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Fascisti con la pistola, e in divisa. Malapolizia in Svizzera

Malapolizia in Svizzera. La denuncia di Gas, un collettivo di controinformazione: poliziotti del Canton Ticino che inneggiano a Hitelr e Mussolini, ossessionati dai migranti

di Checchino Antonini

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Polizia fascista anche in Svizzera ma magistrati e amministratori più attenti che da questa parte del passo Gottardo. Ha suscitato forti reazioni, nel Canton Ticino, l’articolo denuncia del portale Gas (gente che accende la società) nei confronti dei post razzisti e filo nazisti di un sergente della Polizia cantonale, Edy Imperiali. Stando a quanto riferito da Ticino on line, il Procuratore generale John Noseda ha aperto d’ufficio un procedimento penale nei confronti del graduato, ipotizzando il reato di istigazione alla discriminazione razziale. Contestualmente, la Polizia cantonale ha proceduto nei confronti del proprio agente attuando un provvedimento disciplinare e avviando un’inchiesta amministrativa. Anche un agente della Polizia ferroviaria è finito all’attenzione della stampa per certi post fortemente sessisti e xenofobi.

«A preoccupare molto la redazione e il collettivo del GAS sono certi personaggi che, con grande incuria e anche con una certa dabbenaggine, postano materiale razzista, inneggiante al fascismo e al nazismo», si legge sul portale che ha denunciato per primo personaggi che in rete scrivono messaggi di questo tenore: “sto con gli estremisti che vogliono difendere il loro paese da questi invasori (i migranti, ovviamente, ndr)”, professando la loro fedeltà a Mussolini o Hitler mentre insultano i ministri della Confederazione svizzera. “Gialli con gialli, neri con neri e musulmani con musulmani!! D’altronde, se Dio ha creato Continenti e razze un motivo c’era!!!! Non esiste multiculturalità e integrazione con certe etnie!! Abbiamo fallito carissimi sinistroidi!!! Siamo in guerra!!” – si legge ancora con tanto di due piccole icone di pistole e la foto di un’adunata nazista con la dicitura “il dovere è uno solo, riprendere le armi!! Usque ad finem” (fino alla fine).

«E se un giorno vostro figlio manifestasse contro il raddoppio del Gottardo e si trovasse di fronte quel sergente? – si chiede la redazione di Gas – E se vostro figlio non avesse tratti ariani? E se fosse fermato in polizia, trovandosi di fronte questo tutore dell’ordine che lo interroga, pensando che è un pericoloso sinistroide spalancatore di frontiere e buonista? Che tipo di protezione può garantirci quest’uomo? Che modello di ordine ha in mente se i suoi ispiratori sono questi? … Preoccupa, soprattutto, il fatto che noi abbiamo visto questi messaggi folli e di sicuro li hanno visti anche suoi colleghi e amici. Alcuni dei quali solidarizzano».

Il collettivo GAS chiederà a Governo e polizia di prendere provvedimenti non solo verso il sergente, ma anche verso tutte quelle figure controverse che militano nelle nostre forze dell’ordine. Chiediamo che venga fatto un discorso preventivo che, peraltro, dal 2011 fa già l’esercito svizzero svolgendo un esame preliminare di sicurezza durante il quale vengono eliminati i pregiudicati per alcuni reati, gli instabili, ma anche persone il cui estremismo potrebbe minare la sicurezza pubblica.

GAS (acronimo di Gente che Accende la Società) è un progetto editoriale di produzione di contenuti giornalistici pensati per il Web e per i social media, indirizzati principalmente al Canton Ticino. I principi che ispirano GAS sono quelli progressisti di rispetto, tolleranza, apertura, inclusione, libertà, giustizia, sostenibilità. GAS, rispettando i più elevati standard di qualità e le regole della deontologia del giornalismo, propone una controinformazione rispetto a quella ormai schierata e dominante, propone ai propri lettori notizie e chiavi di lettura della realtà estranee al paradigma politico, economico e sociale dominante, impiegando gli strumenti della produzione di cronaca, analisi, commento, approfondimento, inchiesta, denuncia e critica.

 

 

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