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Padova, indagato il mendicante senza gamba aggredito dai vigili

La procura indaga la vittima e non i carnefici. E’ già successo a Presley e Zeno. Sgomberato il Bios Lab, guai in vista per gli artisti di strada. Bollettino della guerra di Padova

di Checchino Antonini

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un muro di padova, a due passi da prato della valle

Un mendicante con una gamba sola indagato per resistenza e oltraggio ai quattro vigili che lo «ciancicavano” in una piazza di mercato, cani poliziotto contro i mendicanti, carte bollate contro gli artisti di strada, sigilli a un centro sociale, tagli drastici al servizio di trasporti pubblici. Benvenuti a Padova, medioevo prossimo venturo di nordest. Questo articolo è un bollettino di guerra, la guerra ai poveri soprattutto.

Il procuratore capo di Padova prima ha avocato a sé l’indagine sul “trattamento” riservato dai pizzardoni della Giunta leghista a Daniel Vancea, 41 anni. Poi ha iscritto il mendicante di origine romena “bloccato” in Prato della Valle sabato pomeriggio nel registro degli indagati, ipotizzando a suo carico i due reati. Un caso di massima collusione tra due poteri fondamentali, quello amministrativo e quello giudiziario.

C’è un’altra città, a Padova, e ha provato – sulla base del video girato da uno degli ambulanti testimoni al Prato della Valle – a fare un esposto per istigazione a delinquere per sequestro di persona – con l’aggravante di aver agito per motivi etnici e razziali. Si tratta di sette associazioni (Razzismo Stop, Beati i Costruttori di Pace, Giuristi Democratici, Avvocati di strada, Antigone, Altra Agricoltura e BiosLab) che hanno agito in seguito a una frase pronunciata dall’assessore alla Sicurezza Maurizio Saia nei confronti di accattoni, prostitute e venditori abusivi: «L’idea è quella di portarli al comando e di tenerli dentro il più possibile. Questo è un deterrente».

Nel frattempo Saia (ex rautiano, ex finiano, postfascista di lungo corso) e il suo sindaco, il leghista Bitonci, hanno deciso di ampliare la guerra dichiarandola anche agli artisti di strada. Ironia della sorte a poco meno di un’ora di treno, a Ferrara, è in corso un festival con bukers di tutto il mondo. L’amministrazione padovana vuole ghettizzare, individuando «spazi e luoghi», anche musicisti, pittori e artigiani di strada.

Nell’aria di Padova c’è anche il nuovo progetto di riqualificazione della stazione ferroviari che Bitonci ha annunciato a giorni sicuro «che le modifiche apportate potranno risolvere gran parte dei problemi di sicurezza non solo in stazione ma anche in città». Difficile immaginare che una città che sta per tagliare le corse serali degli autobus possa essere più sicura e più vivibile.

Così come dubitiamo che sarà più vivibile il quartiere Palestro dopo lo sgombero, avvenuto venerdì, del Bios Lab, su ordine dell’Inps. Al BiosLab, da alcuni mesi aveva preso vita il primo Acad Point di Padova, all’interno della rete nazionale Acad – Associazione Contro gli Abusi di Polizia, che si occupa di offrire supporto e sostegno ai familiari e alle vittime di abusi compiuti dalle forze dell’ordine. Gli sgomberati twittano #torniamosubito: «Abbiamo sentito l’esigenza di attivare questo progetto anche nella città di Padova, dove anche di recente si sono verificati diversi episodi di palese abuso da parte di agenti di polizia ai danni di migranti, mendicanti, studenti o semplici cittadini. Alla luce del clima securitario e violentemente razzista che l’amministrazione Bitonci sta coltivando con particolare fermento pensiamo che l’esperienza di Acad e del progetto complessivo del BiosLab siano una risorsa per restituire spazi di agibilità e partecipazione di cui la città ha assoluto bisogno. Per questi motivi diciamo forte e chiaro che il BiosLab e il punto Acad – Padova riavranno presto una casa, e che i vostri sgomberi non fermeranno il nostro bisogno di libertà e giustizia. ACAD IN OGNI CITTA’!».

E dopodomani, mercoledì 27 agosto alle 19 in Piazza dei Signori, qualcuno proverà a manifestare «diventando per un po’ tutti mendicanti, tutti artisti». «Una persona che chiede l’elemosina non è indecente, non è amorale, non è sporco e non dovrebbe esistere alcun principio etico o politico che le impedisca di farlo – si legge nella convocazione dell’evento fb – Le strade della nostra città non esistono solo per passeggiare o per fare shopping ma devono restare patrimonio di tutti e diventano più belle se qualcuno vi esibisce la propria abilità, le proprie idee, le forme che costruisce, la propria arte, la propria povertà. Una città pulita non è una città senza mendicanti o senza artisti per le strade ma una città che provi, per esempio, a raggiungere livelli di inquinamento più bassi dei limiti insostenibili che ha ormai raggiunto Padova».

Non è la prima volta che chi denuncia l’abuso di polizia è denunciato. In due recentissimi casi, con una controdenuncia per calunnia, si cerca di legittimare la sospensione dei più elementari diritti civili, quello all’integrità fisica, al rispetto della persona in quanto cittadino. La chiusura delle indagini istruttorie «su due fatti di ordinaria follia securitaria» (come si legge su Globalproject) rivela che saranno oggetto non di un processo agli agenti della municipale o di polizia che se ne sono resi protagonisti ma, al contrario, nei confronti di chi ha avuto l’ardire di denunciare pubblicamente l’avvenuto. Presley, il nigeriano da 20 anni residente a Padova pestato dopo un controllo del biglietto, e Zeno, lo studente attivista di movimento “energicamente” prelevato dal reparto mobile ad una fermata del tram, si trovano accusati non solo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, oltraggio, ma anche di calunnia. Chi controlla i controllori? Di certo non la Procura.

1 COMMENTO

  1. resta il fatto che in paesi civilissimi come la Svizzera, Malta o la Norvegia di questuanti non se ne incontrano. E’ grave? è meglio l’Egitto, l’India o il Niger? questione di gusti ovviamente.

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