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Bomba d’acqua su Genova lanciata da chi non ha cura della città

Arpal non dà allerta meteo e Genova finisce sotto acqua e fango. Un morto è il tragico bilancio. Tre anni dopo l’alluvione i lavori sul Bisagno ancora bloccati dalla Corte dei conti.

di Ludovica Schiaroli

genova

 

Genova ancora una volta è sotto l’acqua e piange un morto, un uomo di 57 anni residente nel quartiere di Marassi. La città non ha imparato niente dalle precedenti alluvioni del 2010 e del 2011 (sei morti quest’ultima). Dopo 24 ore di pioggia battente ieri sera [giovedì] alle 21 è esondato lo Scrivia, un torrente nel primo entroterra genovese all’altezza di Montoggio pochi minuti dopo il paese era invaso dal fango. L’onda di piena ha proseguito il suo cammino nella vallata e poco dopo ha raggiunto i paesi di Casella e Busalla. A Genova esondava il Bisagno e la zona della bassa Valbisagno, Brignole, e la Foce restavano irragiungibili con oltre un metro e mezzo di acqua.

Alle 23 la città era spezzata in due da posti di blocco che impedivano di passare dal centro al levante. Le uscite delle autostrade di Genova est e Nervi bloccate. L’unico modo per passare da una parte all’altra era andare da Sampierdarena a Recco, arrivando nel levante attraverso l’Aurelia, che alle tre del mattino era un fiume d’acqua dove galleggiavano pietre e rami secchi. Nel centro storico il clima era irreale, scrosci d’acqua si alternavano a momenti di calma assoluta, con pochissima gente per strada mentre solo qualche metro più in là, in via xx Settembre, Brignole e Terralba si stava vivendo di nuovo il dramma dell’alluvione.

Dopo una breve tregua nelle prime ore della notte, questa mattina sono ripresi i temporali su tutta la città. Le scuole sono chiuse e il traffico privato è interdetto nelle zone più colpite. Al momento i punti più critici sono a Brignole dove l’acqua ha invaso tantissimi negozi e si teme l’esondazione del Bisagno e a Montaggio dove la situazione sembra ogni ora più preoccupante dopo che il torrente Gavio ha invaso anche le strade laterali del paese. Nel frattempo continua a piovere.

Interpellato dall’emittente Primocanale qualche ora fa, Marco Doria punta il dito contro l’Arpal che non aveva dato al Comune nessun segnale di allerta. “Prevedevano una quantità di pioggia significativa con temporali, infatti avevamo allertato le scuole di fare uscire prima i bambini in caso di emergenza, poi la situazione è migliorata verso le 18. Alle 21 invece è iniziato a piovere fortissimo e siamo intervenuti. Ma nessun allarme era stato dato”.

In regione quello che era l’assessore competente, Renata Briano da mesi è ormai a Bruxelles come deputato europeo per il PD e la sua delega è rimasta in gestione a Paita (infrastrutture) che ha dichiarato che non ha dato allerta perche da Arpal non è stata data la comunicazione. Qualcuno però dice anche che alle 21 i sensori posti lungo il torrente Bisagno parlavano da soli…

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Banca Carige ha stanziato 15 milioni di euro per chi ha subito danni. Per strada i cittadini da ore stanno spalando fango e l’elettricità manca ancora in molte zone della citta.

da tempo Legambiente, Wwf e altre associazioni ambientaliste denunciano come la Liguria sia una delle regione più cementificate d’Italia, ma il “partito del cemento” (che è pervasivo e trasversale) fa finta di niente. Nel frattempo fuori continua a piovere. [continua]

Ore 14 durante la conferenza stampa tenuta presso la sede della protezione civile il sindaco Marco Doria insieme all’Assessore Garrotta hanno ribadito il mancato allarme da parte di Arpal e poi hanno evidenziato come i ritardi nell’attuazione dei lavori per lo scolmatore del Fereggiano e per la copertura del tratto terminale del Bisagno – determinati come in quest’ultimo caso da una sentenza del Tar Liguria che aveva annullato l’assegnazione dei lavori – hanno contribuito a rendere ancora più drammatica la situazione. In chiusura Marco Doria ha sottolineato che nonostante gli interventi del Comune fatti in questi ultimi anni “la Valbisagno resta uno dei territori più devastati della città” e ha fatto appello alle forze politiche di farsi carico con il governo di chiedere risorse per i danni della notte scorsa oltre che finanziare un piano straordinario per il riassetto idrogeologico del territorio.

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Ore 19 il cielo è quasi blu ma la città non è ancora tornata alla normalità. Metà e sotto il fango ancora sotto shock per essere di nuovo trovata nella furia del Bisagno. Nella zona della Foce, Brignole e bassa Valbisagno le uniche macchine che si vedono sono quelle sottosopra che l’acqua ha trascinato durante la notte. Sui marciapiedi mucchi di merce diventata spazzatura. I negozianti, gli stessi colpiti dall’alluvione del 2011, spazzano il fango fuori dalle botteghe, con la rabbia e l’incredulità di chi rivive lo stesso dramma e non riesce a capire. Sono tornati anche gli “angeli del fango” che con stivali e ramazze cercano di fare tornare Genova alla normalità.

Resta la tragedia di un altra morte assurda che si somma alle sei dell’alluvione del 2011.

 

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