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Milano, “ghisa” senza taser

Milano: passa l’Odg di Antigone contro il taser ai vigili urbani mentre la Regione Toscana bandisce la pistola elettrica dalle strutture sanitarie

Via libera del Consiglio comunale di Milano all’ordine del giorno presentato dalla sinistra di Milano Progressista che chiede che la Polizia locale non abbia in dotazione i taser, come invece è previsto dal decreto Sicurezza. Il documento è stato approvato ieri, 30 maggio, con 22 voti favorevoli su 27 consiglieri presenti: si sono astenuti i 5 stelle e hanno votato contro la Lega e Forza Italia. «La città di Milano promuove e tutela i diritti fondamentali della persona che verrebbero lesi con l’uso del Taser e con i suoi effetti altamente nocivi e rischiosi per la salute» si legge nell’ordine del giorno, che cita anche un’indagine di Amnesty International secondo la quale «tra il 2001 e il 2012 più di 500 persone sono morte negli Stati Uniti d’America dopo essere state colpite da pistole Taser. L’esistenza di un rapporto causa-effetto tra le morti e l’utilizzo della pistola Taser sarebbe stato accertato». Per questo l’ordine del giorno invita il sindaco e la giunta a non dotare il Corpo di Polizia Locale della città di Milano di pistole a impulsi elettrici, visto che si tratta di «dispositivi particolarmente pericolosi, specie nei confronti dei soggetti più vulnerabili, e lesivi dei diritti fondamentali della persona il cui utilizzo distrarrebbe la Polizia Locale dai compiti che le sono propri e senza l’assolvimento dei quali la vivibilità della città risulterebbe fortemente compromessa».

L’ordine del giorno è stato promosso da Antigone contro la dotazione del taser ai ghisa, una possibilità introdotta dal Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione per le città con oltre 100.000 abitanti.

«Nelle settimane successive all’approvazione del DL Salvini – dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – abbiamo inviato a tutti i sindaci e i consiglieri delle città con oltre 100.000 abitanti una proposta di ordine del giorno affinché non si dotassero gli agenti della polizia locale di quest’arma potenzialmente letale, come ci dimostrano le esperienze dei paesi dove è già in uso». «Certamente – per Gonnella – un segnale importante dalle grandi città italiane sta arrivando, anche in vista della possibile discussione del decreto sicurezza bis».

Milano diventa così la terza città dopo Palermo e Torino ad approvare un ordine del giorno in tal senso. Anche in Toscana si chiede di vietare l’utilizzo del taser all’interno delle strutture sanitarie della Regione, in quanto strumento assolutamente improprio: la mozione presentata dai consiglieri Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Sì-Toscana a Sinistra è stata approvata mercoledì 29 maggio dal Consiglio regionale e che impegna la Giunta in tal senso. La mozione stabilisce anche che siano destinate maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale. «Grazie all’approvazione del nostro atto – hanno spiegato Sarti e Fattori – non accadrà più che la pistola elettrica sia utilizzata nelle strutture sanitarie. La nostra iniziativa è motivata da un caso, gravissimo, che ha riguardato un paziente all’interno del reparto psichiatrico a Ponte a Niccheri. È particolarmente inammissibile che un paziente psichiatrico, già ricoverato in una struttura specializzata che lo dovrebbe curare e tutelare, sia sottoposto alla tortura della pistola laser». «Si tratta – hanno concluso Sarti e Fattori- di uno strumento altamente pericoloso e potenzialmente mortale. Semmai è necessario destinare maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale. È infatti evidente che il personale sanitario è in affanno a causa delle croniche carenze di organico e spesso anche per la mancanza di direttive chiare, oltre che di strumenti e spazi idonei».

 

 

 

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