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Accoglienza, le buone pratiche e il cinema

Safari Njema in anteprima al festival UnArchive – Found Footage Fest

Safari Njema, ossia buon viaggio in Swahili, la lingua che si parla in Africa orientale, centrale e meridionale e nella Penisola arabica. Forse la parlano almeno 100, e anche più, milioni di persone. Dal Kenya alla Tanzania, e Congo, Ruanda, Isole Comore e Uganda. Ma è anche parlato in Madagascar, Zambia, Burundi, Somalia, Malawi, Mozambico e in alcune parti dello Yemen e dell’Oman, per via degli scambi con l’Africa. E’ una lingua da emigranti e da poveri.

Safari Njema è il titolo del nuovo lavoro di Guido Massimo Calanca e Daniele Vicari. Verrà presentato in anteprima nazionale a Roma venerdì 17 dicembre. E’ un cortometraggio, prodotto nel 2021 da dispàrte e dalle organizzazioni che hanno realizzato azioni di inclusione, sostegno e promozione dei migranti transitanti, in linea con gli obiettivi dell’Asse 2 “Inclusione sociale e lotta alla povertà” del POR Lazio FSE 2014-2020. E’ il racconto di un migrante che a 14 anni lascia il proprio Paese di origine e intraprende un lungo viaggio verso l’Italia, conoscendo la fame, la guerra, la malattia e la violenza dei centri di detenzione per migranti. Un racconto che rivive grazie anche alle immagini raccolte dalle fonti originali, realizzate da decine di migranti, attivisti italiani e giornalisti, capace di rappresentare un’esperienza universale e sempre tragicamente vera in ogni angolo di un’Europa, che segna confini sulle proprie terre, spara allo straniero povero o costruisce il proprio rifiuto in violente terre di transito.

Safari Njema sarà presentato a Roma il 17 Dicembre 2021 in anteprima nazionale nell’ambito dell’edizione “numero zero” del festival UnArchive – Found Footage Fest, promosso dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e dedicato al riuso creativo del cinema d’archivio. Un evento di 6 giorni, dal 14 al 19 dicembre, al Live Alcazar di Trastevere volto a raccontare esperienze e percorsi artistici che riscoprono il footage cinematografico e offrono nuovi spunti di riflessione e consapevolezza a chi si interroga sul ruolo della memoria e degli archivi nella cultura contemporanea.

Con la prima assoluta di “Safari Njema” prende avvio una campagna di diffusione del film che vuole divenire occasione per riflettere, in diversi contesti, sui temi della migrazione e per proporre strade diverse e contaminare il mondo con le buone pratiche di accoglienza e il riconoscimento dei diritti.

I progetti CARRY ON, CROSSING e DESTINAZIONI e AURORA costituiscono un piccolo ma importante passo verso un sistema di inclusione che mette in rete competenze presenti nel sociale e spinge le istituzioni a migliorare le politiche in materia di accoglienza.

Attraverso una rete di organizzazioni e associazioni – Speha Fresia Società Cooperativa, Cooperativa Sociale Folias, ENAIP Impresa Sociale s.r.l., A Buon Diritto Onlus,  Diritti in Movimento, Asinitas Onlus, Medici per i Diritti Umani Onlus, Associazione K_Alma, Consiglio Italiano per i Rifugiati Onlus,   Cooperativa Sociale Il Pungiglione,  Cooperativa Sociale Agorà e Consorzio Pegaso, ACLI Provinciali di Roma, Arci Solidarietà Onlus, Associazione di Volontariato Baobab Experience,  CORA ROMA ONLUS, Associazione di promozione Sociale Il Cortile – e attraverso l’interlocuzione con l’assessorato regionale è stato possibile progettare un sistema integrato, su tutto il territorio romano e sui territori delle province di Roma, Rieti e Viterbo, per intercettare i richiedenti asilo o rifugiati in condizione di vulnerabilità inseriti nel sistema di accoglienza o recentemente fuoriusciti, attraverso azioni integrate di politica attiva, di orientamento legale e sanitario, di  orientamento lavorativo e servizi di accompagnamento per l’inclusione lavorativa (ricerca tirocini e matching con le imprese), corsi di qualifica professionale, di sostegno all’emergenza abitativa, al fine di ampliare le opportunità di inclusione sociale sperimentando progetti di innovazione sociale nel settore delle politiche sociali.

Da qui l’idea di coinvolgere dei registi e una produzione attenti alle tematiche sociali, per raccontare questo lavoro e ridare protagonismo, dignità e voce non solo ai migranti accolti e coinvolti in queste azioni, ma anche alle professionalità che lo rappresentano, con l’idea di continuare, attraverso le immagini e i racconti, a tenere alta l’attenzione alle politiche di inclusione del nostro Paese.

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