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L’Expo che nutre le multinazionali

“Nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” Mentre le istituzioni sfilavano in Hangar Bicocca, un altro convegno rileggeva lo slogan dell’Expo

di Marina Zenobio

No Expo

Mancano meno di tre mesi al via ufficiale dell’Expo ufficialmente definito “il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione”. Ma di chi e per chi? Venerdì, in contemporanea con l’evento-vetrina Expo delle idee all’Hangar Bicocca, a Palazzo Marino Sala Alessi di Milano si è tenuto un altro convegno dal titolo inequivocabile “Nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” che dà tutto un altro significato allo slogan di Expo “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”.

Nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?

Gli organizzatori e partecipanti dell’evento- tra cui Anita Sonego, Vittorio Agnoletto, Franco Calamida, Massimo Gatti, Modi Ovadia, Silvano Piccardi, Erica Rodari, Mario Agostinelli, Piero Basso, Antonio Lareno, Antonio Lupo, Emilio Molinari, Paolo Pinardi, Guglielmo Spettante e Susan George – hanno già inviato a Renzi una lettera aperta per denunciare che l’evento odierno nell’Hangar Bicocca, che dovrebbe portare alla stesura della Carta di Milano, e stata affidata alla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition. Una multinazionale molto ben inserita nei mercati e nella finanza globale, ma che nulla ha da spartire con le politiche di sovranità alimentare essenziali per poter sfamare con cibo sano tutto il pianeta.

Expo ha anche siglato una partnership con Nestlè attraverso la sua controllata S.Pellegrino per diffondere 150 milioni di bottiglie di acqua con la sigla EXPO in tutto il mondo. La lettera denuncia anche che il Presidente di Nestlé Worldwide già da qualche anno sostiene l’istituzione di una borsa per l’acqua così come avviene per il petrolio. Acqua, senza la quale non potrebbe esserci vita nel nostro pianeta, dovrebbe quindi essere trasformata in una merce sui mercati internazionali a disposizione solo di chi ha le risorse per acquistarla. Questi sono solo esempi di quanto sta avvenendo in preparazione dell’Expo. Il convegno dei “no” all’Expo delle multinazionali, fanno sapere gli organizzatori, è l’inizio di un percorso aperto.

Per Emilio Molinari, Comitato italiano per un Contratto Mondiale sull’acqua, tra i firmatari della lettera “Questa Expo è diventata la vetrina delle multinazionali e la vetrina gastronomica del mangiar bene”. “Sono company come Barilla, Monsanto, Coca Cola, Nestlè che premono per una agricoltura basata sugli ogm”, rincara Molinari aggiungendo “questo significa togliere ancora più sovranità agli orti, ai contadini, ai piccoli agricoltori”. Alla domanda se questo simposio di politici odierno all’Expo presieduto da Renzi, possa, anche alla luce della loro denunce. portare ad una modifica delle linee dell’Expo, Molinari è chiaro “Dubito che questo simposio riesca ad invertire i meccanismi ormai lanciati, appunto, con i contratti con le multinazionali che vedono ancora una volta riproprorsi il paradosso dal quale siamo partiti. Il paradosso è che c’è un miliardo di affamati, si produce cibo per nove miliardi di persone, cioè per due miliardi in più di quanto necessario, se ne butta via un terzo. Vuol dire che c’è un surplus alimentare e ci sono gli affamati. E questo è il modello costruito e voluto dalle multinazionali, un modello che ha surriscaldato il pianeta, ha riempito le terre di pesticidi, multinazionali che faranno ogni pressione per passare agli ogm, cosa che significherà di ulteriorre perdita di sovranità dei contadini, dell’agricoltura familiare ecc. ecc.”

La vetrina delle istituzioni

In contemporanea al Convegno contro la presenza delle multinazionali in Expo, sempre a Milano nell’Hangar Bicocca il Simposio di pre-inaugurazione che si terrà il 1° maggio. Tra gli esperti per parlare del tema scelto per l’esposizione universale incontriamo il premier Matteo Renzi accompagnato da Maurizio Martina , ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con delega per Expo 2015, dal ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, il ministro della giustizia Andrea Orlando, e poi ci sono gli industriali, a partire dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente della Ferrero, Marco Tronchetti Provera, e Francesco Paolo Fulci, vicepresidente della fondazione Barilla Paolo Barilla. Obiettivo dell’evento, dove stanno partecipando circa 500 esperti, è la redazione della “Carta di Milano”, una carta di impegno che l’Italia vuole proporre al mondo.

Ma se “la radice di tutti i mali è l’iniquità, bisogna dire no ad una politica dell’esclusione e dell’iniquità” come dice Papa Francesco, e a tentare di trovare soluzioni al problema della fame del mondo sono questi signori non c’è da aspettare nessuna versione di tendenza.

L’intervento di Slow Food

E non c’è da illudersi sul fatto che all’evento-vetrina sia stato invitato e abbia deciso di partecipare anche il presidente di Slow Food, Carlin Petrini che dal palco ha comunque ricordato: “Non possiamo non partire da un elemento che è elemento principale, questo sistema alimentare non funziona. Questo sistema alimentare sta procurando sofferenza a buona parte dell’umanità e al pianeta una sofferenza che si manifesta innanzitutto nelle zone più deboli del pianeta, tra la moltitudine di contadini, pescatori, produttori del cibo, che si manifesta anche con la vergogna planetaria di essere in questo ventunesimo secolo e convivere con 850 milioni di malnutriti e assistere impotenti alla morte per fame”. Riferendosi all’ambiente Petrini ha poi ricordato “Il disastro ambientale provocato da un sistema in cui alla nostra terra madre è chiesto sempre di più e, nello stesso tempo, dobbiamo prendere atto del depauperamento delle sue risorse e anche della perdita di acqua, di biodiversità”. Una situazione insostenibile per Petrini che ha concluso dicendo: “Se non si cambia questo sistema alimentare ben difficilmente consegneremo alle prossime generazioni una speranza di vita degna”. Parole belle e condivisibili, ma si è dimenticato però di chi sta dietro a questo sistema, una manciata di multinazionali che attraverso politiche economiche neoliberiste “controllano” la sovranità alimentare mondo, e che hanno trovato vergognosamente posto anche in questa Esposizione universale di Milano sull’alimentazione.

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