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Albiano, ricostruiamo il ponte e la sinistra

Una lettera-articolo dalle rive del Magra alla vigilia delle Regionali in Toscana

Albiano, una frazione del comune di Aulla (Ms), al confine con la Liguria. L’8 settembre saranno cinque mesi dal crollo del ponte sul Magra. Intanto il 20 settembre la Toscana andrà alle urne e le macerie diventano l’immagine del rapporto col territorio di chi ha governato la Regione e di chi vorrebbe governarla con la medesima ossessione per le grandi e inutili opere. Con la stessa indifferenza per le vite di chi sul ponte ci passa ogni giorno. Scrive Valentina su Facebook:  “Davanti alla carcassa del ponte di Albiano Magra, ora in decomposizione, si fermano spesso persone di passaggio, piccoli gruppi di gente, spenzolati a far foto. Si aspetta. Noi, che abbiamo un grande bisogno del ponte di Albiano, aspettiamo. Qualche volta riusciamo anche a sospendere il giudizio, nell’attesa. Questa mattina, iniziando il mio giro dell’oca per arrivare dall’altra parte del fiume, ho immaginato e desiderato di avere un’auto volante. E ho detto a mio figlio che sarebbe stato bellissimo alzarsi in volo, proprio sulla riva, atterrando di là in due minuti. No? Ho spiegato a mio figlio che la vera soluzione al problema diffuso delle infrastrutture decadenti, cadenti, bucate, rattoppate, pericolanti e pericolose, è la creazione di auto volanti. Lui dice che è impossibile gestire il traffico di auto volanti, come li metti mamma i cartelli stradali? Coi palloncini? Ora…i palloncini non mi sembrano la soluzione ideale. Ma ci si pensa su e vedrai che un modo per sistemare i cartelli stradali a due metri da terra, lo si trova. Ne sono certa”.

La fantasia di Valentina, probabilmente, non è la risposta allo stato di incertezza che vivono i cittadini delle piccole città toscane anche in relazione alle modalità di spostamento. La situazione è decisamente bizzarra, degna di una filastrocca di Rodari o di un racconto di Calvino: laddove si è animati da spirito ecologista (diminuzione del traffico, dell’inquinamento, ecc) provando a scegliere l’opzione trasporto pubblico (la vera cenerentola delle politiche locali tanto che in Toscana si è deciso di fare il “colpo” grosso unificando tutti i servizi sotto l’egida della Regione) la risposta che si trova è desolante ed insoddisfacente sia che ci si debba spostare per lavoro o studio (non complichiamoci la vita pensando a chi si deve spostare per fare tutto il resto…): numero di corse insufficiente, mezzi obsoleti e sporchi. Come se non bastasse, più di recente, nei mesi di emergenza Covid-19 i servizi sono stati ulteriormente ridotti, e si scopre anche che Enrico Rossi, governatore della Toscana, è stato indagato per la gara regionale da 4 miliardi, per 11 anni, sul trasporto pubblico.

Si opta per la bicicletta, allora, sempre spinti dallo spirito di cui sopra. Data la quasi totale mancanza di piste ciclabili e parcheggi per biciclette di cui soffrono i centri dei nostri Comuni, ci si sforza d’inforcare il biciclo almeno per raggiungere il posto di lavoro toccando zone industriali ricche di buche (stile “Beirut dopo il bombardamento”) ma dove forse, finalmente, un parcheggio lo trovi… Così, mentre provi a vivere, abbandoni la pista ecologista, ti muovi in auto e, beh, coraggio!

Nella provincia di Massa Carrara ad esempio c’è voluto il crollo penoso del ponte di Albiano Magra per iniziare lavori di controllo/manutenzione su altri viadotti, con i conseguenti disagi sul traffico, che pagano i cittadini in termini di tempo e arrabbiature.

Per non parlare delle diverse frane e dissesti che incombono su tutta la rete stradale della provincia apuana e dell’intera Toscana. Farsi il segno della croce prima di percorrere certi tratti con un’allerta meteo in corso è ormai prassi comune (si trova sempre un residuo di fede in certi frangenti).  La risposta della politica (di quegli astuti del centrosinistra…) è stata di provare a chiudere le Province, che di queste questioni invece si dovevano occupare con fondi dedicati e azioni mirate (dovendo fare meglio e di più, questo è certo). Il risultato? Per ora le Province r-esistono ancora ma senza fondi e perciò senza possibilità di fare interventi… Così, tornando al post di Valentina, ci vorrebbe davvero Rodari!

Si fa sempre più allettante l’idea di fissare i cartelli stradali a due metri dal suolo visto che nel frattempo è lo stesso governatore Rossi ad essere stato nominato commissario per il ponte di Albiano Magra, perché il Pd imperterrito ambisce a colate di cemento faraoniche, concessioni ai privati (con tutti i pericoli che ne conseguono), e il centrodestra, dal canto suo, si dà da fare con la sagra degli orrori e dei luoghi comuni. A questo punto però, non potendo più contare sulle soluzioni di fantasia di Rodari o Calvino, che si fa?

Probabilmente non resta che confidare nelle istanze concrete di una sinistra più radicale che in Toscana ad esempio promuove con Tommaso Fattori un’idea di infrastrutture sostenibili, utili, sceglie il potenziamento di un sistema pubblico, e ragiona in modo pratico di difesa dell’ambiente e dei territori. E forse, così facendo, il figlio di Valentina e i ragazzi e ragazze della sua generazione erediteranno la possibilità di attraversare serenamente ponti (e confini) e di scoprire crescendo “nuove strade” per salvare questo paese.

Tommaso Fattori, candidato di Toscana a Sinistra, ad Albiano Magra

E l’ultimo giorno di agosto proprio Tommaso Fattori è arrivato ad Albiano, accompagnato dagli attivisti e dai candidati locali. Tra loro un edile, Paolo Orlandi, militante di Sinistra anticapitalista, in lista con la coalizione di Toscana a Sinistra. E’ la sua esperienza di cantiere a fargli dire che «occorre un cambio di paradigma: gli investimenti pubblici non devono essere destinati alle grandi opere e ai grandi cantieri che vanno ad arricchire unicamente i grandi costruttori. Occorre un intervento pubblico per il recupero dell’esistente. Servono, ad esempio, un grosso piano di edilizia popolare e fondi destinati alla manutenzione costante delle infrastrutture esistenti utili alla collettività».

Il crollo di Albiano, anche secondo Fattori, dimostra come «invece di mantenere le infrastrutture fondamentali, quelle che si usano quotidianamente, si pensa di fare nuovo cemento, mega opere inutili, distraendo risorse fondamentali dalla manutenzione della viabilità ordinaria». Le opere utili, per il candidato presidente, sono quelle contro il dissesto idrogeologico e quelle che servono ogni giorno alla popolazione. «Raddoppino i binari unici dei treni usati dai pendolari anziché fare un nuovo mega aereporto o nuove autostrade». In consiglio regionale Toscana a Sinistra ha proposto che fosse Fincantieri (anche per il suo collegamento col territorio) a progettare il nuovo ponte. «Se la nostra proposta fosse stata ascoltata, con Fincantieri che si dichiarava già pronta a procedere, si sarebbe quasi al completamento dei lavori. Avevamo chiesto nel nostro atto di prevedere che il ponte avesse anche una parte ciclabile da collegarsi con la Ciclovia Tirrenica, per sviluppare anche un futuro legato al turismo sostenibile».

Chi è venuto all’incontro con Fattori è molto preoccupato: con le prime piene invernali, i detriti del crollo verranno portati via dal fiume mettendo a rischio un altro ponte e anche i piloni dell’autostrada. Tra le macerie c’è ancora la carcassa di un furgone con il gasolio nel serbatoio. Del progetto promesso per fine agosto non esiste traccia, e nulla si sa della conferenza dei servizi che avrebbe dovuto dare il via ai lavori. Da Toscana a Sinistra ci si aspetta che metta la gestione delle infrastrutture e i beni comuni al primo posto per ridare ai cittadini la dignità calpestata a partire dalla privatizzazione delle autostrade oppure non rispettando il referendum per l’acqua pubblica.  

 

Toscana, elezioni regionali 2020

 

 

 

 

 

 

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