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Baobab dans la rue, la prima notte in strada

Baobab, prima notte in strada per 40 persone. Altri 42 nei centri del Comune [Redattore sociale]

Dopo lo sgombero e il passaggio in questura, nella notte 39 persone sono tornate nell’area della stazione e hanno dormito all’addiaccio. Altri hanno accettato l’accoglienza. Intanto Salvini rilancia sugli sgomberi a Roma: l’ex fabbrica della penicillina tra i primi in lista

14 novembre 2018

Eleonora Camilli/Rs
Baobab migranti in strada

ROMA – La colazione è stata portata dagli attivisti questa mattina a piazzale Spadolini, nella parte Est della stazione Tiburtina: latte, biscotti, the cioccolata. Sono 39, infatti, le persone che hanno dormito all’addiaccio dopo lo sgombero di ieri mattina del presidio umanitario di Baobab experience. Ma la polizia ha detto chiaramente ai volontari che non sarà possibile ricreare il presidio nella zona. Gli attivisti ripetono: “un’idea è impossibile da sgomberare, non lasceremo le persone sole”.

Ieri notte una quarantina di ragazzi, usciti dall’ufficio immigrazione di via Patini, dove sono stati identificati e fotosegnalati, sono tornati nella zona della stazione. Gli attivisti hanno distribuito coperte, materassini e acqua. I migranti si sono sistemati per terra, in una parte riparata del parcheggio, per passare la notte all’addiaccio. Intanto l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale, Laura Baladassare, ha fatto sapere in una nota che ieri la Sala operativa sociale ha effettuato 70 colloqui con i migranti sgomberati da piazzale Maslax. Le persone che hanno accettato l’accoglienza del Comune di Roma sono 42. Dieci, invece, si sono allontanati autonomamente. “Le 42 persone accolte oggi si aggiungo alle 75 accolte la scorsa settimana, per un totale di 117” conclude la nota. Restano fuori accoglienza circa 50/60 persone.

Questa mattina il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sottolineato che quello del Baobab è solo il primo di una serie di sgomberi previsti a Roma. Nella lista ci sono circa 27 palazzi occupati o abbandonati. Tra i primi c’è l’ex fabbrica della Penicillina che si trova nella zona est della Capitale, vicino al quartiere San Basilio, dove vivono circa 500 persone in maggioranza stranieri. Da diversi mesi le organizzazioni umanitarie chiedono l’evacuazione dell’area perchè la struttura è fatiscente e l’ambiente gravemente insalubre. Oggi proprio all’interno del palazzo si terrà una conferenza stampa per chiedere nuovamente che l’uscita delle persone dalla fabbrica sia concordata e non avvenga, invece, con uno sgombero coatto. (ec)

© Copyright Redattore Sociale

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