di malapolizia, l’uccisione di Davide Bifolco ha scatenato, invece, le urla di dolore dei rioni popolari da sempre incastrati nella morsa convergente della criminalità organizzata e del braccio violento di una legge a senso unico. Anche stavolta è stato visibile il ruolo di Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa, nel sostegno concreto alla famiglia Bifolco e nella campagna di controinformazione.

2 COMMENTI

  1. Non tutte le vittime dello stato e della sbirreria assassina hanno un parente del calibro di Ilaria Cucchi, nemmeno Aldrovandi che era figlio di una dipendente comunale…in ogni caso la Beretta è a prova di idiota nessun colpo pare per sbaglio…….Bifolco era un ragazzo di borgata……macchisenefrega………….ricordiamoci dello sbirro che per pararsi il ….entrò in un loca attiguo e mise tutti gli avventori al muro per ore………….rivoluzione e poizia del popolo…….

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