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Gerusalemme e le lacrime di coccodrillo occidentali

Dov’era lo sdegno l’estate scorsa, mentre la popolazione di Gaza veniva massacrata dall’esercito israeliano? Tutte le risoluzioni Onu violate da Tel Aviv

di Marina Zenobio

Vivere tra il filo spinato nel campo palestinese di Qalandiya, tra Gerusalemme e Ramallah
Vivere tra il filo spinato nel campo palestinese di Qalandiya, tra Gerusalemme e Ramallah

Sgorgano le lacrime dei coccodrilli occidentali per l’attentato alla sinagoga di Gerusalemme e l’uccisione di quattro israeliani da parte di due palestinesi. Indignazione, sdegno, condanne. Per il segretario di stato, John Kerry, è stato un “atto di puro terrore. Il cuore degli americani è vicino al popolo di Israele per l’atrocità subita. Persone che erano andate a pregare Dio sono state uccise in un luogo sacro da palestinesi che hanno attaccato degli ebrei in preghiera in una sinagoga”. E sulla stessa onda le condanne di Gran Bretagna, Germania e via dicendo fino a casa nostra, dove il neoeletto ministro degli esteri, Paolo Gentiloni dichiara la “ferma condanna per un ignobile attacco armato di gravità inaudita”. In linea con l’inettitudine italiana esplicitata con l’astensione al voto per l’istituzione di una commissione d’inchiesta Onu sui crimini commessi da Israele contro Gaza, durante l’operazione Margine Sicuro, e nel vergognoso primo posto “conquistato” tra i fornitori di armi a Tel Aviv.

Ma dov’erano tutto questo sdegno, questa indignazione, queste condanne l’estate scorsa, mentre l’esercito di Tel Aviv massacrava la popolazione palestinese di Gaza? E dov’erano, poco più di un mese fa, quando Israele ha ripreso l’operazione di colonizzazione della Cisgiordania strappando ai palestinesi altri 400 ettari di terre tra Betlemme e Hebron per espandere la colonia, illegale, di Gvaot?

Semplicemente non c’erano. Una mattina due palestinesi si son svegliati e, presi da un raptus, sono entrati in una sinagoga e hanno ucciso. I decenni di occupazione israeliana, gli abusi, i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione palestinese spariti, nebulizzati.

Che la comunità internazionale abbia la memoria corta non è certo sorprendente, purtroppo.

Da Bruxelles la neo-rappresentante agli Affari Esteri della Ue, Federica Mogherini, si appella a tutti i tutti i leader della regione “perché lavorino insieme per riportare la situazione alla calma ed evitare ulteriori escalation”. Ma, riportare a quale calma? Sono quasi settant’anni che il popolo palestinese non sa cosa sia calma, probabilmente ne ha dimenticato anche il senso. E poi, sempre la Mogherini, ha indicato tra le responsabilità delle violenze, il mancato progresso verso il riconoscimento della Palestina come Stato.

In questi ultimissimi mesi si parla infatti molto di riconoscimento dello Stato di Palestina. La Svezia l’ha fatto, la Gran Bretagna ha votato una risoluzione a favore, così la Spagna, ma si tratta di timidi riconoscimenti unilaterali non condivisi e rabbiosamente criticati da Israele. E comunque, che senso hanno questi riconoscimenti se non si riesce – o meglio non si vuole – a imporre a Israele il rispetto del diritto internazionale e delle innumerevoli risoluzioni dell’Onu?

Vale la pena di ricordarle, queste risoluzioni, per capire dove si radica quella che viene definita “esplosione” di violenza alla sinagoga di Gerusalemme.

Elenco Risoluzioni ONU violate da Israele

palestinesi

– Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;

– Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l’attacco a Gaza;

– Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona “no man” (di nessuno) a Gerusalemme;

– Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite;

– Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano;

– Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi;

– Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale;

– Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme;

– Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250;

– Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica;

– Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;

– Risoluzione 259 (1968): deplora il rifiuto di Israele di accettare la missione delle Nazioni Unite per valutare l’occupazione dei territori;

– Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme;

– Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme;

– Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele;

– Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale;

– Risoluzione 444 (1979): si rammarica della mancanza di cooperazione con le forze di pace delle Nazioni Unite da parte di Israele;

– Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;

– Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati;

– Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma;

– Risoluzione 468 (1980): chiede a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci palestinesi e di un giudice, e di facilitare il loro rientro;

– Risoluzione 469 (1980): deplora vivamente la mancata osservanza da parte di Israele dell’ordine del Consiglio di non deportare i palestinesi;

– Risoluzione 471 (1980): esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra da parte di Israele;

– Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla;

– Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale;

– Risoluzione 484 (1980): dichiara imperativamente che Israele rilasci i due sindaci palestinesi deportati;

– Risoluzione 497 (1981): dichiara che l’annessione israeliana del Golan siriano è nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;

– Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano;

– Risoluzione 573 (1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia durante l’attacco alla sede dell’OLP;

– Risoluzione 587 (1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi;

– Risoluzione 592 (1986): deplora vivamente l’uccisione di studenti palestinesi all’università di Bir Zeit ad opera di truppe israeliane;

– Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;

– Risoluzione 607 (1988): chiede ad Israele di non espellere i palestinesi e di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;

– Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;

– Risoluzione 636 (1989): si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi ad opera di Israele;

– Risoluzione 641 (1989): continua a deplorare la deportazione israeliana dei palestinesi;

– Risoluzione 672 (1990): condanna Israele per le violenze contro i Palestinesi a Haram Al-Sharif/Temple Monte;

– Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite;

– Risoluzione 681 (1990): deplora la ripresa israeliana della deportazione dei palestinesi;

– Risoluzione 694 (1991): si rammarica della deportazione dei palestinesi e chiede ad Israele di garantire la loro sicurezza e il ritorno immediato;

– Risoluzione 726 (1992): condanna fermamente la deportazione dei palestinesi ad opera di Israele;

– Risoluzione 799 (1992): condanna fermamente la deportazione di 413 palestinesi e chiede ad Israele il loro immediato ritorno;

– Risoluzione 1397 (2002): afferma una visione di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all’interno di frontiere sicure e riconosciute;

– La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.

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