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Studenti e insegnanti in piazza contro il Piano Renzi

Oltre 20 mila a Roma, tra studenti e lavoratori della scuola, per votare contro il jobs act e lo Sblocca Italia. Gli studenti “siamo noi la Grande Bellezza di questo paese”. In piazza anche Cobas e Cgil

di Marina Zenobio

manif studenti 10 ottobre

Sono circa 20 mila, tra studenti e lavoratori della scuola, a manifestare in queste ore a Roma (ma iniziative sono in corso in altre 70 città italiane) per una scuola diversa, un’università diversa, un Paese diverso, che non è certo quello del jobs act o dello Sblocca Italia che vuole il governo Renzi e, si legge in una nota, “per dire che siamo noi la bellezza di questo Paese, non possiamo più permetterci di vivere nella precarietà ed essere privati dei nostri diritti”. Inizialmente il corteo, partito da Piazza Esedra, doveva fermarsi a Piazza Santissimi Apostoli ma, visti i numeri presenti in piazza, studenti e sindacati sono riusciti ad ottenere l’autorizzazione di portare la loro protesta fino a viale Trastevere, davanti al Miur.

Tra gli organizzatori l’Unione degli Universitari il cui portavoce, Gianluca Scuccimarra, sottolinea che “Il Premier non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a sé stesso. E’ ora che la politica si prenda le sue responsabilità dando risposte reali ad una generazione precaria privata del proprio futuro”.

Gli fa eco il portavoce della Rete degli studenti medi, Alberto Irone, sostenendo che “Negli anni gli studenti italiani sono stati dimenticati, messi da parte ed esclusi, come molti altri soggetti. Vogliamo riprenderci il nostro ruolo di motore della società, vogliamo dimostrare al paese e alla politica che siamo noi la Grande Bellezza di questo paese. Vogliamo quindi una scuola all’altezza delle nostre idee, all’altezza degli standard europei e veramente innovativa, non restaurata da provvedimenti saltuari”.

Nel corteo anche il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, al quale chiediamo il perché della loro partecipazione. “Prima di tutto perché Renzi è abilissimo a promettere ma non altrettanto a mantenere, quindi vogliamo capire se la promessa della stabilizzazione di 150 mila insegnanti sia fumo o realtà. E lo capiremo entro il 15 ottobre , quando sarà presentata la finanziaria e i soldi per tale stabilizzazione dovranno pur rientrare nella finanziaria. Ma siamo qui, oggi, anche per chiedere a Renzi che cosa pensa di fare con gli altri 150-200 mila precari che sono nella scuola più o meno da setto, otto, dieci anni, che meritano anch’essi di essere stabilizzati.” Per quanto riguarda il restante Piano Renzi sulla scuola, Bernocchi è impietoso: “E’ tutto da rigettare, delinea una scuola gerarchizzata, con il preside che comanda al punto che può assumere, licenziare e stabilire aumenti di merito”. E sulla questione del merito precisa “Questo tanto sbandierato merito… nessuno ci ha spiegato che cosa sia, perché il merito di un insegnante si vede entrando in classe, vedendo come lavora. E poi non si capisce perché questi scatti di merito vorrebbero assegnarli solo a un 66 per cento e non ai restanti, abolendo gli scatti di anzianità che già abbiamo” Soprattutto – conclude il portavoce dei Cobas – in questo Piano Renzi non c’è un euro di investimento per la scuola. Abbiamo visto sia da governi di centro destra che di centro sinistra fare tagli lineari continui, la scuola in questi ultimi 20 anni è stata martirizzata, e oggi in tutta Italia, centinaia di miglia tra studenti e lavoratori della scuola, hanno votato contro il Piano Renzi”.

cobas manif 10 ottobre 2014

Anche la Cgil tra gli studenti, con una insolita sintonia con i Cobas. “Partecipaiamo a questa manifestazione perché condividiamo una piattaforma sicuramente contraria al Piano Renzi ed agli ulteriori tagli alla scuola. Perché l’eventuale discrimine tra due terzi e un terzo dell’organico del personale per gli scatti di anzianità, significa sicuramente nuovi tagli. Non è chiaro il punto di investimento sui 150 mila preari e soprattutto non si tiene conto degli altri 250 mila che sono iscritti nelle graduatorie, perché la normativa prevede le supplenze brevi, che Renzi vuole eliminare semplicemente dando ore in più e quindi maggiori carichi di lavoro ai docenti che stanno già all’interno della scuola. E poi il merito, di fatto, non si può quantificare se non valutando effettivamente quanto i docenti esprimano ogni giorno portando avanti la baracca nonostante i tagli che hanno subito in questi anni. Inoltre con gli studenti noi condividiamo il diritto allo studio, che oggi manca in questo paese perché non vi è una legge nazionale che lo garantisca. Quindi se Renzi vuole davvero investire nella scuola, non dovrebbe più proporci una ricetta antica, ma investire nuovamente e creare innovazione”.

Ultim’ora: gli studenti hanno dichiarato alla Cgil la loro partecipazione allo sciopero e alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma il prossimo 25 ottobre.

Studenti manif 10 ottobre 2014

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