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Oxfam: ricchi sempre più ricchi, povertà in aumento

“Bene pubblico o ricchezza privata?”, il nuovo rapporto Oxfam alla vigilia del forum economico mondiale di Davos

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Nel 2018 le fortune dei super-ricchi sono cresciute del 12%, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone ovvero la metà più povera dell’umanità ha visto diminuire ciò che possiede dell’11 per cento. Sempre l’anno scorso, 26 ultramiliardari possedevano l’equivalente ricchezza della metà più povera del pianeta. In Italia il 20% più ricco possedeva nel 2018 il 72% dell’intera ricchezza nazionale, il 5% più ricco degli italiani era titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero.
D’altra parte, è cresciuta la povertà estrema: dopo una drastica diminuzione tra il 1990 e il 2015 del numero di persone che vivono con un reddito inferiore a 1,90 dollari al giorno, poi il tasso annuo di riduzione della povertà estrema è calato del 40% ed è rallentato ulteriormente tra il 2015 e il 2018. I dati sono contenuti in “Bene pubblico o ricchezza privata?”, il rapporto annuale presentato da Oxfam alla vigilia del meeting annuale del Forum economico mondiale di Davos, che evidenzia “l’iniquità sociale e l’insostenibilità dell’attuale sistema economico” e dal quale emerge che “il persistente divario tra ricchi e poveri compromette i progressi nella lotta alla povertà, danneggia le nostre economia e alimenta la rabbia sociale nel mondo”. Lo studio di Oxfam sottolinea, inoltre, le responsabilità dei governi “in ritardo nell’adottare misure efficaci per contrastare la disuguaglianza galoppante” visto che “servizi essenziali come la sanità e l’istruzione continuano a essere sottofinanziati, la lotta all’elusione fiscale ristagna, mentre le grandi corporation e i super-ricchi contribuiscono fisicamente meno di quanto dovrebbero”.

“Non dovrebbe essere il conto in banca a decidere per quanto tempo si potrà andare a scuola o quanto a lungo si vivrà – ha detto Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International – Eppure è proprio questa la realtà in gran parte del mondo. Mentre multinazionali e super-ricchi accrescono le loro fortune a dismisura, spesso grazie a trattamenti fiscali privilegiati, milioni di ragazzi e soprattutto di ragazze non hanno accesso a un’istruzione decente e le donne continuano a morire di parto”.

Rendere più equo il fisco. È quanto suggerisce Oxfam per potenziare il finanziamento dei sistemi di welfare nazionali. “Invertendo la tendenza pluridecennale che ha portato alla graduale erosione di progressività dei sistemi fiscali e a un marcato spostamento del carico fiscale dalla tassazione della ricchezza e dei redditi d’impresa a quella sui redditi da lavoro e sui consumi”. La proposta parte da alcuni dati: a livello mondiale solo 4 centesimi per ogni dollaro raccolto dal fisco proveniva dalle imposte sul patrimonio che in molti Paesi ricchi hanno subito una riduzione o sono state eliminate e sono a malapena operanti nei Paesi in via di sviluppo; l’imposizione fiscale a carico dei redditi più elevati delle grandi imprese si è significativamente ridotta negli ultimi decenni; per 90 grandi corporation l’aliquota effettiva versata sui redditi di impresa ha visto un drammatico calo tra il 2000 e il 2016, passando dal 34% al 24%; in Paesi come il Brasile o il Regno Unito il 10% dei poveri paga, in proporzione al reddito, più tasse del 10% più ricco. “Se l’1% dei ricchi pagasse lo 0,5% in più di imposte sul patrimonio, si potrebbero mandare a scuola 262 milioni di bambini e salvare la vita a 100 milioni di persone nei prossimi 10 anni”.

I costi delle cure. Nel mondo i servizi pubblici sono sistematicamente sottofinanziati o esternalizzati a privati, “con la conseguenza che i poveri ne sono esclusi”. E, come si legge nel Rapporto, in molti Paesi l’istruzione e la sanità di qualità sono diventate un lusso che solo i ricchi possono permettersi: “Basti pensare che ogni giorno 10 mila persone muoiono nel mondo perché non hanno accesso a cure mediche a un costo accessibile. Nei Paesi in via di sviluppo un bambino di una famiglia povera ha il doppio delle possibilità di morire entro i 5 anni rispetto a un coetaneo benestante. In un Paese come il Kenya un bambino di una famiglia ricca frequenterà la scuola per il doppio degli anni rispetto a un bambino proveniente da una famiglia senza mezzi”.

Gli uomini sono più ricchi delle donne. Dal Rapporto Oxfam emerge la forte correlazione tra disuguaglianza economica e disuguaglianza di genere. A livello globale gli uomini possiedono il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende. Anche il divario retributivo, pari al 23%, vede le donne in posizione arretrata. Il dato non tiene conto del contributo gratuito delle donne nel lavoro di cura. “Se tutto il lavoro di cura non retribuito, non contabilizzato dalle statistiche ufficiali, svolto dalle donne nel mondo fosse appaltato a una sola azienda – stima Oxfam – questa realizzerebbe un fatturato di 10 mila miliardi di dollari all’anno ovvero 43 volte quello di Apple”.

“Le persone nel mondo sono arrabbiate e frustrate – ha concluso Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – ma i governi possono apportare cambiamenti reali per la vita delle persone assicurandosi che le grandi aziende e le persone più ricche paghino la giusta quota di tasse e che il ricavato venga investito in sistemi sanitari e di istruzione a cui tutti possano accedere gratuitamente. A partire dalle tantissime donne e ragazze che ne sono spesso tagliate fuori”. (lp)

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